I grandi artisti si interrogano sul valore della democrazia

Può l’arte contemporanea aiutarci a scoprire il reale valore della democrazia nella nostra società? A questa domanda prova a rispondere la mostra Are We Still Up To It? – Art & Democracy, visitabile fino al prossimo 12 ottobre nelle sale del magnifico Castello di Herrenchiemsee, a pochi chilometri da Monaco di Baviera. Parte del progetto espositivo Königsklasse della <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/03/colore-e-modernismo-lesperienza-di-paul-klee-al-bauhaus" target="_blank">Bayerische Staatsgemäldesammlungen</a>, l’esposizione (realizzata in collaborazione con la Pinakothek der Moderne di Monaco) propone ai visitatori un’attenta riflessione sul nostro rapporto con la democrazia, vista attraverso la lente dell’arte contemporanea.
Riprendendo il proprio titolo da una canzone di un gruppo elettro-punk tedesco, la mostra si chiede se, nell'80esimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, la società occidentale sia “ancora all’altezza” di principi democratici fondamentali come la libertà, l’uguaglianza e l’autodeterminazione. Tale interrogativo viene approfondito attraverso oltre cinquanta opere provenienti dalla Collezione d’Arte Moderna del museo bavarese, realizzate da alcuni dei protagonisti della scena contemporanea, tra cui <a href="https://arte.sky.it/news/2025/anselm-kiefer-mostra-amsterdam-van-gogh-stedelijk" target="_blank">Anselm Kiefer</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/2025/pablo-picasso-straniero-mostra-roma-museo-del-corso" target="_blank">Pablo Picasso</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/2025/thomas-schutte-genealogies-programmi-tv-27-maggio" target="_blank">Thomas Schütte</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/2025/andy-warhol-american-dream" target="_blank">Andy Warhol</a>.
<h2>IN BAVIERA LA MOSTRA SULL’ARTE POST-BELLICA E LA SOCIETÀ DEMOCRATICA</h2>
La retrospettiva in corso nel castello bavarese è suddivisa in dieci segmenti tematici, idealmente legati dal concetto di dignità umana che è il fulcro dell’articolo 1 della Costituzione tedesca. Il punto di partenza è la sezione intitolata Segni di Democrazia, che ospita l’installazione Rose for Direct Democracy, dedicata dall’artista tedesco <a href="https://arte.sky.it/news/2024/joseph-beuys-mostra-ambiente-los-angeles" target="_blank">Joseph Beuys</a> al tema della partecipazione popolare alla vita politica. Il resto del percorso espositivo propone ai visitatori un’esplorazione a 360 gradi di quel complesso intreccio tra storia, arte e politica che ha caratterizzato la vita pubblica negli ultimi ottant'anni.
Si passa così attraverso sezioni che ripercorrono momenti dolorosi della storia contemporanea, come il nazismo e la ricostruzione post-bellica, indagati attraverso opere capaci di dare forma alla sofferenza umana, come quelle di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/francis-bacon-human-presence-mostra-londra" target="_blank">Francis Bacon</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/2024/henry-moore-scultura-palazzo-vecchio-firenze" target="_blank">Henry Moore</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/2022/mostra-luce-nero-citta-castello" target="_blank">Antoni Tàpies</a>. Non mancano al tempo stesso gli approfondimenti tematici legati alla libera espressione artistica e ai processi creativi, tutti strumenti essenziali per la realizzazione individuale nel contesto di una società democratica. In tale contesto, spiccano lavori come Saffron Sentinel (installazione tessile realizzata dalla celebre artista statunitense <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/11/alla-scoperta-delluniverso-tessile-di-sheila-hicks-in-messico" target="_blank">Sheila Hicks</a>), e Balancing Towers (opera della scultrice tedesca Inge Mahn sulla fragilità dell'equilibrio sociale, posta in chiusura di mostra).
<h2>LE OPERE DI BEUYS, WARHOL E PICASSO ESPOSTE NEL CASTELLO DI LUDOVICO II</h2>
Oltre all’incredibile valore delle opere selezionate, l’esposizione nel Castello di Herrenchiemsee si segnala per l’eccezionalità del suo allestimento. In un contesto espositivo unico come la reggia fatta edificare nella seconda metà del XIX secolo da Re Ludovico II di Baviera, i capolavori dell’arte contemporanea danno vita a un dialogo suggestivo con le architetture neo-barocche delle sale dell’ala nord, ancora incompiute.
A corredo della mostra, è stato poi pubblicato un catalogo che include saggi di importanti studiosi, critici d’arte e professori di politologia, nonché interviste ad artisti e altre figure di spicco della società occidentale. Oltre a presentare le opere esposte, il volume propone un interessante dialogo a più voci sulla funzione democratica dell’arte e della cultura nel mondo di oggi, ponendosi come complemento essenziale al percorso della mostra in Baviera.
[Immagine in apertura: Francis Bacon (1909–1992), Crucifixion, 1965. Oil and acrylic on canvas, 3 parts, 197 x 147 cm each. Bayerische Staatsgemäldesammlungen, Sammlung Moderne Kunst at the Pinakothek der Moderne, Munich. Acquired 1967 by PIN. Freunde der Pinakothek der Moderne, endowed in 1999 as initial donation to the Collective Foundation in support of Bavarian Stately Museums © The Estate of Francis Bacon. All rights reserved / VG Bild-Kunst, Bonn 2025 Photo: Bayerische Staatsgemäldesammlungen, Sibylle Forster]

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L'idea di Gina Nakhle Koller è ambiziosa e certamente coraggiosa: utilizzare il fumetto come strumento di racconto dell'orrore, sottraendolo alla sfera del racconto fantastico e inventato, per piegarlo alla realtà più dura. Il risultato di questa "missione" è racchiuso nel libro Mentre il mondo guarda: un diario giornaliero nel quale immagini e parole si incontrano, documentando in maniera sintetica e immediata i soprusi di Israele contro i civili palestinesi.
<h2>IL FUMETTO DI GINA NAKHLE KOLLER CONTRO LA GUERRA</h2>
Pubblicato da poche settimana dalla casa editrice Eris, e presentato nel corso dell'ultima edizione del <a href="https://arte.sky.it/news/2025/salone-del-libro-2025-torino" target="_blank">Salone del Libro di Torino</a>, il volume raccoglie un centinaio di vignette disegnate nel corso dell’ultimo anno di guerra da parte dell'autrice libano-palestinese, che “armata” di carta e matita ha raccontato – giorno dopo giorno – gli attacchi da parte dell'esercito israeliano e la resilienza della popolazione civile. Il risultato è una cronistoria che rivela il costo umano di questa operazione bellica, denunciando allo stesso tempo l'indifferenza di un mondo che guarda, ma troppo spesso rimane in silenzio.
<h2>LE PAROLE DI GINA NAKHLE KOLLER</h2>
“Il progetto è iniziato a metà novembre 2023, circa un mese e mezzo dopo il 7 ottobre”, racconta l'autrice, classe 1982. “Prima di allora, non avevo disegnato per molto tempo: ero bloccata creativamente ed emotivamente. Ma ciò che è accaduto a Gaza ha frantumato qualcosa in me e, stranamente, quella rottura si è trasformata in una sorta di apertura. Ero sopraffatta: rabbia, dolore, paura, impotenza, tutto viveva dentro di me contemporaneamente e non sapevo dove metterlo. Così ho ricominciato a disegnare, non con un piano preciso, ma come un modo per sopravvivere emotivamente. All’inizio si trattava solo di sfogare il dolore: scarabocchiare ciò che provavo su carta e pubblicarlo online. Con il tempo il mio obiettivo è cambiato. Ho iniziato a disegnare ogni giorno non solo come mi sentivo, ma anche ciò che vedevo: ciò che stava accadendo alla gente di Gaza, cose che sembravano insopportabili da vedere e impossibili da comprendere. L’atto del disegnare è diventato sia una liberazione che una forma di testimonianza. L’intenzione si è evoluta dal semplice lasciar uscire le mie emozioni al tentativo di comunicare qualcosa di più profondo: mostrare al mondo cosa stava succedendo e come mi sentivo”.
[Immagine in apertura: Gina Nakhle Koller, Mentre il mondo guarda (Eris Edizioni, 2025)]

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