Nan Goldin in versione filmmaker conquista Milano

Nata a Washington D.C. nel 1953, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/02/nan-goldin-fotografa-di-moda" target="_blank">Nan Goldin</a> ha rivoluzionato il modo di raccontare l’esperienza umana con una fotografia che mescola documentazione, confessione e memoria collettiva. Fino al 15 febbraio, <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/arte/bruce-nauman-pirelli-hangarbicocca-milano" target="_blank">Pirelli HangarBicocca</a> a Milano accende i riflettori su un aspetto meno noto della sua produzione: quello filmico e cinematografico. 
<a href="https://arte.sky.it/news/2025/nan-goldin-pirelli-hangar-bicocca-milano" target="_blank">This Will Not End Well</a> riunisce il più ampio corpus di slideshow mai presentato dall’artista, trasformando gli spazi milanesi in un concentrato di immagini e suoni. Benché il titolo possa evocare un presagio oscuro, la frase riflette l’ironia e la potente joie de vivre che attraversano la poetica di Goldin. 
<h2>GLI SLIDESHOW DI NAN GOLDIN IN MOSTRA A MILANO</h2>
Goldin appartiene alla generazione che ha vissuto la libertà prima dell’AIDS, e i suoi slideshow – proiettati nei club underground di New York e nei festival europei – si sono imposti nel tempo agli occhi del pubblico come un linguaggio artistico vivo, capace di trasformarsi e adattarsi ai vari contesti. Immagini in movimento, voci, archivi personali e colonne sonore compongono opere che sfidano le convenzioni museali. 
A introdurre il percorso espositivo è Bleeding (2025) di Soundwalk Collective, installazione sonora immersiva che guida i visitatori verso il cuore emotivo della ricerca di Goldin, attraverso frammenti sonori sospesi e in continuo mutamento. La mostra, curata da Roberta Tenconi e Lucia Aspesi, include inoltre due slideshow inediti in Europa: You Never Did Anything Wrong (2024), meditazione astratta ispirata a un antico mito sull’eclissi, e Stendhal Syndrome (2024), che intreccia i miti ovidiani con ritratti di amici, sculture e dipinti fotografati nei musei di tutto il mondo. Ogni slideshow è accolto in un padiglione progettato dall’architetta Hala Wardé, che ha concepito strutture architettoniche in dialogo diretto con le opere. 
<h2>I LAVORI FILMICI PIÙ FAMOSI DI NAN GOLDIN APPRODANO A MILANO</h2>
Tra i lavori più celebri figurano The Other Side, Fire Leap, Memory Lost e Sirens, accomunati da una narrazione intima e cruda dell’esistenza, tra amore, dipendenza, morte e rinascita. Impossibile non citare anche l’installazione Sisters, Saints, Sibyls, presentata all’interno del monumentale “Cubo”, spazio che con la sua altezza superiore ai venti metri rievoca la Chapelle de la Salpêtrière di Parigi, dove l’opera fu esposta per la prima volta. La ricostruzione fedele comprende elementi scultorei e due figure di cera, osservabili da una piattaforma sopraelevata, che incarnano il dolore privato e universale narrato da Goldin. E ancora, The Ballad of Sexual Dependency, iniziata negli anni Settanta e costantemente aggiornata, testimonia la vita di una comunità di amici artisti, outsider, amanti e sopravvissuti, fotografati con una tenerezza ruvida e senza filtri. 
[Immagine in apertura: Nan Goldin, C performing as Madonna, Bangkok, 1992 © Nan Goldin. Courtesy Gagosian]

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Capolavori tra arte e scienza riuniti a Milano

Cosa si cela “dentro” un’opera d’arte? La risposta a questa inusuale domanda arriva dall’esposizione Art from Inside. Capolavori svelati tra arte e scienza, allestita a Milano nelle sale di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-man-ray-palazzo-reale-milano" target="_blank">Palazzo Reale</a>. Ideata e curata da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/01/a-milano-la-vita-delle-scienziate-diventa-un-racconto-fotografico" target="_blank">Fondazione Bracco</a>, con la consulenza scientifica di Isabella Castiglioni e <a href="https://arte.sky.it/news/2024/libro-arte-giardino-dipinto-stefano-zuffi" target="_blank">Stefano Zuffi</a>, la mostra propone una prospettiva inedita sui processi creativi che hanno portato alla creazione di alcuni tra i grandi capolavori dell’arte italiana tra XV e XVIII secolo.<a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/01/a-milano-la-vita-delle-scienziate-diventa-un-racconto-fotografico" target="_blank"></a>
Il progetto espositivo (in programma fino al prossimo 6 gennaio) coniuga in modo innovativo arte, divulgazione e ricerca scientifica per svelare gli strati nascosti sotto la superficie di nove diverse opere. Tale risultato è reso possibile dall’impiego di strumenti diagnostici non invasivi, nonché dalla presentazione di accurate riproduzioni in scala 1:1. Seguendo questo percorso immersivo, i visitatori possono così scoprire le idee originali, i ripensamenti e le decisioni finali che hanno prodotto questi capolavori.
<h2>IN MOSTRA A PALAZZO REALE I SEGRETI DI 9 CAPOLAVORI DELL’ARTE ITALIANA</h2>
Il cuore del progetto espositivo in corso a Milano sono i lavori di maestri del calibro di <a href="https://arte.sky.it/foto/arte/polittico-agostiniano-piero-della-francesca-milano" target="_blank">Piero della Francesca</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-beato-angelico-palazzo-strozzi-firenze" target="_blank">Beato Angelico</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/2025/caravaggio-conversione-saulo-pala-odescalchi-palazzo-barberini" target="_blank">Caravaggio</a>. Attraverso una serie di accurate indagini scientifiche, la mostra rivela la "vita segreta" di nove opere, portando alla luce l’articolato processo creativo alla base di ciascuna di esse. Tra gli strumenti impiegati dai ricercatori coinvolti, spiccano numerose tecniche nate in ambito medico, dai <a href="https://arte.sky.it/news/2022/scoperta-ritratto-manet-national-gallery-londra" target="_blank">raggi X</a> usati per radiografie e TAC, agli esami a <a href="https://arte.sky.it/news/2025/pablo-picasso-scoperta-ritratto-nascosto-periodo-blu" target="_blank">infrarossi</a>. 
L’allestimento nelle otto sale di Palazzo Reale dedicate all’evento affianca le riproduzioni in alta risoluzione delle opere a numerosi strumenti multimediali, che illustrano in modo particolareggiato ogni decisione presa dai singoli artisti durante l’esecuzione dei lavori. Tutti questi dettagli, impossibili da notare a occhio nudo, permettono al visitatore di scoprire per la prima volta i disegni preparatori tratteggiati nelle fasi iniziali del processo creativo, o le diverse tipologie di pigmento utilizzate.
<h2>LA SCIENZA SVELA I RIPENSAMENTI NASCOSTI NELLE OPERE D’ARTE</h2>
Il nobile intento divulgativo che anima Art from Inside è confermato dalla decisione degli organizzatori di consentire l’ingresso gratuito alla mostra. L’esposizione rappresenta un appuntamento imperdibile in particolare per i visitatori più giovani, in virtù dell’idea di accendere l’interesse per la valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese attraverso le discipline scientifiche.
La rassegna milanese si presenta come il tassello iniziale di un più ampio progetto culturale multidisciplinare, che coinvolge le competenze artistiche e tecniche di una pluralità di soggetti, dai restauratori agli storici dell’arte. Lo sguardo inedito su questi capolavori offerto dalla mostra evidenzia così l’importanza del dialogo tra saperi umanistici e scientifici, permettendo al tempo stesso di scoprire da una diversa angolazione il processo creativo dei grandi artisti del passato.
[Immagine in apertura: Beato Angelico, Primo scomparto dell’Armadio degli Argenti. Mappa dei principali pigmenti. CREDITS: Matteo Interlenghi, DeepTrace Technologies s.r.l.]

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