Sul Lago di Como un intervento artistico in omaggio alle donne

Nella suggestiva cornice di Villa Carlotta, affacciata sul <a href="https://arte.sky.it/news/2025/percorso-immersivo-luchino-visconti-cernobbio" target="_blank">Lago di Como</a>, l’artista Maria Dompè dà voce alle storie inascoltate con To the women who are not allowed to fulfill their dreams! / A tutte quelle donne a cui non è permesso realizzare i propri sogni!, un doppio intervento – uno effimero e uno permanente – che invita il pubblico a riflettere sulle aspirazioni negate alle donne, ieri come oggi.
Curato da Elena Di Raddo e coordinato da Maria Angela Previtera, il progetto si intreccia con la storia della giovane Carlotta di Prussia, figura emblematica a cui la villa deve il nome e che, con la sua morte precoce, incarna il tema della possibilità spezzata.
<h2>SUL LAGO DI COMO UN’OPERA PERMANENTE DI MARIA DOMPÈ</h2>
L’intervento permanente di Dompè si snoda tra i sentieri del giardino botanico di Villa Carlotta, in un’area recentemente riqualificata grazie ai fondi europei del progetto Un passo nel parco, un passo verso il futuro. L’artista ha scelto di lasciare un segno vivo, vegetale, in dialogo con la storia del paesaggio e con le donne che lo hanno abitato idealmente. Il risultato è uno spazio fiorito, intimo, raccolto, una “offerta al bosco” che diventa gesto simbolico e rituale. “L’arte del giardino”, spiega la curatrice, “intreccia estetica, natura e riflessioni sull’equilibrio umano e la sua relazione con l’ambiente. Ma è anche una metafora della mente e dell’anima umana, che riflette la ricerca dell’armonia, dell’ordine e della bellezza”. 
Nella Sala dei Gessi del museo, infine, si trova l’opera effimera realizzata in collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Brera guidati da Livia Crispolti, che riflette sul ruolo e sulla condizione femminile attraverso materiali tessili e installazioni dal forte impatto emotivo. 
<h2>LA STORIA DI VILLA CARLOTTA SUL LAGO DI COMO</h2>
Costruita alla fine del Seicento dai marchesi Clerici di Milano, Villa Carlotta riflette fin dalle origini l’ambizione estetica e culturale dei suoi proprietari. Nel 1801 passa nelle mani di Giovanni Battista Sommariva, figura centrale nel panorama collezionistico dell’epoca, che ne arricchisce gli interni con opere neoclassiche e la trasforma in un raffinato centro artistico. Ma è nel 1843, con l’acquisto da parte della principessa Marianna di Prussia, che la villa entra in una nuova dimensione affettiva: donata alla figlia Carlotta come regalo di nozze, la residenza prende il nome della giovane, prematuramente scomparsa. Nonostante la tragedia, la villa resta un luogo vissuto e curato dalla famiglia fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, quando viene confiscata e infine affidata all’Ente Villa Carlotta nel 1927. Il suo giardino storico, famoso per la ricchezza botanica, rimane oggi il simbolo di una bellezza coltivata nel tempo.
[Immagine in apertura: Crediti Ph. Ugo Ambroggio di Aleph]

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A Cagliari la prima grande mostra dedicata ad Antonio Ligabue

A Milano l'intensa opera dell'artista giapponese Chiharu Shiota per le Olimpiadi 2026

La nuova puntata di Artbox celebra il mito di Sophia Loren

I bambini di Valerio Berruti protagonisti a Palazzo Reale

<a href="https://arte.sky.it/news/2025/man-ray-mostra-milano-palazzo-reale-2025" target="_blank">Palazzo Reale</a> a Milano ospita Valerio Berruti. More than Kids, la più grande mostra personale mai dedicata all’artista piemontese da un’istituzione museale di questo calibro. Visitabile fino al prossimo 30 novembre, l’importante monografica ripercorre le tappe essenziali della produzione di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mare-d-arte-festival-milano-marittima-estate-2025" target="_blank">Valerio Berruti</a>, affiancando lavori storici e opere presentate per la prima volta nella sede espositiva meneghina.
La mostra nel capoluogo lombardo rappresenta la seconda tappa di un progetto partito nei mesi scorsi, con l’esposizione allestita presso la <a href="https://arte.sky.it/news/2025/valerio-berruti-mostra-alba-fondazione-ferrero" target="_blank">Fondazione Ferrero</a> di Alba - città di origine dell’artista. Partendo dal tema cardine dell'<a href="https://arte.sky.it/foto/arte/arteparco-abruzzo-valerio-berruti" target="_blank">infanzia</a>, la monografica punta a offrire una panoramica completa dell’opera di Berruti, spaziando tra sculture monumentali, installazioni interattive e cortometraggi di animazione. Attraverso tali lavori, l’artista invita i visitatori a prendere parte a un’esperienza creativa che abbraccia ed esplora questioni di grande rilevanza.
<h2>ARRIVA A MILANO LA GRANDE MONOGRAFICA DEDICATA A VALERIO BERRUTI</h2>
All’interno del corpus di opere in esposizione, spicca indubbiamente l’inedita Don’t let me be wrong, allestita nel cortile di Palazzo Reale. All’interno di questa monumentale installazione è possibile assistere alla proiezione dell’omonimo cortometraggio, realizzato e diretto dallo stesso artista, con l’accompagnamento musicale di un musicista del calibro di Grant Marshall, alias <a href="https://arte.sky.it/news/2022/pompei-street-festival-2022" target="_blank">Daddy G</a>, fondatore della band trip-hop dei Massive Attack.
Il vasto spettro tematico dell’indagine artistica di Berruti spazia dalla crisi climatica (approfondita attraverso opere come Nel silenzio, che raffigura tre bambine distese sulla terra arida) alle riflessioni sulla spiritualità dell’installazione Nel nome del padre (composta da una serie di sculture in vetroresina, cemento e juta che rappresentano altrettante bambine raccolte in preghiera).
Non mancano infini lavori “storici” della produzione dell’artista albese, come l’iconica La giostra di Nina, imponente installazione interattiva realizzata nel 2024 per l’omonimo progetto multimediale che ha portato l’artista a collaborare con il compositore <a href="https://arte.sky.it/news/2022/ludovico-einaudi-album-tour" target="_blank">Ludovico Einaudi</a>. Il percorso è infine completato da due nuove animazioni video: Lilith, musicata da <a href="https://arte.sky.it/news/2025/nicolas-ballario-oliviero-toscani-campus-reti-busto-arsizio" target="_blank">Rodrigo D’Erasmo</a>, e Cercare silenzio, accompagnata dalla colonna sonora di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/floating-fest-2025-isole-eolie" target="_blank">Samuel Romano</a>, frontman dei Subsonica.
<h2>IN MOSTRA A PALAZZO REALE OPERE STORICHE E INSTALLAZIONI INEDITE</h2>
Come suggerito dal sottotitolo della mostra, le figure in esposizione a Milano sono qualcosa “di più” di semplici bambini. L’artista, classe 1977, ha infatti sviluppato negli anni un linguaggio creativo unico, al cui interno la rappresentazione dell’infanzia assume un forte valore simbolico e collettivo, legato tanto all’origine che accomuna tutto il genere umano quanto a un tempo futuro tutto da scoprire.
Muovendosi in costante equilibrio tra la leggerezza idealmente associata alla giovane età dei soggetti delle sue opere e la monumentalità di molte sue installazioni, l’arte di Valerio Berruti tocca temi universali e di grande attualità, invitando l’osservatore “a costruire il proprio cammino, a diventare parte attiva del racconto, in un percorso che fonde leggerezza e profondità, sogno e realtà”, come evidenziato da <a href="https://arte.sky.it/news/2023/libro-100-luoghi-del-contemporaneo-nicolas-ballario" target="_blank">Nicolas Ballario</a>, curatore della mostra a Palazzo Reale.
[Immagine in apertura: Valerio Berruti, Nel nome del Padre, 2024. 30 sculture in vetroresina, cemento e juta, 75x60x25 cm cad. + 2 affreschi su juta, 500x400 cm cad. Courtesy: l'artista. Credito fotografico Letizia Cigliutti]

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Il viaggio dell’anima di Graciela Iturbide in mostra alla IULM di Milano