La nuova biennale d'arte contemporanea italiana si tiene nel paesaggio dell'Alta Langa

Trasformare il paesaggio in linguaggio, fondere il contemporaneo con il rurale, portare l’arte fuori dai confini canonici delle gallerie e immergerla nei boschi, nei castelli, nelle confraternite e nei borghi: questo l’obiettivo di Olimpia, la prima biennale di arte contemporanea diffusa tra le colline dell’Alta Langa cuneese, in scena dal 5 luglio al 31 agosto. Sette comuni – Cortemilia, Prunetto, Paroldo, Castino, Camerana, Serravalle Langhe e Niella Belbo – si trasformano in un’unica partitura visiva, sonora e letteraria, grazie a opere site-specific. 
<h2>LA PRIMA BIENNALE TRA LE COLLINE DELL’ALTA LANGA</h2>
Il viaggio di Olimpia – a cura della galleria Lunetta11 – parte da Cortemilia, dove sabato 5 luglio si inaugura Fairy Ring, installazione evocativa di Stefano Caimi che reinventa il mito dei “cerchi delle streghe”, richiamando le radici mistiche della terra e il potere invisibile della natura. Quella stessa sera, Serravalle Langhe diventa un laboratorio vivo: l’oratorio di San Michele ospita la residenza condivisa della videoartista Emma Scarafiotti e del musicista Paolo Dellapiana. Il giorno dopo, a Prunetto, il cielo si riempie di aquiloni grazie all’azione collettiva Otto cieli di Oliviero Fiorenzi, mentre nel castello si apre la sua mostra. 
<h2>LE OPERE DISSEMINATE NEL PAESAGGIO CUNEESE</h2>
Il secondo weekend vede protagonisti Niella Belbo, dove verrà svelata Promessa, scultura di Edoardo Manzoni; Camerana, dove la Torre medievale accoglierà Come due gocce d’acqua, l’opera site-specific di Dora Perini, realizzata in collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia; e infine Paroldo, dove la Confraternita di San Sebastiano ospiterà la mostra Listen to me, why is everything so hazy? della fotografa e videoartista Mara Palena. A chiudere il fine settimana è 1984 reinterpretato da Giuseppe Culicchia e Giorgio Li Calzi a Castino, in un reading sonoro che fonde la letteratura George Orwell, jazz ed elettronica. Fino a fine luglio, ogni installazione diventa il punto di partenza per esperienze immersive con Olimpia Outdoor, un programma di tour tematici che rende ogni visita un rito collettivo tra natura e creatività.
[Immagine in apertura: Stefano Caimi, Fairy Ring, 2023, ph. credit dell’artista]

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I giardini della Villa Magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta, nel cuore del quartiere romano dell’Aventino, ospitano dallo scorso 28 giugno un maestoso Leone, opera dell'artista bolognese <a href="https://arte.sky.it/foto/arte/hypermaremma-2024-davide-rivalta-gorilla" target="_blank">Davide Rivalta</a>. La scultura in bronzo, concessa in prestito dalla <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/arte/tempo-futurismo-gnam-roma" target="_blank">Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea</a> di Roma, è visibile al pubblico solo attraverso una prospettiva del tutto speciale: quella del celebre “buco della serratura" di Piazza dei Cavalieri di Malta.
Il punto panoramico, noto a romani e turisti per la vista particolare che offre sulla Cupola di San Pietro, presenta dunque da qualche giorno un dettaglio artistico aggiuntivo di grande valore come l'imponente figura di un grande felino ai piedi di uno dei simboli della cristianità. Attraverso questo dialogo visivo inedito tra arte e spiritualità, l’allestimento rende omaggio alla figura del nuovo pontefice, che ha scelto di farsi chiamare con il nome di Leone XIV.
<h2>L'ARTE DI RIVALTA PER RENDERE OMAGGIO A LEONE XIV</h2>
La presenza silenziosa e solenne del Leone in bronzo scolpito da Davide Rivalta si inserisce in modo ideale nel contesto iconografico di uno dei giardini più celebri e affascinanti al mondo. Il progetto espositivo è stato curato dall'Ambasciata del Sovrano Ordine presso la Santa Sede, attraverso l’essenziale collaborazione della GNAM di Roma e della sua direttrice, <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-arte-italiana-1950-1970" target="_blank">Renata Cristina Mazzantini</a>. Promotore principale dell’iniziativa è stato il Gran Maestro dell’Ordine, Fra’ John T. Dunlap, che in sede di presentazione ha evidenziato come il simbolo del leone “nella sua nobile immobilità, ci ricorda la forza silenziosa che protegge, serve e contempla”.
Artista bolognese, classe 1974, Rivalta è noto per le sue monumentali sculture di <a href="https://arte.sky.it/news/2022/installazione-galleria-nazionale-roma-pace" target="_blank">leoni</a>, gorilla e altri animali, realizzate prevalentemente in bronzo, alluminio e fibra di vetro. Le sue creature sono sempre raffigurate in pose realistiche e maestose, esprimendo una forte presenza simbolica. L'installazione all’Aventino non è la prima opera dello scultore visibile in contesti istituzionali: altri due leoni in bronzo sono infatti già esposti sotto il porticato del Cortile d’Onore del Palazzo del Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica Italiana.
<h2>LA SCULTURA DI DAVIDE RIVALTA PER IL NUOVO PAPA</h2>
Un altro aspetto artisticamente rilevante della nuova installazione è l’originale prospettiva da cui è possibile ammirarla: la celebre serratura, attraverso cui si può vedere il leone di Rivalta e la cupola progettata da <a href="https://arte.sky.it/news/2025/anniversario-michelangelo-galleria-accademia-firenze" target="_blank">Michelangelo Buonarroti</a>, è infatti inserita in una porta a sua volta storica, decorata da <a href="https://www.arte.sky.it/foto/altro/mostra-giovanni-battista-piranesi-gabriele-basilico-lonato-garda" target="_blank">Giovanni Battista Piranesi</a> nel 1765. Grazie al riuscito connubio tra un elemento storico come il portale e l’allestimento dell’opera di uno scultore contemporaneo, il progetto espositivo evidenzia la forza espressiva dell’arte, rendendo al contempo omaggio a un pontefice che appena due mesi fa “ha scelto per sé” il nome di Leone XIV.
[Immagine in apertura: Davide Rivalta, Leone, 2017]

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