La mostra che indaga le sfilate di mostre come forma d’arte e fenomeno culturale

In Germania, il <a href="https://arte.sky.it/news/2023/iwan-baan-mostra-vitra-design-museum">Vitra Design Museum</a> dedica una mostra monumentale a uno degli strumenti più potenti e affascinanti dell’industria della moda: la sfilata. Visitabile dal prossimo 18 ottobre al 15 febbraio 2026 a Weil am Rhein, Catwalk: The Art of the Fashion Show affronta la passerella come un’opera d’arte totale, un palcoscenico in cui si intrecciano architettura, scenografia, musica, luci, coreografie e, naturalmente, corpi. In un percorso che attraversa oltre un secolo di storia, l’esposizione ricostruisce l’evoluzione di quello che può essere considerato come un rito collettiv, che dalle presentazioni intime nei salotti parigini di inizio Novecento è divenuto una forma di spettacolo veicolata anche via social media. Una narrazione che mette in scena i brand di punta del panorama globale – <a href="https://arte.sky.it/news/2025/coco-chanel-senza-segreti-programmi-tv-1-marzo">Chanel</a>, Dior, Gucci, Prada, Balenciaga – accanto a visioni radicali come quelle di <a href="https://arte.sky.it/news/2023/mostra-canada-alexander-mcqueen">Alexander McQueen</a> o Margiela. Catwalk: The Art of the Fashion Show vuole dunque mostrare come la passerella rifletta sogni, valori, tensioni sociali e trasformazioni culturali.
<h2>LA STORIA DELLE SFILATE IN MOSTRA AL VITRA DESIGN MUSEUM</h2>
Se il primo spazio della mostra racconta la genesi della sfilata, tra i pionieri come Worth, Poiret e Chanel, il secondo accompagna il visitatore negli anni del prêt-à-porter, quando la moda scese in strada e abbracciò le sottoculture urbane. Memorabile il Battle of Versailles del 1973, storica sflilata in cui i designer americani "sfidarono" i francesi segnando la consacrazione internazionale degli Stati Uniti, ma a passare alla storia fu anche l’ascesa delle modelle nere come Pat Cleveland, che ridefinirono l’immaginario estetico di un’epoca. Negli anni Novanta, con l’avvento delle supermodelle – Linda Evangelista, Cindy Crawford, Naomi Campbell e Christy Turlington – la passerella divenne icona globale, capace di catturare lo spirito del tempo tra glamour sfrenato e condensare nuove pressioni mediatiche. Attraverso inviti, video e oggetti scenici, il Vitra Design Museum descrive dunque come le sfilate ben oltre l'ovvia presentazione degli abiti, insistendo sul loro essere espressione di un’epoca, specchio di desideri e contraddizioni.
<h2>DA CHANEL ALLA PANDEMIA, LA SFILATA SI REINVENTA</h2>
La terza e quarta sala catapultano invece nel cuore della contemporaneità. La sfilata diventa evento mediatico planetario e laboratorio di sperimentazione. Tanti gli esempi salienti: Karl Lagerfeld trasformò il <a href="https://arte.sky.it/news/2025/grand-palais-parigi-apertura-restauro" target="_blank">Grand Palais</a> in supermercato, McQueen fece dipingere un abito da un robot, Balenciaga diede anche ai personaggi dei Simpsons l'opportunità di partecipare. La pandemia ha accelerato la rivoluzione digitale, spingendo i creativi a sviluppare nuove forme per rispondere alle esigenze del distanziamento fisico. E le risposte non sono mancate. Dior ha costruito una maison in miniatura, Loewe ha lanciato collezioni “in scatola” per poi spedirle, Gucci si è ispirato al Cyborg Manifesto di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/biennale-architettura-leone-oro-carriera-donna-haraway-italo-rota">Donna Haraway</a>. Eppure, nonostante le piattaforme e i live streaming, la mostra Catwalk: The Art of the Fashion Show sottolinea quanto la sfilata resti insostituibile come esperienza fisica e collettiva. Con il suo carico di riti, simboli, eccessi e spettacolarità.
[Immagine in apertura: Supermodels Linda Evangelista, Cindy Crawford, Naomi Campbell, and Christy Turlington at the Versace Ready-to-Wear, show, A/W 1991/92, Milan © Shutterstock, Foto: Paul Massey]

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I celebri occhiali "tondi" di John Lennon finiscono all'asta

C’è grande attesa tra i fan di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/libro-john-lennon-filosofia" target="_blank">John Lennon</a>: il 23 e 24 ottobre la nota casa d’aste Propstore metterà infatti all'incanto diversi oggetti personali del cantante, offrendo ai collezionisti la possibilità di aggiudicarsi un cimelio dal grande valore affettivo e simbolico. Tra i numerosi elementi che saranno battuti all’asta in occasione della Music Memorabilia Live Auction, spiccano i caratteristici occhiali tondi, modello Windsor Glasses, che Lennon indossò fino all’inizio del 1974.
Proprio i mesi finali di questo periodo vennero definiti dallo stesso musicista come il "<a href="https://arte.sky.it/news/2025/the-lost-weekend-love-story-programmi-tv-22-agosto" target="_blank">lost weekend</a>", a indicare una fase turbolenta della sua vita, complice anche la temporanea separazione da <a href="https://arte.sky.it/news/2025/yoko-ono-libro-miglietti-fam-shake" target="_blank">Yoko Ono</a>. Propstore, casa d’aste britannica specializzata nella vendita di memorabilia legate all’industria dell’intrattenimento, ha fissato un valore per questo cimelio tra le 150 e le 300mila sterline (pari a circa 170mila e 340mila euro). Una valutazione che evidenzia come questi occhiali rappresentino un vero pezzo di storia della musica.
<h2>I CIMELI DI LENNON E DEI BEATLES IN VENDITA A FINE OTTOBRE</h2>
La storia di questi occhiali speciali è particolarmente emblematica dello stile di vita di Lennon all’inizio degli anni Settanta. Il 12 marzo 1974, Lennon iniziò a importunare il duo di musicisti e comici Smothers Brothers durante uno spettacolo a Los Angeles. Ben presto si scatenò una rissa, al termine della quale l’ex Beatle, visibilmente alterato dall’alcol, venne allontanato dal locale. Nel trambusto, Lennon perse le sue lenti, che furono raccolte dalla moglie di uno dei due comici.
Gli occhiali tondi erano diventati parte integrante del look del musicista a partire dal 1967, quando li indossò per la prima volta in occasione delle riprese del film How I Won the War. A conferma dell’iconicità di questo accessorio, esistono numerose immagini che documentano come John Lennon amasse particolarmente indossarlo. Una di queste finì anche per essere scelta come copertina del suo celebre singolo del 1973, intitolato Mind Games.
<h2>ALL’ASTA ANCHE LE CHITARRE DI NOEL GALLAGHER E GLI OCCHIALI DI ELVIS</h2>
Il paio di occhiali da vista fumé di John Lennon rappresenta indubbiamente il pezzo forte della prossima Music Memorabilia Live Auction, ma il catalogo dell’asta in programma a fine ottobre raccoglie molti altri cimeli di grande valore. Sempre in tema Beatlemania, non mancano infatti poster originali e cartoline autografate da vari membri dei <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-beatles-brescia" target="_blank">Fab Four</a>, nonché un pezzo di stoffa che Lennon decorò con suoi disegni a matita.
La vendita, che si terrà in contemporanea a Londra e online, offrirà inoltre agli appassionati di musica l’occasione di aggiudicarsi ben tre chitarre usate da <a href="https://arte.sky.it/video/noel-gallagher-s-high-flying-birds-1023846" target="_blank">Noel Gallagher</a>. Tra queste, spicca la mitica Gibson ES-355 danneggiata dal fratello Liam la sera dello scioglimento degli <a href="https://arte.sky.it/news/2025/libro-oasis-tour-reunion" target="_blank">Oasis</a>: uno strumento la cui valutazione massima supera il mezzo milione di euro. Saranno inoltre battuti un'opera di <a href="https://arte.sky.it/news/2022/libro-arte-musica-cover" target="_blank">Banksy</a> creata per la cover del disco dei Blur intitolato Think Tank, una copia autografata da <a href="https://arte.sky.it/news/2025/bruce-springsteen-in-his-own-words-programmi-tv-24-settembre" target="_blank">Bruce Springsteen</a> del suo indimenticabile LP Born to Run, e un paio di occhiali da sole modello Grand Prix appartenuti al re del rock: <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/04/elvis-presley-fumetto-chwast-brower" target="_blank">Elvis Presley</a>.
[Immagine in apertura: foto di Jean Carlo Emer su Unsplash]

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