In Piemonte l'omaggio ai grandi pittori dell'Espressionismo italiano

Le opere dei protagonisti di una stagione artistica fertile per il nostro Paese come quella espressionista sono presentate nell’ambito dell’esposizione intitolata Guttuso, De Pisis, Fontana… L’Espressionismo Italiano. Allestita a Vercelli presso la Chiesa di San Marco – Spazio ARCA, la mostra curata da <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/arte/cindy-sherman-francesco-vezzoli-palazzo-reale-milano" target="_blank">Daniele Fenaroli</a> inaugura oggi, 11 settembre. Obiettivo della retrospettiva è tornare a indagare gli esiti artistici di una corrente che ha impresso un segno indelebile sul Novecento italiano.
Il nucleo espositivo dell’evento è costituito dai lavori realizzati nella prima metà del XX secolo da artisti del calibro di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/antonio-ligabue-renato-guttuso-mostra-lucca" target="_blank">Renato Guttuso</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/03/mostra-de-pisis-roma" target="_blank">Filippo De Pisis</a>, Lucio Fontana ed <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-emilio-vedova-forte-bard" target="_blank">Emilio Vedova</a>. Tale corpus di opere contribuisce a evidenziare agli occhi del visitatore i tratti fondamentali dell’<a href="https://arte.sky.it/news/2025/catalogo-espressionismo-italiano-silvana-editoriale" target="_blank">Espressionismo italiano</a>, come la sua libertà espressiva e il suo respiro internazionale. La mostra rappresenta inoltre il primo capitolo di un nuovo progetto dedicato al dialogo tra la grande arte del passato e i linguaggi contemporanei.
<h2>IN MOSTRA A VERCELLI ANCHE LE TELE DI GUTTUSO, DE PISIS E FONTANA</h2>
Grazie alle opere concesse in prestito dalla storica <a href="https://arte.sky.it/news/2025/collezionista-giuseppe-iannacone-programmi-tv-12-aprile" target="_blank">Collezione Giuseppe Iannaccone</a>, molte delle quali raramente esposte prima, la mostra piemontese punta ad approfondire un periodo di grande rilevanza per la storia dell’arte italiana. Pur sviluppandosi in un contesto sociale e politico problematico come quello dell’Italia sotto il regime fascista, l’Espressionismo ha infatti saputo affermare l’indipendenza di un immaginario nuovo, votato all’esplorazione della fragilità e delle tensioni esistenziali dell'uomo contemporaneo.
Tra i capolavori esposti, spiccano opere come I poeti di Renato Birolli, Nudo in piedi di <a href="https://arte.sky.it/news/2023/catalogo-sculture-lucio-fontana" target="_blank">Fontana</a>, e il Ritratto di Minise di Guttuso. Pur provenendo da percorsi artistici autonomi e originali, questi artisti hanno dato vita tramite le loro opere a una visione alternativa comune, dove valori come l’introspezione e l’empatia si opponevano ai canoni estetici più in voga del tempo. Le tele espressioniste si animano così tra l’inquietudine delle nature morte e la frammentarietà di figure e paesaggi, tenendosi al contempo distanti dai riferimenti tradizionali dominanti nella prima metà del Novecento.
<h2>IL CONFRONTO TRA ESPRESSIONISMO STORICO E L’ARTE DI OGGI</h2>
Visitabile fino all’11 gennaio 2026, la retrospettiva tiene a battesimo un nuovo progetto del polo espositivo vercellese: un programma pluriennale e multidisciplinare che sfrutterà gli eventi espositivi per far dialogare epoche e linguaggi artistici differenti. Il primo protagonista dell’iniziativa è Norberto Spina, classe 1995, nelle cui opere riemergono temi e intenzioni affini a quelle che ispirarono gli artisti espressionisti.
Questa affascinante dinamica è ben rappresentata dal confronto tra La battaglia dei tre cavalieri di Aligi Sassu e un’opera come Presente, in cui Spina interpreta in chiave artistica contemporanea un dettaglio del Sacrario di Redipuglia per denunciare l'inutilità della guerra. Nell’accurata opera di rilettura storica realizzata dal giovane artista torinese riecheggiano dunque i moniti formulati un secolo fa dai protagonisti dell’Espressionismo italiano, invitando l’osservatore a mettere in discussione ogni riduzione semplicistica del nostro passato.
[Immagine in apertura: Renato Birolli, I poeti, 1935. Olio su tela, 90x108 cm. Courtesy Collezione Giuseppe Iannaccone. Photo Credit: Studio Vandrasch]

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La Festa del Cinema di Roma omaggio alla fotografia di Franco Pinna

La ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma, in programma dal 15 al 26 ottobre, non è solo un appuntamento per gli amanti della settima arte, ma anche un viaggio nella memoria di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/cinefortunae-festival-cinema-fano-marche" target="_blank">Franco Pinna</a>, tra i più grandi fotografi italiani del Novecento. Nato a Roma nel 1925, seppe trasformare la fotografia in racconto, muovendosi con naturalezza tra il reportage sociale, la ricerca antropologica e il set cinematografico. Collaborò con registi come <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-alberto-sordi-federico-fellini-rimini" target="_blank">Federico Fellini</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/2025/playground-toffolo-pasolini-pordenone" target="_blank">Pier Paolo Pasolini</a>, ma anche con etnologi come Ernesto De Martino, documentando riti, tradizioni e volti di un’Italia spesso invisibile. Nel centenario della sua nascita, il festival romano lo ricorda con tre mostre diffuse in città.
<h2>TRE MOSTRE CELEBRANO GLI SCATTI DI FRANCO PINNA</h2>
La prima tappa di questo percorso è Franco Pinna – MONDOCINEMA, allestita dal 15 al 27 ottobre nel foyer della Sala Sinopoli dell’Auditorium <a href="https://arte.sky.it/news/2023/progetto-auditorium-parco-musica-renzo-piano-roma" target="_blank">Parco della Musica Ennio Morricone</a>. Una selezione di un centinaio di fotografie accompagna lo spettatore tra i volti, le atmosfere e i set che hanno segnato la storia del cinema tra gli anni Cinquanta e Settanta. Qui Pinna rivela la sua capacità di oscillare tra l’eleganza del cinema popolare e la forza innovativa delle avanguardie, cogliendo con occhio discreto attori, registi e comparse, dentro e fuori scena. Ogni immagine diventa una tessera di un mosaico che racconta la vitalità di un’epoca irripetibile, quando il cinema italiano dialogava con il mondo intero. 
<h2>AL MANDRIONE CON PIER PAOLO PASOLINE</h2>
La seconda mostra, Franco Pinna e Pier Paolo Pasolini – Viaggio al termine del Mandrione, ospitata alla Casa del Cinema dal 10 ottobre al 30 novembre, ci conduce in una dimensione diversa, lontana dai riflettori. Nel 1956 Pinna realizzò un reportage di rara intensità nella borgata romana del Mandrione, tra comunità Rom e prostitute, restituendo con sguardo partecipe e mai giudicante un’umanità fragile ma autentica. A queste immagini si affiancano i testi di Pasolini, tratti dalla sua inchiesta Viaggio per Roma e dintorni (1958), che dialogano con gli scatti creando un affresco unico. Ne emerge un ritratto crudo e insieme poetico di una Roma marginale, invisibile agli occhi dei più, ma centrale nella narrazione del dopoguerra.
<h2>FEDERICO FELLINI “VA IN SCENA” IN VIA VENETO</h2>
Il percorso si conclude in via Veneto, simbolo della Dolce Vita, con l’esposizione all’aperto Franco Pinna – Fellini in scena!. Qui protagonista assoluta è la collaborazione tra il fotografo e Federico Fellini, un sodalizio che ha segnato la storia del cinema. Le immagini, realizzate sui set di capolavori come Amarcord, Roma, Il Casanova e Giulietta degli spiriti, ci restituiscono un Fellini multiforme: meticoloso e istrionico, ironico e visionario, colto tanto nei momenti di lavoro quanto in quelli di pausa e scherzo. Attraverso l’occhio complice di Pinna, il regista diventa esso stesso personaggio, sospeso tra realtà e invenzione. 
[Immagine in apertura: Festa del Cinema di Roma 2025 - Sul set di Giulietta degli spiriti (1965) © Archivio Franco Pinna]

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