A Bologna apre il nuovo polo artistico e culturale BACH

Bologna ha un nuovo <a href="https://arte.sky.it/news/2025/centro-studi-luce-mario-nanni-bologna" target="_blank">spazio dedicato all’arte</a> e alla cittadinanza, un progetto che coniuga rigenerazione urbana, creatività e inclusione sociale. Domenica 28 settembre è stato inaugurato BACH – Bologna Art Culture Hub, che è il frutto della trasformazione di una storica bocciofila in via Francesco Zanardi rinata come laboratorio culturale. Il progetto è stato sviluppato da Leggere Strutture Art Factory, in collaborazione con il Quartiere Navile, e si propone come punto di riferimento per artisti, famiglie, giovani e comunità locali. 
<h2>BACH IL NUOVO POLO CULTURALE DI BOLOGNA</h2>
Dietro la nascita di BACH c’è un percorso che racconta la capacità di Bologna di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/bologna-palazzo-bentivoglio-biblioteca-eugenio-busmanti" target="_blank">reinventare i propri spazi storici</a> attraverso la partecipazione. La rigenerazione dell’ex bocciofila è stata infatti resa possibile grazie alla collaborazione di Arci Bologna, Offside Pescarola e dei soci del circolo che hanno aperto le porte al cambiamento. Il processo è stato sostenuto dal Bando per l’innovazione sociale della Regione Emilia-Romagna e dal contributo tecnico della Marchesi Movimento Terra srl, che ha permesso la realizzazione dei lavori interni ed esterni. Il risultato è un hub che coniuga produzione artistica, formazione e spettacolo dal vivo con attività sociali, inclusive e interculturali. Non solo un palcoscenico per gli artisti, dunque, ma un luogo di incontro per famiglie, adolescenti, bambini, persone con disabilità e anziani: un centro in grado intergenerazionale, capace di accogliere i bisogni di una comunità in continua evouzione.
<h2>A BOLOGNA UN LABORATORIO CREATIVO E PER LE ARTI PERFORMATIVE</h2>
Con BACH, Bologna si conferma laboratorio creativo e città che investe sulla cultura come motore di innovazione sociale. Il nuovo hub ambisce a divenire una Casa degli Artisti, un polo multidisciplinare dedicato alle arti performative e allo spettacolo dal vivo, in cui ricerca, formazione e sperimentazione si riflettono in una programmazione accessibile e democratica. La sfida è ambiziosa: trasformare la periferia in un centro vivo e pulsante, generare connessioni tra talenti emergenti e realtà consolidate, e costruire un tessuto culturale che dialoghi con il territorio senza perdere lo sguardo internazionale. Fin da subito BACH ospiterà le prime performance artistiche, inaugurando ufficialmente un calendario che promette di portare nuova linfa in città: una scommessa che guarda avanti e che restituisce a Bologna un luogo storico trasformato in simbolo di creatività condivisa.

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Arte e scienza si intrecciano nella mostra di Escher a Milano

<a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-escher-castello-conversano-bari" target="_blank">Maurits Cornelis Escher</a> amava definirsi un “artigiano delle immagini”; eppure nelle sue opere si intrecciano mondi che sfidano la percezione, spazi che si ribaltano e figure che si inseguono all’infinito. Con i suoi universi grafici ha conquistato generazioni di artisti, matematici, scienziati e appassionati di enigmi visivi. Fino all’8 febbraio 2026, il <a href="https://arte.sky.it/news/2025/chiharu-shiota-installazione-mudec-2025" target="_blank">MUDEC</a> di Milano gli dedica la grande mostra M.C. Escher. Tra arte e scienza, che riporta in città, dopo dieci anni, un protagonista indiscusso del Novecento. 
Otto sezioni tematiche, novanta opere tra incisioni, xilografie, litografie e acquerelli, arricchite da oltre quaranta reperti islamici, materiali d’archivio e installazioni multimediali: il visitatore è invitato non solo a contemplare i celebri capolavori – da Giorno e notte a Metamorfosi II –, ma anche a scoprire la straordinaria varietà di linguaggi e influenze che hanno nutrito la sua visione, dalle architetture italiane alle simmetrie moresche, fino ai paradossi della geometria iperbolica.
<h2>LA MOSTRA DI ESCHER AL MUDEC DI MILANO</h2>
Il percorso espositivo si apre con il giovane Escher, allievo di Samuel Jessurun de Mesquita, che lo introdusse all’arte grafica e al rigore del segno. Nei lavori giovanili, come Uccelli (1926), già si riconosce la precisione delle linee e la tensione verso l’astrazione. Da qui si passa all’Italia, dove l’artista visse tra il 1923 e il 1935: litografie e xilografie restituiscono paesaggi montuosi, borghi e vedute romane, interpretati con uno sguardo geometrico che prelude alla sua futura ricerca. La sezione successiva è dedicata all’influenza decisiva dei viaggi in Spagna: l’Alhambra di Granada e la Mezquita di Cordova gli svelarono la forza delle tassellature islamiche. Le copie dei motivi musivi e i reperti a confronto mostrano come Escher assimilò e trasformò le simmetrie in un linguaggio personale, capace di trasmutare schemi astratti in uccelli, pesci e cavalieri. Seguono le sezioni su tassellatura e pattern, con gli acquerelli tratti dalla sua vasta serie di prototipi: studi rigorosi che documentano l’evoluzione da semplici esercizi modulari a complessi sistemi di trasformazioni.
<h2>DALLE INCISIONI DEGLI ANNI TRENTA ALL’INFINITY ROOM IMMERSIVA</h2>
Dalla metà degli anni Trenta emergono i cicli e le metamorfosi, in cui le forme mutano progressivamente dando vita a narrazioni visive senza fine. In mostra si ammirano opere come Metamorfosi I e Metamorfosi II, dove la cittadina di Atrani diventa un ponte simbolico tra realtà e immaginazione. A questa si affianca la sezione dedicata a matematica e geometria, che illustra i rapporti di Escher con studiosi come György Pólya e H.S.M. Coxeter, e le sue celebri sperimentazioni con il disco iperbolico di Poincaré, culminate nella serie Limite del cerchio. Il tema dell’infinito trova qui la sua massima espressione: tassellature che si rimpiccioliscono verso i bordi, dando forma visiva all’eternità. 
Il percorso si chiude con le applicazioni pratiche: illustrazioni, ex libris, copertine e motivi decorativi, testimonianza di un artista capace di trasformare il rigore della ricerca in strumento per il design. La mostra culmina in un’infinity room immersiva, che restituisce al visitatore la vertigine del paradosso escheriano.
[Immagine in apertura: vista della mostra M.C. Escher. Tra Arte e Scienza al MUDEC – Museo delle Culture di Milano. Ph. Carlotta Coppo]

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