A cento anni dalla nascita un volume omaggia Mario Giacomelli

Si intitola Mario Giacomelli: Opere 1954-2000 la monografia che racconta l’intero percorso artistico di una figura fondamentale della cultura visiva italiana del Novecento. L’opera, pubblicata nelle scorse settimane da <a href="https://arte.sky.it/news/2025/manuale-arte-primo-novecento-silvana-editoriale-centrone-costanzo" target="_blank">Silvana Editoriale</a> (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina), è stata curata dall'Archivio Mario Giacomelli, in occasione del <a href="https://arte.sky.it/news/2024/anniversari-artisti-2025" target="_blank">centenario dalla nascita</a> dell'artista. Spaziando attraverso cinque decenni, il volume offre una panoramica completa sulla sua vita e sulla sua produzione creativa.
Ad emergere dalla ricca carrellata di immagini iconiche è la profonda sensibilità di un artista che ha saputo cogliere e guidare le trasformazioni del linguaggio artistico del XX secolo, muovendosi agilmente tra il realismo modernista e l'emergere della sensibilità postmoderna. Il ricco apparato iconografico dell’opera, composto da ben 850 illustrazioni, è completato idealmente da oltre venti saggi critici che descrivono la biografia e l’evoluzione estetica dell’arte di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-mario-giacomelli-parma" target="_blank">Mario Giacomelli</a>. I testi sono firmati da storici della fotografia, curatori ed esperti del calibro di Katiuscia Biondi Giacomelli, nipote dell’artista e direttrice dell'archivio a lui dedicato. 
<h2>LA MONOGRAFIA DEFINITIVA SULL’OPERA DI MARIO GIACOMELLI</h2>
Il volume è strutturato in tre sezioni principali che ripercorrono cronologicamente l'evoluzione del lavoro di Giacomelli, partendo dagli esordi negli anni Cinquanta e Sessanta fino al Duemila, anno della morte del maestro. All’interno sono raccolte immagini provenienti dalle sue serie fotografiche più iconiche, come Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, La buona terra e Io non ho mani che mi accarezzino il viso, che contiene i suoi celebri ritratti in bianco e nero di un gruppo di seminaristi marchigiani. Il volume non manca poi di esplorare anche le fasi sperimentali e astratte che hanno segnato il periodo finale della carriera artistica di Mario Giacomelli.
In chiusura d’opera, una quarta sezione speciale racconta le celebrazioni organizzate per il primo centenario della nascita dell’artista. Accanto a testi critici che sintetizzano l’importanza della sua opera nel contesto della fotografia contemporanea e del lavoro svolto dall’Archivio Mario Giacomelli, sono presentati i numerosi eventi espositivi allestiti in tutta Italia. Tra questi spiccano le due mostre “gemelle”: Mario Giacomelli. Il fotografo e l'artista in programma al <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/fotografia/mario-giacomelli-palazzo-esposizioni-roma" target="_blank">Palazzo Esposizioni</a> di Roma fino al 3 agosto, e Mario Giacomelli. Il fotografo e il poeta, visitabile fino al prossimo 7 settembre a Palazzo Reale di Milano.
<h2>IL CENTENARIO DELLA NASCITA DI UN MAESTRO DELLA FOTOGRAFIA</h2>
Attraverso oltre quattrocento pagine, il volume documenta con ricchezza di esempi l’approccio sperimentale, l'uso innovativo del bianco e nero e della composizione del maestro marchigiano. A finire sotto i riflettori dell’opera è soprattutto un elemento fondamentale della fotografia di Giacomelli, ossia la sua “prepotente devozione al vedere interiore e soggettivo”, come la definì <a href="https://arte.sky.it/news/2025/germano-celant-libro-skira-editore" target="_blank">Germano Celant</a>.
Abbinando una ricca documentazione visiva a saggi tematici dedicati ai diversi aspetti dell’opera del fotografo, la monografia Mario Giacomelli. Opere. 1954-2000 si pone come un volume imprescindibile per chiunque voglia scoprire e comprendere l'unicità dell’arte di uno dei maggiori esponenti della fotografia del XX secolo.

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Il bando che invita gli artisti a interpretare Venezia (in formato cartolina)

A Venezia, ogni cosa ha un altro ritmo. L’acqua che rimbalza tra le rive, i passi lenti sulle calli strette, la luce che cambia direzione con il passare delle ore. Ed è proprio da questa città, che sembra uscita da una cartolina, che arriva un’idea semplice ma efficace: un concorso per creare quattro cartoline d’artista ispirate alla Serenissima. Si chiama Vino Vero Postacards, ed è una chiamata aperta a fotografi, illustratori, artisti e grafici (italiani e internazionali) per disegnare una Venezia alternativa – personale, simbolica, poetica – che possa essere spedita, affrancata, infilata in una buca delle lettere. Perché anche oggi, nell’epoca dei messaggi vocali e delle stories effimere, l’atto di scrivere e inviare una cartolina conserva una forza straordinaria: è memoria, cura, lentezza.
<h2>UNA CALL PER RACCONTARE L'ANIMA DI VENEZIA</h2>
L’invito, lanciato dal wine bar Vino Vero e dalla casa editrice Lightbox, è chiaro: raccontare Venezia non per come appare, ma per come la si sente. La sfida è cogliere l’essenza di ciò che la rende unica: la luce che si rifrange sui canali, il gesto antico del brindisi, il piacere della scrittura a mano, la fisicità del viaggio, l’odore della terra e dell’acqua. 
Gli artisti che vorranno partecipare dovranno inviare la propria proposta entro il prossimo 15 novembre, accompagnata da una lettera d’intenti, un curriculum e un ritratto. Nessun limite di tecnica: sono ammesse fotografie, collage, illustrazioni, pittura digitale o su carta, purché nel formato 10x15 cm. Le quattro cartoline vincitrici verranno selezionate da una giuria composta da nomi di rilievo del mondo dell’arte: il fotografo e regista Sam Youkilis, la curatrice e direttrice di Lightbox Mara Sartore, l’artista Lorenzo Vitturi e il fondatore di Vino Vero Matteo Bartoli. Gli artisti selezionati riceveranno un premio di mille euro ciascuno e le loro opere saranno stampate, esposte e vendute direttamente da Vino Vero, dove chiunque potrà scriverle e spedirle.
[Immagine in apertura: foto di The Cleveland Museum of Art su Unsplash]

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