A spasso tra i giardini più leggendari e misteriosi del mondo

<p>Si intitola <i>Giardini Perduti</i> il nuovo libro scritto dalla giornalista britannica Sandra Lawrence e arricchito dalle tavole disegnate da Lucille Clerc, illustratrice nata a Parigi ma residente a Londra. Pubblicato nelle scorse settimane dalla casa editrice <a href="https://arte.sky.it/news/2025/luna-stampe-ukiyoe-cofanetto-ippocampo" target="_blank">L’Ippocampo</a>, il volume guida il lettore lungo un affascinante percorso attraverso quaranta giardini sparsi in tutto il mondo, tra spazi verdi che rischiano di sparire per sempre (come gli Hortillonnages di Amiens, in Francia) e parchi tornati in auge dopo un periodo di abbandono (incluso il <a href="https://arte.sky.it/news/2024/libro-150-giardini-visitare" target="_blank">Sacro Bosco</a> di Bomarzo, in provincia di Viterbo).</p>
<p>Attraverso le sue puntuali descrizioni e le affascinanti illustrazioni, l’opera invita i lettori a riflettere sul profondo valore di questi spazi. A emergere dalle schede dedicate a ciascun giardino è come questi posti, al di là della loro bellezza artistica, abbiano assunto uno status di "luoghi dell'anima", tanto da segnare in molti casi la storia e la cultura delle popolazioni che li frequentavano.</p>
<h2>ALLA SCOPERTA DI 40 GIARDINI PATRIMONIO DELL’UMANITÀ</h2>
<p>Il nucleo tematico di ciascuna scheda di <i>Giardini Perduti</i> è rappresentato dalle alterne fortune di questi luoghi iconici. Ripercorrendo la loro storia, dal momento di massima popolarità al successivo oblio, l’autrice ne evidenzia la trasformazione in aree verdi incolte. Altrettanta importanza viene assegnata ai casi in cui molti di questi giardini, divenuti ormai leggendari e misteriosi, sono stati riscoperti. Un esempio emblematico in tal senso è <a href="https://arte.sky.it/news/2025/riapertura-grotta-diana-villa-este-tivoli" target="_blank">Villa d'Este,</a> a Tivoli: realizzato su ordine del cardinale Ippolito II d'Este alla metà del Cinquecento, il grande parco alle porte di Roma ha conosciuto diversi momenti di abbandono, fino alla definitiva ristrutturazione decisa dallo Stato italiano nella prima metà del Novecento. </p>
<p>La prospettiva scelta dall’autrice abbraccia ville e parchi situati ai quattro angoli del globo. Ampio spazio viene dedicato, ad esempio, ai giardini asiatici, veri e propri paradisi nel verde come il Wah Bagh in Pakistan, i Bagh di Khajuraho in India (entrambi oggi quasi interamente scomparsi) o il To-in Teien di Nara, antica capitale del Giappone. Ogni capitolo è introdotto a livello visivo da un’illustrazione accurata e poetica, firmata da Lucille Clerc, che restituisce il senso di meraviglia e serena contemplazione provato da chi si sia trovato a scoprire questi giardini per la prima volta.</p>
<h2>DA VILLA D’ESTE AI GIARDINI DI NARA, GLI SPAZI VERDI PIÙ ICONICI DEL MONDO</h2>
<p>Accanto alla catalogazione di alcuni tra i giardini più importanti della storia dell’umanità, il volume propone al lettore sette diversi approfondimenti, dedicati a questioni di grande importanza come i segreti dell’<a href="https://arte.sky.it/news/2024/bando-giardini-radicepura-festival" target="_blank">architettura del paesaggio</a>, l’iconografia dei simboli collocati ad arte nei giardini del Settecento e il futuro dell’orticoltura. Queste schede tematiche arricchiscono l’opera, donandole una prospettiva universale di grande interesse.</p>
<p>Il libro di Sandra Lawrence e Lucille Clerc non si limita a raccontare il passato glorioso di questi quaranta <i>Giardini Perduti</i>, descrivendo la loro bellezza originaria, ma pone ai lettori un invito stimolante: quello a considerare questi luoghi iconici come un patrimonio vivente di tutta l’umanità, celebrando la loro fragile bellezza naturale e la tenacia con cui sono stati prima realizzati e poi recuperati nel corso dei secoli.</p>
<p>[Immagine in apertura: courtesy L’Ippocampo] </p>


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Una colossale testa è emersa durante una campagna di scavi a Roma

<p>A Roma, tra le pieghe silenziose della storia e le pietre antiche che costellano il centro, una nuova scoperta ha riacceso l’emozione degli archeologi. Durante i lavori di scavo in via Alessandrina, nel <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/12/archeologia-scoperta-roma-fori-imperiali" target="_blank">Foro di Traiano,</a> è infatti emersa una monumentale testa in marmo: un volto maschile imponente, incorniciato da una folta capigliatura e scolpito con un’intensità espressiva capace di attraversare i secoli. L’eccezionale ritrovamento è avvenuto nel contesto di un progetto promosso dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, avviato lo scorso novembre grazie ai fondi del PNRR, con l’obiettivo di restituire alla città e al mondo intero tesori sepolti che raccontano la grandezza della Roma imperiale.</p>
<h2>A ROMA EMERGE DAL SUOLO UNA COLOSSALE TESTA DI MARMO</h2>
<p>L’area dello scavo, nei pressi dell’antica Porticus Trisigmentata – un’imponente struttura adornata un tempo da colonne alte fino a dodici metri –, si conferma un vero scrigno di tesori archeologici. La testa marmorea, secondo le prime ipotesi, potrebbe appartenere a una statua colossale, forse raffigurante una figura imperiale o una divinità. È riemersa da uno strato medievale ricco di materiali, a conferma della complessa sedimentazione che caratterizza la città eterna. Gli archeologi sono ora al lavoro per tentare di identificarne l’origine precisa, analizzando lo stile, il tipo di marmo e il contesto archeologico in cui è stata ritrovata.</p>
<p>Per l’occasione, dal 9 luglio i più curiosi avranno l’occasione di scoprire lo scavo di via Alessandrina grazie alle visite guidate straordinarie (con <a href="https://www.sovraintendenzaroma.it/content/archeologia-comune-2025?fbclid=IwY2xjawLOLbhleHRuA2FlbQIxMABicmlkETFUeVFsZXF5djg1RWVyMEVyAR6N0Q42a6qu16Rcn5XIFLd_g8LTiqKhqPlzEDEtyQMX9UziogwtVxNSG5JA6A_aem_SNb8cFq52OfqReBI58CXVQ" target="_blank">prenotazione obbligatoria</a>, in programma fino a dicembre) organizzate nell’ambito dell’iniziativa <i>Cantieri ai Fori</i>, promossa dalla Sovrintendenza Capitolina.</p>
<h2>UNA SCOPERTA DAL CUORE DELLA ROMA IMPERIALE</h2>
<p>Questo frammento monumentale si aggiunge alle innumerevoli testimonianze che fanno di Roma un museo a cielo aperto, dove ogni scavo è un dialogo con il tempo. “<i>Roma non smette mai di stupire</i>”, ha dichiarato il sindaco Roberto Gualtieri, sottolineando come ogni passo nel sottosuolo romano possa svelare storie millenarie. “<i>Una scoperta affascinante, che arriva dal cuore della Roma imperiale, in un’area dove un tempo sorgeva l’imponente Porticus Trisigmentata, con colonne monolitiche alte quasi 12 metri</i>”, aggiunge. Le tecnologie moderne permetteranno di studiarla a fondo, ma la sua sola presenza regala già “<i>emozioni uniche, che ci legano al passato e ci proiettano nel futuro con ancora più orgoglio</i>”.</p>
<p>[Immagine in apertura: Roma, Archivio Fotografico Fori Imperiali]</p>


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