Nella casa capolavoro di Mies van der Rohe una mostra su tempo, spazio e ambiente

L'arte contemporanea trova casa nella <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/08/mostra-farnsworth-house-ludwig-mies-van-der-rohe-arredamento" target="_blank">Farnsworth House</a> di Plano, in Illinois, grazie alla mostra intitolata Inhabit: Edith Farnsworth House and Environs in Four Seasons. L'esposizione rappresenta il progetto conclusivo della residenza d'artista assegnata per il 2025 al fotografo e architetto statunitense Tom Rossiter e resterà aperta al pubblico, fino al 23 novembre, negli spazi della dimora progettata a metà degli anni Quaranta dall’architetto di origine tedesca <a href="https://arte.sky.it/foto/arte/splashing-mies-installazione-padiglione-barcellona%20%20Illinois%20https://arte.sky.it/news/2022/mies-van-der-rohe-universita-stati-uniti" target="_blank">Ludwig Mies van der Rohe</a>.
L’installazione multimediale creata da Rossiter indaga i punti di contatto tra natura, cultura e spazi architettonici, invitando i visitatori a vivere in prima persona gli ambienti interni ed esterni di uno dei simboli del <a href="https://arte.sky.it/news/2025/casa-gomis-barcellona-centro-culturale" target="_blank">Razionalismo</a>. Grazie alla combinazione di stampe fotografiche e video in <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/08/tutta-larchitettura-invisibile-di-roma-in-un-video" target="_blank">time-lapse</a>, il fotografo offre al pubblico una prospettiva inedita sulla Farnsworth House, riassumendo attraverso le immagini in rapida sequenza l’avvicendarsi delle stagioni fuori e dentro la residenza.
<h2>UN'ESPERIENZA DEDICATA ALLA QUATTRO STAGIONI NELLA FARNSWORTH HOUSE</h2>
Per realizzare il suo progetto artistico, Tom Rossiter ha posizionato le fotocamere in due punti strategici: mentre la prima riprendeva gli interni della casa illuminati dalle grandi vetrate, l’altra offriva una panoramica dell’edificio catturata attraverso un obiettivo grandangolare. Entrambi gli apparecchi hanno quindi scattato una foto ogni 20 secondi nell’arco di un intero giorno per ciascuna delle quattro stagioni.
Le oltre 34mila immagini così ottenute sono state montate in due video affiancati che offrono una riflessione coinvolgente sul passare del tempo in un contesto ambientale e architettonico unico al mondo. L'esperienza è ulteriormente arricchita da un sottofondo sonoro creato ad hoc, che unisce spezzoni ambientali registrati intorno alla casa con le musiche tradizionali dei <a href="https://arte.sky.it/news/2022/mostra-libro-sebastiao-salgado" target="_blank">nativi americani</a> che un tempo popolavano l’Illinois.
<h2>ESPLORANDO IL CONCETTO TEMPO NELLA CASA PROGETTATA DA MIES VAN DER ROHE</h2>
Amplificato da una cornice estetica di grande impatto come quella offerta da Farnsworth House, Inhabit si distingue come un’opera multimediale e immersiva che spinge l’osservatore a interrogarsi tanto sul valore architettonico di una dimora privata tanto famosa, quanto sulla storia del territorio in cui sorge. Tutta la regione di Plano, nel nord-est dello stato dell’Illinois, è stata infatti per lungo tempo la casa dei Potawatomi, un popolo di indigeni americani.
L’installazione di Rossiter celebra così l’essenzialità del progetto architettonico di Mies van der Rohe, stimolando al contempo un'analisi sulla crescente urbanizzazione che interessa tutta l’area. Il fotografo e architetto statunitense intreccia diversi piani di lettura nella sua opera, collegandola idealmente ai cambiamenti climatici che influiscono sulla regolarità delle stagioni e sullo stato di salute dell’ambiente. Nelle parole di Tom Rossiter, l'obiettivo finale dell’installazione è duplice: permettere a tutti di “abitare” (in inglese, inhabit) per qualche istante in una dimora simbolo dell’architettura contemporanea, e “riconnettere la casa alla terra e al cielo”, apprezzando il passato e “contemplando il futuro di questo luogo sacro”.
[Immagine in apertura: INHABIT: Edith Farnsworth House and Environs in Four Seasons - Fall Interior Daytime. Credit Tom Rossiter]

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La città-utopia nel cuore dell’Arizona

Luca Barcellona realizza il maxi murale in ricordo di Tiziano Terzani

“L'unica rivoluzione che serve è quella dentro di noi”. Il profondo insegnamento filosofico di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/tiziano-terzani-treno-porretana-express">Tiziano Terzani</a> riecheggia più forte che mai da qualche giorno grazie all’imponente murale realizzato a Firenze dall’artista milanese <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/06/20-illustratori-ritraggono-i-protagonisti-della-storia-di-cremona">Luca Barcellona</a>. L’opera è stata svelata lo scorso 14 settembre (data in cui lo scrittore avrebbe compiuto 87 anni) lungo via Pisana, la strada del quartiere popolare dove è nato e cresciuto.
Il progetto ha origine da un'idea del giornalista Jacopo Storni e di Àlen Loreti, biografo e curatore dell’opera di Terzani. Il monumentale murale, alto oltre 3 metri e lungo 30, rappresenta in forma calligrafica una delle frasi più note del celebre scrittore-viaggiatore, trasformando la superficie di un semplice muro cittadino in un’opera che invita a riflettere e ricordare. L’intervento nel quartiere di Monticelli è stato realizzato grazie al sostegno dell’amministrazione comunale fiorentina, da anni impegnata nella valorizzazione del patrimonio di tutta la città, anche attraverso la realizzazione di nuove opere di <a href="https://arte.sky.it/news/2021/libro-street-art-firenze">arte urbana</a>.
<h2>L’OMAGGIO DI FIRENZE A TIZIANO TERZANI</h2>
Per rappresentare in modo coinvolgente un concetto tanto significativo, Barcellona ha voluto impiegare in modo originale il suo talento nella <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/11/scrittura-convegno-archivio-di-stato-milano">calligrafia</a>. Una volta applicato sul muro fiorentino, lo stile prezioso e accurato dell’artista milanese ha infatti preso in prestito dalla street art la forza visiva immediata dei graffiti. Il risultato è un invito dirompente, pensato per scuotere le coscienze dei passanti e invitarli a riflettere sulle implicazioni del messaggio rivoluzionario di Terzani.
La frase sulla necessità di una ribellione innazitutto "interiore" può essere considerata il punto di arrivo di un’esistenza trascorsa a osservare il mondo e riflettere sulla natura umana. Negli ultimi anni della sua vita, Terzani capì che “per cambiare il mondo occorre innanzitutto cambiare noi stessi”, come ha ricordato la moglie <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/09/a-firenze-debutta-il-festival-che-celebra-leredita-delle-donne">Angela Terzani Staude</a> commentando la realizzazione del murale fiorentino.
<h2>LUCA BARCELLONA FIRMA L’OPERA D’ARTE URBANA DEDICATA A TERZANI</h2>
L’inaugurazione del murale dedicato a Tiziano Terzani è stata preceduta da un incontro pubblico, intitolato proprio L'unica rivoluzione che serve è quella dentro di noi, svoltosi nei locali dell’Abbazia di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/san-miniato-al-monte-firenze-restauro-cantiere-aperto">San Miniato al Monte</a>. All’evento in memoria dello scrittore hanno preso parte i due ideatori del progetto artistico nel quartiere Monticelli e la coniuge Angela Terzani Staude.
Parallelamente, il regista Omar Rashid è al lavoro su un mini-documentario, che racconterà la realizzazione dell’opera murale, esplorando al tempo stesso il legame tra Tiziano Terzani e la città di Firenze. Tutte le recenti iniziative culturali di questi giorni confermano il significato universale degli insegnamenti di un intellettuale, la cui stessa esistenza è diventata negli anni un simbolo di pace e di riflessione.
[Immagine in apertura: Tiziano Terzani durante il viaggio dell'Indovino © Fondo Tiziano Terzani]

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