Il parco archeologico da visitare quest'estate nelle Marche

<p>Ha inaugurato lo scorso 19 giugno il nuovo percorso di visita del Parco Archeologico di Urbs Salvia, antico centro romano situato nel Comune di Urbisaglia, in provincia di Macerata. La cerimonia di apertura, intitolata <i>All’incrocio tra passato e presente</i>, ha rivelato i nuovi tracciati all’interno dell’importante sito di età romana: ora, infatti, i visitatori possono percorrere per la prima volta le <a href="https://arte.sky.it/news/2025/scoperte-archeologia-alta-velocita-napoli-bari" target="_blank">strade basolate</a> del settore sud-orientale del più importante complesso archeologico delle Marche.</p>
<p>Il notevole ampliamento delle aree aperte al pubblico rappresenta il punto di arrivo di un lungo e articolato progetto di ricerca che ha coinvolto alcune tra le principali istituzioni culturali attive a livello regionale e nazionale. Gli studi condotti nell’antica colonia di Urbs Salvia hanno contribuito a far luce sull’organizzazione politica e sociale del centro urbano, nonché sulla sua storia millenaria.</p>
<h2>IL NUOVO PERCORSO DI VISITA DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI URBS SALVIA </h2>
<p>L’articolato lavoro di ricerca grazie a cui è stato possibile aprire il nuovo percorso di visita ha fatto emergere numerosi dati di grande rilevanza sull’evoluzione del piano urbanistico della colonia. L'area maggiormente interessata dagli scavi è stata quella circostante l’antico tempio-criptoportico dedicato alla dea Salus Augusta, a cui la città deve il suo nome. Grazie a queste indagini, è stato inoltre possibile ricostruire in dettaglio la storia di Urbs Salvia e le attività quotidiane che si svolgevano lungo le sue vie tra il II secolo a.C e il VI secolo d.C., periodo in cui la città si spopolò definitivamente.</p>
<p>Gli scavi condotti nel sito hanno avuto un ruolo decisivo per il restauro e la pulizia archeologica dell'area: due elementi chiave per la creazione del nuovo percorso, che consentirà a tutti i visitatori di conoscere da vicino la ricca storia di uno dei principali centri urbani di questa regione in epoca imperiale.</p>
<h2>GLI STUDI ARCHEOLOGICI NEL SITO PIÙ ESTESO DELLE MARCHE</h2>
<p>Le attività di ricerca nel Parco Archeologico di Urbs Salvia sono state coordinate in modo congiunto da Roberto Perna (docente di archeologia all’<a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/11/larte-che-salva-riscoprire-le-marche-dopo-il-sisma" target="_blank">Università di Macerata</a> e coordinatore della missione archeologica attiva nel sito marchigiano sin dal 1995) e da Sofia Cingolani (direttrice del Parco e responsabile della Direzione Regionale Musei Nazionali delle Marche presso il <a href="https://arte.sky.it/news/2025/apertura-studiolo-federico-moltefeltro-urbino-restauro" target="_blank">Palazzo Ducale</a> di Urbino). Proprio quest’ultima, in occasione dell’inaugurazione, ha voluto evidenziare l’importanza della “<i>restituzione alla fruizione pubblica di un settore urbano finora inedito, che consente di cogliere con maggiore chiarezza la complessità e la vitalità della città antica</i>”.</p>
<p>L’ambizioso progetto di ricerca e divulgazione all’interno dell’area archeologica nel maceratese è stato inoltre sostenuto finanziariamente dalla <a href="https://arte.sky.it/news/2024/giornate-europee-archeologia-2024" target="_blank">Direzione Generale Musei</a> del Ministero della Cultura. Tali fondi hanno permesso di portare avanti un complesso lavoro di indagine, i cui risultati potranno un giorno portare a un ulteriore ampliamento dei percorsi di visita a disposizione del pubblico.</p>
<p>[Immagine in apertura: Foto Claudio Ripalti per la Direzione Regionale Musei Marche]</p>


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<p>Torna a splendere <a href="https://arte.sky.it/news/2024/quayola-videomapping-casa-batllo" target="_blank">Casa Batlló</a>, capolavoro del modernismo catalano firmato da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/12/gaudi-architettura-libro" target="_blank">Antoni Gaudí</a>. Dopo oltre un anno, sono stati infatti completati gli interventi di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/gaudi-casa-batllo-barcellona-restauro" target="_blank">restauro</a> della sua facciata posteriore e del cortile privato, riportando alla luce l'aspetto originale concepito dall’architetto catalano nel 1906. L'area posteriore dell’abitazione è stata al centro di un ambizioso progetto costato circa 3,5 milioni di euro, a cui hanno preso parte maestri artigiani locali, esperti in ferro battuto, vetro, legno e ceramica.</p>
<p>Nonostante i primi lavori parziali condotti sul monumento simbolo di <a href="https://arte.sky.it/news/2023/guida-bambini-barcellona" target="_blank">Barcellona</a> tra gli anni Cinquanta e Novanta del secolo scorso, i principali elementi portanti e le rifiniture di Casa Batlló versavano in condizioni di notevole degrado. La progressiva scomparsa di dettagli architettonici e l’alterazione dei colori originali avevano finito per tradire la visione iniziale di Gaudí. Il restauro ha consentito di ripristinare lo stato originario degli elementi in legno, ferro e stucco, celati fino a pochi mesi fa sotto diversi strati di vernice.</p>
<h2>È TERMINATO IL RESTAURO DELLA FACCIATA POSTERIORE DI CASA BATLLÓ</h2>
<p>Il progetto di restauro ha dovuto superare sfide significative, ottenendo però in cambio la possibilità di compiere una serie di scoperte affascinanti. Tra gli aspetti più sorprendenti, spicca indubbiamente il recupero dei colori originali della facciata: il ripristino della tonalità nera dello stucco, ad esempio, modifica profondamente l’aspetto complessivo dell’intero edificio. Anche le ringhiere in ferro battuto hanno riacquistato il loro colore bianco originario, prima gravemente intaccato da diverse saldature aggiunte alla fine del XX secolo.</p>
<p>Il lavoro diretto da un’equipe di artigiani, in stretta collaborazione con architetti e storici dell’arte, ha permesso poi di riportare alla luce l’innovativo sistema di sostegno dei balconi progettato da Antoni Gaudí, composto da una struttura mista di mattoni e ferro a forma spirale. Un altro intervento fondamentale ha infine interessato il <i>trencadís</i>, l’ornamento distintivo dell’<a href="https://arte.sky.it/news/2025/casa-gomis-barcellona-centro-culturale" target="_blank">architettura modernista</a> catalana. La complessa decorazione, composta da oltre 85mila pezzi di ceramica e vetro, è stata minuziosamente restaurata, replicando con precisione assoluta il disegno di Gaudí, nonostante sia stato possibile recuperare solo un terzo dei frammenti originali. </p>
<h2>COLORI E INNOVAZIONI STRUTTURALI NEL PROGETTO DI ANTONI GAUDÍ</h2>
<p>Il complesso processo di restauro, condotto in parallelo da diversi team specializzati e suddivisi per elementi e materiali, ha consentito infine di ripristinare alcune caratteristiche originali che si credevano perdute per sempre. Tra queste, vale la pena di segnalare la grande pergola e le fioriere, riprodotte fedelmente grazie al confronto con una serie di fotografie risalenti all’epoca della costruzione dell’edificio.</p>
<p>La precisione assoluta nelle operazioni di montaggio degli elementi di ferro è stata resa possibile dall’impiego di strumenti tecnologici all’avanguardia, inclusi visori per la realtà aumentata e scansioni tridimensionali della facciata. La conclusione del restauro di Casa Batlló ha permesso di recuperare integralmente un capolavoro dell’architettura moderna, rendendo finalmente omaggio alla visione originaria del genio di Antoni Gaudí.</p>
<p>[Immagine in apertura: copyright – Before Restoration: David Cardelús | After Restoration: Claudia Mauriño] </p>


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