I monumenti alla democrazia di Jenny Holzer e Nick Cave per l'Obama Presidential Center

Un campus nel cuore del South Side di Chicago, uno dei quartieri culturalmente più vivaci della metropoli nordamericana. Si tratta dell'<a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/12/renzo-piano-architettura-progettazione-barak-obama-presidential-center-chicago" target="_blank">Obama Presidential Center</a>, il polo culturale e civico voluto dal 44esimo presidente degli Stati Uniti d’America, che sarà inaugurato nella primavera del 2026. Situato nell’area verde di Jackson Park, il nuovo centro ambisce a rappresentare un punto di riferimento globale per il cambiamento, tema centrale del programma politico di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2014/05/new-york-obama-911-memorial-museum" target="_blank">Barack Obama</a> fin dai primi anni Duemila.
Disegnato dallo studio Tod Williams Billie Tsien Architects | Partners (TWBTA), il centro accoglierà al proprio interno una grande biblioteca, un centro sportivo e un museo, destinato a ospitare una ricca collezione d’arte pubblica e mostre temporanee. La nuova istituzione racconterà la storia della presidenza Obama, i valori che l’hanno ispirata e il ruolo di ciascuno nel contribuire al cambiamento. La ricchezza e varietà di opere esposte nel museo rafforzeranno uno dei principi cardine della visione dell’ex presidente: l’importanza dell’arte nell’immaginare un futuro più giusto, inclusivo e <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-arte-contemporanea-democrazia-baviera" target="_blank">democratico</a>.
<h2>A CHICAGO NEL 2026 APRIRÀ IL POLO CULTURALE INTITOLATO AD OBAMA</h2>
Il nucleo fondamentale della struttura sarà proprio il museo, le cui linee architettoniche richiamano l’immagine di quattro mani giunte, simbolo di unione e collaborazione. Sulle facciate dell’edificio saranno inoltre incisi alcuni passaggi del celebre discorso tenuto da Barack Obama nel 50esimo anniversario di un evento cruciale nella lotta per i diritti civili: la marcia da Selma a Montgomery.
Alla collezione permanente e alle mostre saranno riservati quattro piani dell'Obama Presidential Center. L’ambizioso programma espositivo è alla base delle oltre 25 commissioni di opere site-specific promosse, attualmente affidate a Nick Cave, Nekisha Durrett, Jenny Holzer, Jules Julien, Idris Khan, Aliza Nisenbaum, Jack Pierson, Alison Saar, Kiki Smith e Marie Watt, che nell'insieme rappresentano uno spaccato eterogeneo del panorama artistico contemporaneo. Scendendo nel dettaglio, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/05/jenny-holzer-realta-aumentata-guggenheim-museo-bilbao" target="_blank">Jenny Holzer</a> realizzerà un’installazione ispirata alla repressione delle marce per i diritti civili negli anni Sessanta; un’attenzione particolare meritano anche le opere This Land, Shared Sky, ovvero l'installazione multimediale realizzata da Marie Watt e <a href="https://arte.sky.it/news/2025/nick-cave-tour-italia-2025" target="_blank">Nick Cave</a>, e Torch Song. Quest'ultima sarà scultura in bronzo, opera di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/desert-x-2025" target="_blank">Alison Saar</a>, ispirata alla Statua della Libertà e alle radici blues di Chicago.
<h2>IL PROGRAMMA DEL NUOVO MUSEO D’ARTE VOLUTO DA BARACK E MICHELLE OBAMA</h2>
Progettato come luogo di incontro aperto a tutti, il nuovo polo culturale di Chicago sarà animato da numerosi eventi, workshop e dibattiti, quasi sempre ad accesso gratuito. Il piano inferiore del museo ospiterà un caffè e un negozio, mentre nell'ultimo livello si insedierà la Sky Room, uno spazio di riflessione con vista panoramica sulla città e sul lago Michigan. Obiettivo dell'Obama Presidential Center è quello di diventare un catalizzatore della comunità locale, allo scopo di favorire tanto la crescita culturale quanto l'interazione sociale e lo svago.
L'intera iniziativa è gestita dalla Obama Foundation, un'organizzazione no-profit fondata dall’ex presidente e da sua moglie <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/02/barack-e-michelle-obama-nei-ritratti-di-kehinde-wiley-e-amy-sherald" target="_blank">Michelle</a> a sostegno di iniziative che contribuiscano al cambiamento della società in chiave democratica. In tale ottica, l’istituzione di questo nascente hub rappresenta una tappa essenziale per la creazione di un nuovo paesaggio culturale, all’interno del quale gli insegnamenti del passato possono essere d’ispirazione per il presente e il futuro della comunità internazionale.
[Immagine in apertura: © 2025 The Barack Obama Foundation <a href="https://www.obama.org/" target="_blank">www.obama.org</a>]

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Con oltre 130 opere cresce la collezione del Louisiana Museum of Modern Art

Le foto della grande mostra di Yayoi Kusama alla Fondation Beyeler

La storia del “Bacio” di Gustav Klimt

Un dipinto di Klimt sta per essere battuto a una cifra record

Questo autunno New York sarà al centro dell’attenzione mondiale del mercato dell’arte: <a href="https://arte.sky.it/news/2023/asta-sothebys-gustav-klimt" target="_blank">Sotheby’s</a> metterà all’asta la Leonard A. Lauder Collection, una raccolta di capolavori del Novecento che testimonia la passione e il mecenatismo di uno dei più grandi collezionisti americani. La sessione di vendita, che si terrà il 18 novembre nella nuova sede della casa d’aste nel celebre Breuer Building sulla Madison Avenue, proporrà 24 lotti con una stima complessiva superiore ai 400 milioni di dollari. 
Protagonista assoluto sarà il Ritratto di Elisabeth Lederer di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/fumetto-otto-gabos-gustav-klimt" target="_blank">Gustav Klimt</a>, dipinto tra il 1914 e il 1916, che potrebbe raggiungere la cifra straordinaria di 150 milioni di dollari. Mai apparso prima in un’asta pubblica, il ritratto rappresenta non solo una delle opere più iconiche del maestro viennese, ma anche una rara testimonianza della sua produzione di grandi ritratti femminili a figura intera, quasi tutti oggi custoditi in collezioni museali.
<h2>L’ASTA DA RECORD DI SOTHEBY’S A NEW YORK</h2>
Accanto al celebre ritratto, la collezione presenta altre gemme del genio di Klimt. Si tratta di due paesaggi realizzati durante i suoi soggiorni estivi sull’Attersee: Blumenwiese, un mosaico cromatico di fiori selvatici stimato oltre 80 milioni di dollari, e Waldhag bei Unterach am Attersee, datato 1916 e valutato più di 70 milioni. Entrambi questi lavori, mai offerti al pubblico, mostrano la versatilità del pittore, capace di passare dall’intensità psicologica dei ritratti alla poesia della natura. 
Ma la vendita non si limita a Klimt: sei sculture di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/dipinto-henri-matisse-van-gogh-museum-amsterdam" target="_blank">Henri Matisse</a>, oltre a opere di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/munch-amori-fantasmi-donne-vampiro-programmi-tv-27-marzo" target="_blank">Edvard Munch</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/2025/picasso-ribelle-parigi-storia-vita-museo-programmi-tv-17-luglio" target="_blank">Pablo Picasso</a>, Agnes Martin e Claes Oldenburg, completano un catalogo eccezionale che rende l’evento un unicum nella storia recente delle aste. La Leonard A. Lauder Collection appare così come un mosaico in cui si intrecciano le principali correnti artistiche del XX secolo, filtrate da un occhio collezionistico attento e coerente.
<h2>IL RITRATTO DI ELISABETH LEDERER DI GUSTAV KLIMT</h2>
Il Ritratto di Elisabeth Lederer racchiude anche una vicenda personale e storica drammatica. Figlia di August e Serena Lederer, i più importanti mecenati di Klimt, Elisabeth posò a lungo per l’artista, che la ritrasse con eleganza cosmopolita e suggestioni orientali. La tela rimase in famiglia, fino alle confische naziste del 1939, per poi essere restituita dopo la guerra e successivamente acquistata da Serge Sabarsky e, negli anni Ottanta, da Leonard Lauder. La vita della giovane donna fu segnata dalle persecuzioni razziali seguite all’Anschluss: per sfuggire alla deportazione fu costretta ad avanzare l’incredibile pretesa che lo stesso Klimt fosse suo padre biologico, un espediente che le consentì di sopravvivere fino al 1944. Questa storia rende l’opera non soltanto un capolavoro estetico, ma una testimonianza di resilienza e di fragilità.
[Immagine in apertura: Gustav Klimt, Porträt der Elisabeth Lederer (Portrait of Elisabeth Lederer). © Sotheby’s]

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