Tutto il Brutalismo di Berlino in un agile volume

<p>Linee decise, volumi imponenti e superfici spoglie che raccontano la storia di una metropoli ricostruita, divisa e reinventata più volte: è la Berlino <a href="https://arte.sky.it/foto/architettura/libro-fotografia-architettura-brutalista-ucraina" target="_blank">brutalista</a>. Per anni queste architetture sono state considerate fredde, ostili, difficili da comprendere, eppure oggi tornano al centro della riflessione culturale, come chiavi necessarie per leggere la città attraverso le sue fratture e le sue ambizioni. È in questo scenario che <a href="https://bluecrowmedia.com/" target="_blank">Blue Crow Media</a> presenta un nuovo progetto editoriale dedicato a questo capitolo essenziale della storia urbana berlinese: si intitola <i>Brutalist Berlin</i>, ed è il primo volume di una nuova serie di guide dedicate all’architettura moderna e al paesaggio costruito del Novecento. </p>
<h2>LA BERLINO BRUTALISTA RACCONTATA IN UN LIBRO</h2>
<p>Il libro è curato da Felix Torkar, storico dell’architettura con base a Berlino, che firma sia i testi sia le fotografie. La sua ricerca prende forma in un volume di grande accuratezza, che documenta oltre cinquanta edifici brutalisti sparsi per la città: dalle strutture pubbliche alle residenze collettive, fino alle chiese e agli spazi culturali. Il <a href="https://arte.sky.it/news/2025/museo-architettura-brutalista-londra" target="_blank">brutalismo</a>, spesso ridotto a semplice estetica di cemento, emerge invece come esito diretto della storia tormentata della capitale tedesca. La materia ruvida diventa così linguaggio e metafora della ricostruzione, simbolo di un’epoca in cui la necessità di ripartire conviveva con la volontà di sperimentare. <i>Brutalist Berlin</i> non è solo una guida: è un invito a camminare nella città con occhi attenti, superando i pregiudizi per scoprire una bellezza inesperta, talvolta aspra, ma profondamente autentica.</p>
<h2>L'ARCHITETTURA DI BERLINO GLI ANNI DEL MURO </h2>
<p>Il volume si inserisce nel percorso editoriale che Blue Crow Media porta avanti da anni, dedicato alla riscoperta e alla divulgazione dell’architettura del secondo Novecento. Proseguendo il lavoro avviato con la <i><a href="https://arte.sky.it/news/2023/mappa-londra-christopher-wren-blue-crow-media" target="_blank">Brutalist Berlin Map</a></i> del 2021, Torkar arricchisce ora l’indagine con analisi storiche e fotografie inedite, offrendo un quadro completo della stagione brutalista berlinese. Il contesto è quello di una città divisa, in cui ogni progetto architettonico assumeva significati politici. Est e Ovest costruivano delle vere e proprie narrazioni identitarie, e il brutalismo diventava arena di competizione tra modelli economici e sociali contrapposti. Nel libro, questo confronto prende forma attraverso edifici come il monumentale Mäusebunker, il grande complesso residenziale Pallasseum e la chiesa di Sant’Agnese, oggi polo culturale. Strutture distinte, ma unite dalla tensione verso una modernità che la città voleva dichiarare con forza. Torkar restituisce questa storia con chiarezza e profondità, mostrando come il brutalismo non sia solo stile, ma documento vivo dell’Europa del dopoguerra.</p>
<p>[Immagine in apertura: Berlin, Kirche Maria Frieden. Photography by Felix Torkar. Courtesy Blue Crow Media]</p>


Segui su Sky Arte Tutto il Brutalismo di Berlino in un agile volume

Tutto il Brutalismo di Berlino in un agile volume | Sky Arte

Non più invisibile: al Museo Archeologico di Ancona apre il deposito

La nuova Fondation Cartier di Parigi si rivela a Venezia per la Biennale Architettura

La storia di uno dei templi più spettacolari dell'Egitto

Nei tunnel della Stazione Centrale di Milano arriva la videoarte 

<p>A Milano, i tunnel sotterranei dei Magazzini Raccordati di via Sammartini, presso la Stazione Centrale, si animano grazie alla 15esima edizione del <i>Video Sound Art Festival</i>. Dal 28 al 30 novembre, il suggestivo passaggio ipogeo diventa parte integrante della narrazione: un luogo di transito e di metamorfosi che incarna il tema del sottosuolo come territorio fisico e simbolico, spazio delle voci sommerse e delle rinascite. </p>
<p>L'evento, prodotto da Video Sound Art e sostenuto dal programma <i>Italian Council</i> del Ministero della Cultura, celebra quindici anni di sperimentazione tra arte e scienza con l’opera <i>Never Ground </i>di Natália Trejbalová (da cui prende il nome questa edizione): un’indagine fantascientifica sulle forme di vita che abitano le profondità della Terra, dove la materia si trasforma e l’immaginazione diventa strumento conoscitivo.</p>
<h2>LA VIDEOARTE ILLUMINA I TUNNEL DELLA STAZIONE CENTRALE DI MILANO</h2>
<p>In dialogo con il lavoro di Trejbalová, le opere di Adele Dipasquale, Andrea Mauti e Nicoletta Grillo ampliano il campo di riflessione. Dipasquale esplora i linguaggi medianici e il potere del silenzio come gesto politico; Mauti costruisce un rituale di memoria con <i>Esausta. (Voice Voice)</i>, un intervento scultoreo fatto di ceneri e materiali organici che interroga l’eredità dei defunti e del linguaggio; Grillo, infine, intreccia immagini e topografie della Calabria tirrenica in una mappa poetica del movimento fra terra e mare. La dimensione sotterranea si traduce così in una metafora del processo creativo. Ogni installazione, proiezione e dialogo compone un ecosistema sensibile dove arte, ricerca e territorio si riflettono a vicenda.</p>
<h2>IL PUBLIC PROGRAM E L’OPEN CALL DEL "VIDEO SOUND ART FESTIVAL"</h2>
<p>Il Public Program, curato da Stella Succi, trasforma il festival in un laboratorio di pensiero condiviso. Tra gli ospiti anche il filosofo Paolo Pecere, la curatrice Barbara Casavecchia, l’artista Luca Trevisani, lo speleologo Francesco Sauro e la microbiologa Martina Cappelletti: a loro il compito di intrecciare saperi e prospettive, dal tempo profondo al futuro extraterrestre. Centrale anche l’Open Call <i>Dialoghi dal sottosuolo</i>, curata da Francesca Colasante, che ha premiato <i>Tuning for Relationships</i> di Sofia Salvatori: un progetto di “speleologia somatica” dedicato all’ascolto del corpo e della terra. Tra residenze, workshop e performance, <i>Never Ground</i> si propone come un attraversamento: un viaggio sotto la superficie per interrogare ciò che pulsa nelle profondità dell’ambiente, della storia e dell’immaginazione contemporanea.</p>
<p>[Immagine in apertura: Tunnel della Stazione di Milano Centrale / Magazzini Raccordati]</p>


Segui su Sky Arte Nei tunnel della Stazione Centrale di Milano arriva la videoarte 

Nei tunnel della Stazione Centrale di Milano arriva la videoarte  | Sky Arte

Sophia Loren e la grande fotografia ad Artbox

Il viaggio dell’anima di Graciela Iturbide in mostra alla IULM di Milano