Parigi ricorda Agnès Varda con una mostra delle sue foto meno note

È Parigi la sede di Le Paris d’Agnès Varda, de-ci, de-là, la mostra allestita nelle sale del <a href="https://arte.sky.it/news/2022/mostra-marcel-proust-parigi" target="_blank">Musée Carnavalet</a> nel cuore del Marais. Vistabile fino al prossimo 24 agosto, invita il pubblico a rileggere il contributo artistico di Varda, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/03/morte-agnes-varda-regista-cinema" target="_blank">scomparsa</a> sei anni fa, da una prospettiva in gran parte inedita: quella della sua opera fotografica.
Punto focale dell’intero percorso espositivo è il ruolo fondamentale nel processo creativo della regista del suo studio fotografico di Rue Daguerre e, più in generale, della città di Parigi. Esito di oltre due anni di ricerca, la mostra raccoglie 130 stampe fotografiche e numerosi filmati (principalmente provenienti dalla collezione fotografica dell'autrice e dagli archivi del Ciné-Tamaris).per indagare l’influenza del contesto urbano sull’arte di <a href="https://arte.sky.it/news/2023/salina-doc-fest-sicilia-2023" target="_blank">Agnès Varda</a>, evidenziando quel dialogo sempre vivo tra sguardo documentaristico e amore per la finzione che ha caratterizzato la sua opera.
LA FOTOGRAFIA DI AGNÈS VARDA IN MOSTRA A PARIGI
Nata a Bruxelles nel 1928, la celebre regista ha vissuto e lavorato negli spazi luminosi del suo atelier parigino dal 1951 al 2019. Il percorso espositivo inizia dai suoi primi lavori come fotografa, che raffigurano spesso proprio il suo studio di rue Daguerre: uno spazio che, oltre ad accogliere nel corso degli anni molte personalità del mondo del cinema e del teatro, la regista utilizzò per allestire la sua prima mostra personale nel 1954.
La retrospettiva presenta numerosi scatti che testimoniano la lucidità e il sense of humor di Agnès Varda, abile anche nei panni della fotografa nel documentare la vita quotidiana nelle strade di Parigi, mantenendo sempre uno sguardo sempre originale e adottando una prospettiva anticonformista e bizzarra. Dai numerosi reportage e ritratti realizzati su commissione e raccolti negli spazi del Musée Carnavalet emerge un interessante parallelo con la poetica cinematografica della cineasta belga. Il confronto tra questi linguaggi espressivi è rafforzato dalla proiezione lungo il percorso espositivo di alcuni estratti e spezzoni di pellicole girate da Varda a Parigi. Tra questi, spiccano il suo celebre film Cleo dalle 5 alle 7, il cortometraggio Les fiancés du pont MacDonald e il documentario Lontano dal Vietnam, girato nel 1967 insieme ad altri grandi esponenti della <a href="https://arte.sky.it/news/2022/nouvelle-vague-mostra-napoli-raymond-cauchetier" target="_blank">Nouvelle Vague</a> e del cinema internazionale, tra cui <a href="https://arte.sky.it/news/2022/morte-jean-luc-godard-regista" target="_blank">Jean-Luc Godard</a>, Claude Lelouch e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/07/cinema-autore-sotto-stelle-proiezione-firenze" target="_blank">Alain Resnais</a>.
AL MUSÉE CARNAVALET ESPOSTE 130 FOTOGRAFIE DI AGNÈS VARDA
La mostra curata da Valérie Guillaume, direttrice dell’istituto museale parigino, porta sotto i riflettori un altro aspetto poco noto dei reportage fotografici di Varda: il suo sguardo unico sul ruolo delle donne e degli emarginati nella società parigina della seconda metà del Novecento. Particolare attenzione è quindi dedicata ai suoi ritratti femminili e alle fotografie scattate ai vicini e agli abitanti del quartiere Montparnasse, che furono poi raccolte nel documentario Daguerréotypes del 1975.
Accanto alle numerose immagini, l’esposizione Le Paris d’Agnès Varda, de-ci, de-là riunisce una serie di documenti, stampe e cimeli appartenuti all'artista, tra cui una scultura della sua gatta Nini, nonché locandine dei suoi lungometraggi e le foto realizzate dalla regista sul set dei suoi film. L’ultima sezione della mostra è dedicata infine ai ritratti della stessa regista, scattati all’interno del suo amato atelier.
[Immagine in apertura: Collier Schorr, Agnès Varda dans sa cour rue Daguerre, Paris 14e Séance pour Interview magazine, 22 juillet 2018, n° 521. Courtesy Collier Schorr]

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A Milano la Biblioteca degli Alberi si anima con tre giorni di spettacoli

La <a href="https://arte.sky.it/news/2023/biblioteca-alberi-milano-festival-teatro-circo" target="_blank">Biblioteca degli Alberi Milano (BAM)</a>, cuore verde di Porta Nuova a Milano, sta per trasformarsi in un palcoscenico a cielo aperto grazie al teatro di strada e al circo contemporaneo. Dal 16 al 18 maggio arriva la quarta edizione di BAM Circus – Il Festival delle Meraviglie al Parco: dal tema di quest’anno, La bellezza della fragilità umana, prende vita un programma ricchissimo di oltre 40 eventi gratuiti, pronti ad accendere lo stupore negli occhi di un pubblico di tutte le età. Con tre giornate di festa, 75 artisti e 16 compagnie da 9 Paesi, la kermesse racconta la forza che nasce dai limiti, l’eleganza dell’equilibrio precario, la poesia di una caduta e il coraggio della rinascita. 
TEATRO DI STRADA E CIRCO CONTEMPORANEO ALLA BIBLIOTECA DEGLI ALBERI DI MILANO
Ogni angolo del parco diventerà teatro di meraviglia e spettacolo: ad aprire il festival saranno Sylphes, teatro acrobatico e balletto aereo sulle note di Vivaldi, e l’installazione partecipativa C’est pas là, c’est par là, un inno visivo alla cooperazione collettiva. Gli artisti coinvolti spazieranno dal realismo poetico della compagnia KTO Theatre con Peregrinus, al virtuosismo acrobatico di Circumstances e della loro spettacolare struttura rotante in EXIT. Tra le novità più significative spicca BAM Community Talent, un contest pensato per giovani artisti milanesi, i cui vincitori avranno l’onore di esibirsi accanto a compagnie internazionali. E poi il Roseto di BAM – Oasi degli Insetti e delle Farfalle, luogo di poesia naturale e accessibilità, che accoglierà una performance site-specific sul rapporto tra fragilità e natura.
OLTRE 40 EVENTI GRATUITI NEL PROGRAMMA DI “BAM CIRCUS”
Nel parco che sorge dove un tempo brillavano i tendoni delle ex Varesine, storica sede dei grandi circhi milanesi, BAM Circus raccoglie quell’eredità e la rilancia verso il futuro. Qui si sono esibiti giganti come il Circo Togni e il Circo Orfei, adorati da figure del calibro di <a href="https://arte.sky.it/news/2023/federico-fellini-mostra-parma" target="_blank">Fellini</a>, Grassi e Strehler. Oggi, quella stessa area accoglie spettacoli visionari come C’est la Wheel, con la sua mastodontica ruota acrobatica, e Les Dodos, performance tra trampoli e marionette che risveglia l’infanzia dello spettatore. Il festival è anche un laboratorio di cittadinanza attiva, con attività educative, workshop, installazioni e giochi di riciclo creativo firmati dalla compagnia Guixot de 8. BAM Circus – Il Festival delle Meraviglie al Parco chiude in bellezza con AAINJAA DICE HOLA, parata musicale della compagnia colombiana Aainjaa, che porta in scena l’energia della batucada e il potere trasformativo dell’arte. 
[Immagine in apertura: BAM Circus 2024. Archivio Fotografico BAM]

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