Un lungo tappeto rosso attraversa il deserto della California

<p>Una lunga striscia rossa attraversa da qualche settimana il bacino di El Mirage, un lago prosciugato nel deserto del Mojave, in <a href="https://arte.sky.it/foto/arte/desert-x-2025" target="_blank">California</a>. Si tratta della nuova installazione site specific di <a href="https://arte.sky.it/news/2022/tappeto-rosso-gregory-orekhov-russia" target="_blank">Gregory Orekhov</a>, artista visivo russo. L’opera è stata svelata lo scorso settembre e consiste in un tappeto rosso in polipropilene, lungo un chilometro per appena 4 metri di larghezza.</p>
<p>L’originale installazione nel letto del El Mirage Dry Lake si presenta come una linea che attraversa la superficie screpolata del lago, evidenziata dal contrasto tra il colore acceso e la regolarità geometrica del materiale con il bianco del paesaggio desertico che lo circonda. Nella sua semplicità e immediatezza, l’opera racchiude molti dei temi dell’arte di Orekhov, da anni impegnato nell’esplorazione del rapporto tra uomo e natura attraverso interventi di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/festival-land-art-deserto-alula-arabia-saudita" target="_blank">land art</a> su grande scala.</p>
<h2>L’OPERA DI LAND ART CHE "TAGLIA" IL DESERTO DEL MOJAVE</h2>
<p>Uno degli aspetti più affascinanti dell’installazione è il suo perfetto allineamento sull’asse est-ovest, così da abbracciare idealmente l’intero orizzonte nel movimento del sole dall'alba al tramonto. Il tappeto rosso stabilisce un collegamento tra l’occhio dell’osservatore e gli sconfinati paesaggi che lo circondano, ponendo l'individuo in rapporto con l’immensità del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/06/un-faro-nel-deserto-californiano-di-mojave" target="_blank">deserto del Mojave</a> nell’arco di un’intera giornata.</p>
<p>L'opera si ricollega a un’altra installazione di Gregory Orekhov, intitolata <i>Nowhere</i> e realizzata nel 2022. In quel caso, però, il tappeto rosso era steso sulla neve tra gli alberi del Parco Malevich, il grande giardino pubblico nei pressi di Mosca dedicato al <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/02/libro-malevic-icone-bizantine" target="_blank">pioniere dell’astrattismo geometrico</a>. Proprio il diverso contesto ambientale offre una differente percezione delle due opere, accomunate però dal medesimo intento poetico: affermare in modo simbolico la presenza dell’essere umano, evidenziando al tempo stesso i suoi limiti di fronte alla vastità della natura. </p>
<h2>IL RAPPORTO TRA UOMO E NATURA NELL’ARTE DI GREGORY OREKHOV</h2>
<p>L'impatto visivo della nuova installazione di Orekhov è accentuato dalla sua posizione unica: i paesaggi surreali del lago El Mirage rappresentano infatti una location molto nota in ambito cinematografico. Anche l’aspetto stesso della lunga linea rossa cambia in modo radicale a seconda del momento della giornata e del punto di vista: se osservata all'alba l'opera appare nitida, mentre con la luce della sera brilla in modo incredibile. Quando invece il sole è alto nel cielo di mezzogiorno, il lavoro sembra quasi scomparire, avvolto nell’effetto ottico del miraggio che si estende a tutto il lago prosciugato.   </p>
<p>La grande varietà di effetti visivi che si possono ammirare solo dal vivo, nonché la diversa percezione che restituiscono dell’installazione, ha spinto Orekhov a coinvolgere il pubblico, indicando i giorni e gli orari migliori in cui osservare da vicino l’opera in un contesto naturale mozzafiato come quello del deserto californiano.</p>
<p>[Immagine in apertura: © Rafael Gamo]</p>


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Concluso a Siena il restauro di un capolavoro della pittura del Trecento

<p>Dopo secoli di silenzio e anni di paziente restauro, <a href="https://arte.sky.it/news/2025/jacob-hashimoto-mostra-siena" target="_blank">Siena</a> torna a celebrare uno dei gioielli più luminosi della sua tradizione artistica: la <i>Tebaide</i>, straordinario ciclo di affreschi del primo Trecento, finalmente restituito alla luce e all’ammirazione del pubblico. L’opera, attribuita al pittore senese Lippo Vanni, decora l’antico ambiente d’accesso della Compagnia dei Disciplinati, oggi sede storica della Società di Esecutori di Pie Disposizioni, che ne ha promosso e realizzato il restauro. </p>
<p>Il lungo percorso di riscoperta ebbe inizio nel 1999, durante i lavori di recupero dell’Ospedale di Santa Maria della Scala condotti dall’architetto Guido Canali, quando sotto strati di calce e controsoffitti moderni emersero tracce di raffinatissimi dipinti murali. Quelle prime apparizioni – figure di monaci e santi immersi nel silenzio del deserto tebano – anticipavano già la portata eccezionale della scoperta, poi documentata nel 2001 dallo storico dell’arte Alessandro Bagnoli.</p>
<h2>UN AFFRESCO DEL TRECENTO TORNA A SPLENDERE A SIENA</h2>
<p>Il completamento del restauro, avviato nel 2021 grazie al fondamentale contributo della Fondazione Vaseppi e del suo presidente Robert Cope, ha permesso di restituire integralmente alla città l’intero ciclo pittorico. Gli affreschi, eseguiti in prevalenza a monocromo d’ocra rossa, narrano episodi della vita dei primi santi eremiti (come san Paolo, sant’Antonio Abate e san Girolamo), ambientati nel deserto di Tebe d’Egitto. L’artista, con sensibilità narrativa e spirituale, traduce in immagini le storie tratte dalle <i>Vite dei santi Padri </i>di fra’ Domenico Cavalca, offrendo un repertorio di scene che riflettono il fervore religioso e la tensione mistica della Siena trecentesca. Ogni frammento pittorico appare come un piccolo mondo sospeso, dove la solitudine degli anacoreti diventa allegoria della ricerca della purezza e del riscatto spirituale. La finezza delle linee, la delicatezza dei volti e l’essenzialità cromatica contribuiscono a creare un’atmosfera di intensa meditazione.</p>
<h2>IL CICLO DI AFFRESCHI DELLA "TEBAIDE"</h2>
<p>Il valore simbolico e artistico della <i>Tebaide</i> risiede anche nel luogo che la accoglie: la sala dove i confratelli della Compagnia dei Disciplinati si preparavano ai riti penitenziali. Qui, la contemplazione delle scene di virtù e ascesi diveniva parte del percorso spirituale verso la redenzione, facendo dell’immagine uno strumento di preghiera e riflessione. Oggi, grazie all’attento lavoro dei restauratori e alla lungimiranza della Società di Esecutori di Pie Disposizioni, questo capolavoro torna a dialogare con il pubblico e con la storia stessa di Siena. </p>
<p>La presentazione ufficiale del restauro avverrà giovedì 6 novembre, nella Sala Sant’Ansano del Complesso Museale di Santa Maria della Scala. Dal giorno successivo, il ciclo di affreschi entrerà stabilmente nel percorso di visita del museo, arricchendo l’offerta culturale della città e restituendo a tutti il respiro autentico di un’arte che, dopo sette secoli, continua a parlare di fede, silenzio e bellezza.</p>
<p>[Immagine in apertura: Monaci che lavorano l’orto del cenobio, nell’antica Compagnia dei Disciplinati sotto le volte dell’Ospedale Santa Maria della Scala, Siena. Ph Lorenzo Crescioli]</p>


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