Edvard Munch è considerato un artista iconico e al tempo stesso poco conosciuto. La sua vita può essere raccontata come una fiaba nordica, affascinante e a tratti spaventosa al pari della sua opera più conosciuta: l’Urlo. È quanto evidenzia il documentario Munch – Amori, fantasmi e donne vampiro, in onda su Sky Arte giovedì 27 marzo.

Partendo dalla sua casa natale, il docufilm guida gli spettatori alla scoperta dei momenti difficili che hanno segnato la vita del pittore norvegese, a partire dalla perdita della madre e della sorella. È questa una fase cruciale per l’evoluzione dell’immaginario dell’artista, legato indissolubilmente ai temi della malattia, della nostalgia e della natura transitoria dell’esistenza.

La narrazione non trascura poi l'esperienza di Munch nella bohème di fine Ottocento, tra la Norvegia e Berlino, a stretto contatto con figure di spicco del panorama culturale dell’epoca: dal pittore Christian Krohg al drammaturgo svedese August Strindberg. Un altro aspetto fondamentale della sua complessa biografia e della sua opera, accuratamente indagato dal documentario, è il rapporto complesso con l’universo femminile, costantemente in bilico tra passione e tormento, desiderio e angoscia.

Attraverso le preziose testimonianze di biografi e storici dell’arte, Munch – Amori, fantasmi e donne vampiro ricostruisce le travagliate vicende terrene di un artista che ha saputo lasciare ai posteri un’eredità visiva di duraturo impatto. Prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital, il docufilm è stato diretto da Michele Mally con la sceneggiatura con Arianna Marelli.

[Immagine in apertura: E. Munch, Ashes ©Munch, Oslo M0417 20150819 ©Munch, Oslo]