Ecco come partecipare al festival di fotografia Liquida di Torino

Come ogni aspetto della società contemporanea, anche la fotografia del nostro tempo si fa sempre più fluida, trasformando le immagini in un linguaggio mutevole e in grado di veicolare messaggi globali. Il prossimo maggio, a Torino, <a href="https://arte.sky.it/news/festival-fotografia-torino-paratissima" target="_blank">Liquida Photofestival</a> celebra questa narrazione visiva cangiante, invitando i fotografi a lasciarsi andare seguendo il "fiume" della creatività.Partendo dal concetto di fluidità delineato da Zygmunt Bauman e dalle innovazioni della "fotografia liquida" di <a href="https://arte.sky.it/news/il-bestiario-fantastico-di-joan-fontcuberta" target="_blank">Joan Fontcuberta</a>, la manifestazione è alla ricerca di immagini che sfuggano ai confini tradizionali, per diventare riflessi del nostro tempo ipermoderno. Per selezionare gli artisti partecipanti alla kermesse torinese torna l’<a href="https://www.paratissima.it/liquida-exhibition-2025-call/" target="_blank">open call </a>Exhibition, rivolta ai fotografi di ogni età. Ogni artista è libero di esprimere la propria visione senza vincoli, raccontando storie, emozioni e idee con un linguaggio universale.<h2>COME PARTECIPARE ALL'OPEN CALL DI "LIQUIDA PHOTOFESTIVAL"</h2>Per partecipare basta registrarsi gratuitamente sulla piattaforma <a href="https://subscribe.paratissima.it/login" target="_blank">Art Gallery</a>, il cuore pulsante di Paratissima, entro il 28 febbraio 2025. Le proposte saranno valutate attentamente dalla direzione artistica, che guiderà i candidati nella creazione di un allestimento personalizzato per valorizzare al massimo la propria visione. In fase di iscrizione, il partecipante potrà scegliere tra diverse opzioni di spazio espositivo, approfittando di servizi aggiuntivi come il catalogo o l’allestimento professionale. I progetti vincitori daranno vita alla quarta edizione di Liquida Photofestival, ma non finisce qui: in palio ci sono anche il Premio FIUTO Art Space (per una mostra personale nello spazio espositivo <a href="https://arte.sky.it/news/radek-szlaga-mostra-fiuto-art-space" target="_blank">curato da Alex Urso a Ripatransone, nelle Marche</a>) e il Premio Paratissima Torino (per un ingresso gratuito alla "winter edition" del festival). Inoltre, le vendite delle opere avverranno tramite i canali ufficiali di Paratissima, offrendo un supporto tecnico e logistico per tutta la durata dell’evento e nei trenta giorni successivi.[Immagine in apertura: credits Vincenzo Parlati]

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La pittura di Basquiat approda sulle Alpi svizzere

Cosa legava un artista rivoluzionario e profondamente “urbano” come <a href="https://arte.sky.it/news/libro-jean-michel-basquiat" target="_blank">Jean-Michel Basquiat</a> alla quiete dei panorami alpini della Svizzera occidentale? La risposta viene dalla mostra Jean-Michel Basquiat. Engadin, attualmente in corso presso la sede di St. Moritz della nota galleria <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-dipinti-sculture-louise-bourgeois" target="_blank">Hauser &amp; Wirth</a>. Il pittore newyorkese, celebre per le sue opere caratterizzate da un’estetica fortemente legata alla street art statunitense, trovò nel corso di numerose visite in Svizzera un’inattesa ispirazione nella quiete dei paesaggi alpini, finendo per integrare molteplici riferimenti visivi alla cultura locale nel suo inconfondibile linguaggio artistico, ricco di simboli e rimandi alla cultura afro-americana.<h2>IL DIALOGO VISIVO TRA NEW YORK E LE ALPI NELLA MOSTRA SU BASQUIAT</h2>Dopo una prima mostra alla Galerie Bruno Bischofberger di Zurigo, risalente al 1982, Basquiat fece più volte ritorno in Svizzera, dove rimase particolarmente affascinato dalla vastità del paesaggio naturale e dalla ricca storia culturale della regione dell’Engadin. L’evidente contrasto tra la tranquillità delle Alpi svizzere e il frenetico dinamismo di New York si riflette in diverse opere create durante i soggiorni in terra elvetica e presentate lungo il percorso espositivo: tra queste spiccano The Dutch Settlers (un imponente dipinto composto da nove tele dove convivono immagini e riferimenti alla diaspora africana e alla schiavitù ed elementi caratteristici dell’iconografia alpina, come abeti o stambecchi) e Big Snow (opera dove i rimandi a temi storici come il trionfo di <a href="https://arte.sky.it/news/parigi-mostra-olimpiadi-storia-mondo" target="_blank">Jesse Owens</a> alle Olimpiadi di Berlino del 1936 sono disposti sullo sfondo di un paesaggio montano innevato).<h2>LA COLLABORAZIONE TRA BASQUIAT, WARHOL E CLEMENTE</h2>Aperta al pubblico fino al 29 marzo, la mostra Jean-Michel Basquiat. Engadin evidenzia inoltre come l'esperienza svizzera, oltre ad aver rappresentato un’importante fonte d'ispirazione, abbia offerto a Basquiat un’occasione di crescita e scambio creativo. Nel 1984 infatti, proprio a <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/12/damien-hirst-installazione-mostra-st-moritz" target="_blank">St. Moritz</a>, nacque il celebre sodalizio artistico tra l’artista newyorkese, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/05/warhol-e-basquiat-la-loro-amicizia-in-un-libro-fotografico" target="_blank">Andy Warhol</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-transavanguardia-san-marino" target="_blank">Francesco Clemente</a>: una collaborazione inedita e fondamentale che segnò un punto di svolta nella carriera di Jean-Michel Basquiat, portandolo a contribuire in modo distintivo alla creazione di opere come In Bianco, celebre tela dipinta a sei mani che integra e fonde armoniosamente i diversi stili dei tre artisti.[Immagine in apertura: Jean Michel-Basquiat, Brook Bartlett and Bruno Bischofberger at the Cresta Klubhaus in St. Moritz on January 30, 1983. Photo: Christina Bischofberger © Galerie Bruno Bischofberger, MännedorfZurich, Switzerland]

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