In passato, quando la società etichettava una persona come "folle", il suo destino era spesso l'esilio, fisico o simbolico: una condanna alla marginalità spettava dunque a chiunque osasse deviare dalle rigide norme sociali. Ma la follia è sempre stata tale, o a volte si trattava solo di una visione troppo avanzata per il proprio tempo?

A esplorare questo affascinante interrogativo è La nave dei folli – Oltre la ragione, la nuova serie condotta da Carlo Lucarelli e in onda su Sky Arte. Un viaggio in sei tappe che ripercorre le storie di figure straordinarie, relegate ai margini perché considerate eccentriche, visionarie o semplicemente troppo diverse.

La quinta puntata va in onda – in prima visione – lunedì 10 febbraio, e si concentra su un incontro che ha fatto la storia: quello tra Lev Tolstoj, il celebre scrittore russo, e Cesare Lombroso, il controverso medico criminologo italiano.

Lombroso, padre della frenologia, era convinto che la follia fosse un'anomalia nell'evoluzione della specie, e che il genio stesso fosse il risultato di uno squilibrio mentale. Nel 1897, durante un viaggio in Russia, il medico volle incontrare Tolstoj, persuaso che lo scrittore possedesse caratteristiche craniche tipiche della "follia". Il loro incontro nella villa di Tolstoj fu un confronto serrato tra scienza e letteratura, un lungo pomeriggio di discussioni appassionate.

Se Lombroso restò fedele alle sue teorie, l'incontro ebbe un impatto significativo su Tolstoj, tanto da portarlo a rivedere il suo scritto Memorie di un pazzo e a scrivere Resurrezione, opera in cui cita esplicitamente Lombroso.

Il risultato fu dunque un confronto tra due menti geniali, tra razionalità e creatività, tra la scienza che pretendeva di classificare la mente umana e l'arte che la esplorava in tutta la sua complessità. Ad accompagnare Lucarelli in questo episodio de La nave dei folli – Oltre la ragione, arricchita da documenti storici e testimonianze, è Paolo Mazzarello, storico della medicina dell'Università di Pavia.