Il meglio della scena jazz contemporanea a Milano

La città di Milano si prepara ad accogliere l’edizione 2025 di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/11/80-concerto-e-320-artisti-per-la-prima-edizione-di-jazzmi" target="_blank">JAZZMI</a>, il festival che da dieci anni esatti celebra l’essenza della musica jazz contemporanea. In programma dal prossimo 23 ottobre al 9 novembre, la manifestazione taglia questo significativo traguardo confermando quell’impegno e quella passione che lo hanno reso un progetto culturale di assoluto rilievo a livello internazionale.
La decima edizione del festival sarà animata da oltre duecento concerti e spettacoli, selezionati per presentare al pubblico la dimensione più vera e inclusiva del jazz, quella aperta a infinte contaminazioni culturali. Protagonisti di JAZZMI 2025 saranno quindi i grandi esponenti della scena musicale contemporanea, lasciando al tempo stesso ampio spazio ai talenti emergenti che stanno ridefinendo il sound di questi ultimi anni. Grazie alla direzione artistica di Luciano Linzi e <a href="https://arte.sky.it/news/2025/piano-city-milano-2025" target="_blank">Titti Santini</a>, la rassegna milanese si preannuncia come un appuntamento immancabile per tutti gli appassionati di musica.
<h2>A MILANO IL FESTIVAL “JAZZMI” SPEGNE DIECI CANDELINE</h2>
Il ricco cartellone di JAZZMI 2025 racchiude una proposta articolata, ideata per rispecchiare le infinite sfaccettature della musica contemporanea. Tra gli appuntamenti più attesi, spiccano i concerti di alcuni mostri sacri del panorama jazzistico, a partire dalle voci raffinate di due leggende internazionali del calibro di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/bologna-jazz-festival-2025" target="_blank">Dee Dee Bridgewater</a> e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/10/la-grande-voce-jazz-di-diana-krall-arriva-in-italia" target="_blank">Diana Krall</a>, protagonista dell’evento inaugurale della rassegna. Attesi a Milano anche l’apprezzato pianista sudafricano <a href="https://arte.sky.it/news/2024/festival-ravenna-jazz-2024" target="_blank">Abdullah Ibrahim</a>, classe 1934, e il trio jazz europeo formato da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/05/il-trombettista-jazz-paolo-fresu-si-racconta-in-un-libro" target="_blank">Paolo Fresu</a>, Richard Galliano e Jan Lundgren.
Come negli anni passati, anche in questa decima edizione JAZZMI offre una panoramica completa delle contaminazioni sonore che animano la scena contemporanea, superando ogni confine di genere ed etichetta. Ampio spazio sarà quindi dedicato alle influenze hip-hop ed elettroniche, grazie alla partecipazione di artisti come <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/04/david-lynch-participa-al-video-del-nuovo-singolo-di-flying-lotus" target="_blank">Flying Lotus</a> e i Blue Lab Beats. C’è grande attesa anche per l’esibizione di un gruppo storico della scena rap, gli Arrested Development, nonché per quegli artisti che partono dal jazz per esplorare le nuove frontiere immersive dell’arte. È il caso del progetto Lumina, ultimo spettacolo del collettivo <a href="https://arte.sky.it/video/cmon-tigre-live-at-the-cage-theater-760590" target="_blank">C’Mon Tigre</a>, animato da un’architettura sonora innovativa che promette di avvolgere gli spettatori in uno spazio musicale a 360 gradi.
<h2>18 GIORNI DI CONCERTI ED EVENTI DEDICATI AL JAZZ</h2>
Il nuovo appuntamento con JAZZMI punta a coinvolgere l’intero territorio milanese in una manifestazione realmente diffusa. Pur confermando il fulcro storico, rappresentato dagli spazi di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/giraffa-jacopo-allegrucci-triennale-milano-2025" target="_blank">Triennale Milano</a> e del Blue Note, il festival si espanderà fino a toccare i palchi prestigiosi del <a href="https://arte.sky.it/news/2021/design-camerini-teatro-arcimboldi-milano" target="_blank">Teatro Arcimboldi</a> e del Teatro Dal Verme, senza tralasciare le principali realtà culturali della città, come <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/04/racconti-immaginari-di-paolo-ventura-allarmani-silos" target="_blank">Armani/Silos</a> e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/02/milano-adi-design-museum" target="_blank">ADI Design Museum</a>.
La natura inclusiva e dinamica della manifestazione la rende inoltre uno dei progetti di punta dell’<a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-pellizza-da-volpedo-gam-milano" target="_blank">Olimpiade Culturale</a> che sta animando il capoluogo lombardo in vista dei giochi invernali di Milano Cortina 2026. L’ampio respiro artistico di JAZZMI è testimoniato infine dall’organizzazione di numerosi eventi paralleli: dalle rassegne cinematografiche come The Body Of Jazz dedicata a Henry Mancini, alle masterclass, passando per il programma talk e incontri aperti al pubblico.
[Immagine in apertura: Teatro Dal Verme, Calibro 35. Credits Andrea Esposito]

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Mentre in tutta Italia numerosi capolavori di archeologia industriale, teatri storici e ville Liberty, vengono abbandonati a sé stessi e inghiottiti dall’incuria, a Roma un edificio dimenticato torna sotto i riflettori prima di essere parzialmente demolito. È quello di via Gregoriana, a pochi passi da Trinità dei Monti, che fino al prossimo 9 novembre ospiterà Chi esce entra. A Tribute Exhibition to a Disappearing Building, progetto espositivo della Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte, a cura di Simon Würsten Marin. 
Qui, tra muri consunti e sale in rovina, oltre venti artisti italiani e internazionali danno vita a un’operazione raramente tentata: trasformare un edificio in dismissione in uno spazio di indagine sulla memoria collettiva, interrogando il rapporto fra conservazione, oblio e futuro urbano. L’esposizione si inserisce con rigore e sensibilità nel dibattito sul destino del patrimonio non tutelato, affrontando il tema con linguaggio artistico e metodo archivistico.
<h2>UN EDIFICIO ABBANDONATO DI ROMA RIVIVE GRAZIE ALL’ARTE</h2>
L’edificio – inaugurato nel 1911 dal collezionista Ludovico Spiridon come galleria privata – è stato nei decenni laboratorio creativo, appartamento borghese e soprattutto sede del celebre night club La Cage aux folles, simbolo della vita notturna romana degli anni Ottanta. Poi il silenzio, trent’anni di abbandono, fino all’imminente trasformazione in nuova ala della Bibliotheca Hertziana. Prima che i lavori cancellino le tracce di questi usi stratificati, la mostra restituisce l'immobile al pubblico come “rovina vivente”, attivata dalle opere in dialogo diretto con pareti scrostate e pavimenti consumati.
Il titolo, Chi esce entra, richiama l’opera di Vincenzo Agnetti del 1971: un paradosso che qui diventa chiave interpretativa, perché è proprio l’uscita da una condizione di degrado a consentire il rientro nella memoria urbana. La mostra non estetizza la decadenza, ma la intende come documento storico, assumendo uno sguardo critico sulla trasformazione culturale della città.
<h2>LA MOSTRA NELL’EX NIGHT CLUB DI ROMA CON LOUISE BOURGEOIS E RACHEL WHITEREAD</h2>
Il progetto coinvolge artisti come <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/arte/louise-bourgeois-roma-galleria-borghese" target="_blank">Louise Bourgeois</a>, Jesse Darling, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/07/mostra-rachel-whiteread-belvedere-21-vienna" target="_blank">Rachel Whiteread</a>, Corrado Levi e Tarik Kiswanson, chiamati a interrogare, attraverso media diversi – scultura, fotografia, video, performance – il potenziale dell’arte come strumento di conservazione immateriale. Le opere non si limitano a occupare lo spazio, ma ne rileggono il passato, restituendo frammenti di vita, rumori e gesti che il tempo aveva sepolto. Da tutto questo emerge una domanda cruciale: può l’arte sostituirsi alle politiche di tutela quando le istituzioni sono assenti o in ritardo? La Bibliotheca Hertziana risponde con un progetto che affianca ricerca storica, attivazione pubblica e produzione contemporanea, intervenendo proprio nell’ultimo momento utile: l’edificio sarà infatti sottoposto a una trasformazione strutturale profonda per diventare una nuova estensione dell’Istituto, cancellando molte delle tracce materiali del suo passato. Il programma collaterale – composto da performance, visite guidate e dibattiti – consolida il ruolo della mostra come laboratorio aperto, mentre la pubblicazione finale documenterà ciò che lo spazio fisico è destinato a perdere.
[Immagine in apertura: Veduta della mostra, Chi esce entra, Via Gregoriana 9, Roma, 2025. Crediti: Enrico Fontolan, Bibliotheca Hertziana–Istituto Max Planck per la storia dell’arte]

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