Pompei ritrova la Casa del Giardino di Ercole e le sue preziose specie botaniche

Il <a href="https://arte.sky.it/news/2025/scultura-scoperta-pompei-necropoli-porta-sarno" target="_blank">Parco Archeologico di Pompei</a> è un luogo da osservare e scoprire passa dopo passo. Ma anche da annussare e analizzare secondo il naturale susseguirsi delle stagioni. A ricordarlo sono spazi come il Giardino di Ercole, restituito alla bellezza di un tempo nell'omonima dimora attraverso una serie di interventi di riqualificazione e valorizzazione. A partire dall'11 giugno, ogni martedì quella che è altrimenti nota come la "casa del profumiere" (per la probabile produzione e commercializzazione di profumi che qui avveniva) e il suo "polmone verde" possono essere raggiunti dai visitatori di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/scoperta-archeologia-terme-pompei" target="_blank">Pompei</a>.
<h2>LA CASA DEL GIARDINO DI ERCOLE RIAPRE A POMPEI</h2>
La recente messa a dimora di 800 rose antiche, 1.200 viole, 1.000 piante di ruscus, oltre a ciliegi, viti e meli cotogni messi nell’area verde della casa del Giardino di Ercole di Pompei restituisce infatti alla pubblica fruizione un sito del <a href="https://arte.sky.it/foto/altro/scoperta-villa-pompei-affreschi-dioniso" target="_blank">Parco Archeologico di Pompei</a> che consente di comprendere la profonda relazione tra il patrimonio immobiliare dell'antica città romana e la sua dimensione green. Come ricordato da Gabriel Zuchtriegel, che digire il Parco, “a Pompei il paesaggio naturale e archeologico sono un tutt’uno. Questa fusione naturale lo era in antico e lo è tornata ad essere oggi, grazie ai progetti di cura delle aree verdi del Parco, che hanno restituito e valorizzato questa commistione. Il verde di Pompei che un tempo era percepito come un problema di gestione e manutenzione, un elemento quasi separato dalle strutture archeologiche, oggi è riconosciuto come componente essenziale delle aree archeologiche, nonché del più ampio progetto di azienda agricola del Parco.” I lavori condotti di recente e l'attività di studio e di ricerca che si ha preceduti sono stati coordinati dall’Associazione ROSANTIQUA; oltre ai tecnici del Parco Archeologico di Pompei, in quest'opera di recupero filologico sono stati coinvolti anche gli esperti del Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II, per gli aspetti agronomici. <a href="https://arte.sky.it/foto/altro/scoperta-villa-pompei-affreschi-dioniso" target="_blank"></a>
<h2>LA STORIA DELLA CASA DEL GIARDINO DI ERCOLE</h2>
L'operazione condotta a termine costituisce dunque un esempio di collaborazione tra pubblico-privato a Pompei e riflette il rilievo non solo archeologico, ma anche botanico di questo inestimabile sito. 
Risalente al III sec. a.C., la Casa del Giardino di Ercole deve la propria denominazione al ritrovamento, nel larario del suo giardino, di una statuetta marmorea raffigurante la figura che presso la civiltà greca era conosciuta come l'eroe Eracle. Dal punto di vista architettonico, rientra tra le case a schiere pompeiane; in origine era costituita da 8 ambienti e da un orto. Al centro di una prima campagna di scavi nel 1953-54, presenta un'iscrizione sull'ingresso che riporta la frase: "cras credo" (domani si fa credito). Il giardino che la caratterizza, e che sarebbe stato centrale nella probabile produzione e commercializzazione di profumi, è stato a sua volta indagato nel 1971-72. Secondo i dati emersi nel corso di tali ricerche, tra le varie vicissitudine che l'hanno interessata, dopo il terremoto del 62 d.C. il suo proprietario avrebbe acquistato e demolito le domus confinanti per realizzare un grande giardino: qui venivano coltivati fiori destinati al commercio. Oggetti e bottigliette in vetro per profumi, rinvenuti in loco, testimoniano inoltre l'altra specifica produzione che fu propria di questo luogo, ancora in essere quando l'<a href="https://arte.sky.it/news/2025/pompei-regio-ix-megalografia-casa-del-tiaso" target="_blank">eruzione del Vesuvio</a> pose fine alla storia di Pompei.
[Immagine in apertura: Pompei, Casa del Giardino di Ercole. Per gentile concessione del Parco Archeologico di Pompei]

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I suoni e i colori associati all’estate hanno conquistato uno degli spazi culturali più importanti del centro di Parigi, quelli della Bourse de Commerce. La sede della Pinault Collection, inaugurata nel 2021 su progetto dello studio <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/01/architettura-musei-parigi-bourse-commerce-tadao-ando-pinault-collection" target="_blank">Tadao Ando Architect & Associates</a>, ospita fino al 21 settembre l'installazione multisensoriale clinamen, realizzata da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/08/mostra-installazione-celeste-boursier-mougenot-palais-de-tokyo-parigi-venezia" target="_blank">Céleste Boursier-Mougenot</a>. L’opera dell’artista occitano trasforma il vasto ambiente della Rotonda in uno spazio di profonda suggestione, in cui i visitatori possono vivere un'esperienza immersiva del tutto originale.
Combinando elementi naturali come l’acqua e l’aria, e materiali d’uso quotidiano come la ceramica, l'installazione di Boursier-Mougenot crea uno spazio onirico e contemplativo. Qui l'arte assume forme imprevedibili e sempre nuove, coinvolgendo la vista e l’udito dei visitatori per invitarli a immergersi in una reverie, un sogno a occhi aperti. Grazie alla creazione di un ambiente al cui interno l’arte si pone come esperienza al tempo stesso individuale e collettiva, l’artista francese conduce l’osservatore in un’esplorazione della propria percezione di spazio e tempo.
<h2>L’INSTALLAZIONE MULTISENSORIALE DI CÉLESTE BOURSIER-MOUGENOT A PARIGI</h2>
Collocata al centro di una vasta sala circolare, l'installazione di Céleste Boursier-Mougenot è composta da una vasca di 18 metri di diametro, piena d'acqua che riflette il cielo visibile attraverso la cupola della <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/01/architettura-parigi-bourse-commerce-tadao-ando-pinault-collection" target="_blank">Bourse de Commerce</a>. Su questa superficie galleggia una moltitudine di ciotole di ceramica bianca che, mosse da una leggera corrente artificiale, producono suoni melodiosi e ipnotici. L’unione tra le vibrazioni acustiche, sempre diverse, e l’impatto visivo immediato dell’opera proietta i visitatori in un ambiente familiare ed esotico al tempo stesso, in risonanza diretta con l'architettura iconica del sito.
Attraverso la creazione di questa sinfonia sempre diversa e indipendente dall’intervento dell’artista, l’opera clinamen trasforma il suono in una materia viva, distante dai canoni delle armonie musicali codificate. Il visitatore è invitato a partecipare attivamente all'esperienza sensoriale, determinando attraverso la sua sola presenza un cambiamento impercettibile ma decisivo del movimento delle ciotole e del suono che ne risulta. Il risultato è un'esperienza artistica e sensoriale che si rinnova costantemente: ogni istante trascorso davanti all’opera offre una percezione diversa, come sempre unici e diversi sono i momenti della vita di tutti i giorni.
<h2>ACQUA E SUONI PROTAGONISTI DEL PROGETTO ESPOSITIVO ALLA BOURSE DE COMMERCE</h2>
L'installazione negli spazi della Pinault Collection di Parigi rappresenta una nuova tappa del lungo percorso artistico di Céleste Boursier-Mougenot. Nato nel 1961 nei pressi di Montpellier, l’artista vanta una carriera trentennale nel mondo della musica e delle arti visive. Oltre ad aver rappresentato il suo Paese alla <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/11/ultimi-appuntamenti-biennale-arte-venezia-2015" target="_blank">56esima Biennale di Venezia</a> nel 2015, ha esposto le proprie opere in sedi prestigiose come il <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/04/larchitettura-del-giappone-raggiunge-il-barbican-di-londra" target="_blank">Barbican Centre</a> di Londra e l'<a href="https://arte.sky.it/news/2024/artisti-disabili-moma-san-francisco" target="_blank">SFMoMA</a> di San Francisco.
Le sue opere, spesso create in perfetta rispondenza con le caratteristiche architettoniche degli spazi che le accolgono, traducono in termini contemporanei e fortemente musicali un “desiderio di cogliere l'infinito all’interno dello spazio circoscritto dell’opera” che, a giudizio della curatrice <a href="https://arte.sky.it/news/2023/mostra-icona-punta-della-dogana-venezia" target="_blank">Emma Lavigne</a> (direttrice generale della <a href="https://arte.sky.it/news/2025/tatiana-trouve-thomas-schutte-venezia-pinault-collection">Pinault Collectio</a>n) ricorda l’esperienza pittorica di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-joan-miro-maria-lai-ulassai" target="_blank">Joan Miró</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mark-rothko-mostra-oslo-opere-carta" target="_blank">Mark Rothko</a>. In parallelo, Boursier-Mougenot impiega nei suoi lavori materiali e oggetti quotidiani, liberandoli dalle loro funzioni ordinarie per ricreare un'esperienza sonora e visiva che invita gli osservatori a perdersi in una dimensione onirica.
[Immagine in apertura: Céleste Boursier-Mougenot, clinamen v.10, 2012-2025 Courtesy of the artist, Paula Cooper Gallery (New York), Galerie Xippas (Paris), Galerie Mario Mazzoli (Berlin) Photo : Nicolas Brasseur]

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