Nel 2025 riaprirà lo Studiolo di Federico da Montefeltro a Urbino

<p>Bisognerà attendere ancora pochi mesi prima di poter visitare nuovamente uno dei tesori inestimabili del Palazzo Ducale di Urbino. Il celebre <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/03/foto-dipinti-uomini-illustri-studiolo-federico-da-montefeltro-duca-di-urbino" target="_blank">Studiolo</a>, la stanza privata fatta realizzare verso la fine del XV secolo dal Duca <a href="https://arte.sky.it/news/appartamento-ospiti-palazzo-ducale-urbino-riapertura " target="_blank">Federico da Montefeltro</a>, riaprirà infatti al pubblico alla fine di maggio, dopo un’accurata opera di restauro e manutenzione iniziata lo scorso novembre.</p><p>Inserito nel più ampio programma di lavori di adeguamento e riallestimento in corso nel palazzo urbinate, sede della <a href="https://arte.sky.it/news/urbino-palazzo-ducale-nuove-sale " target="_blank">Galleria Nazionale delle Marche</a>, il restauro dello Studiolo si è reso necessario per verificare lo stato di conservazione della preziosa boiserie intarsiata, realizzata nel 1476 dai fratelli Giuliano e Benedetto da Maiano, architetti e intagliatori, su disegno di artisti del calibro di <a href="https://arte.sky.it/news/botticelli-firenze-cinema" target="_blank">Sandro Botticelli </a>e Francesco di Giorgio Martini.</p><h2>I SEGRETI DELLO “STUDIOLO” DI PALAZZO DUCALE</h2><p>Per verificare le condizioni delle decorazioni lignee e sottoporle a un processo di eliminazione di eventuali parassiti, i restauratori hanno provveduto a smontare i pannelli uno a uno: un’operazione delicata, condotta sulla scorta delle indicazioni scritte lasciate da <a href="https://arte.sky.it/news/arte-liberata-mostra-roma-scuderie-quirinale" target="_blank">Pasquale Rotondi</a>, storico direttore della galleria marchigiana, che durante la Seconda Guerra Mondiale diresse un intervento simile per proteggere la preziosa stanza dai bombardamenti.</p><p>Il restauro in corso offrirà l'opportunità di aggiornare le conoscenze sullo Studiolo<em> </em>e sul Palazzo Ducale: gli studiosi potranno così tracciare con cura la storia del piccolo ambiente, dalla sua progettazione in epoca rinascimentale agli interventi sulle decorazioni effettuati nel corso dei secoli, come la rimozione di ventotto dipinti di <em>Uomini Illustri</em> avvenuta a metà Seicento, e il successivo ritorno di metà di essi nel 1934.</p><h2>IL RESTAURO DI UN GIOIELLO RINASCIMENTALE</h2><p>Dopo lo smontaggio, avvenuto lo scorso novembre, i pannelli della boiserie sono stati oggetto di una serie di interventi di manutenzione, come la spolveratura e l'applicazione di antitarlo, per essere quindi sottoposti a un trattamento di anossia, vale a dire la totale rimozione dell’ossigeno mirata all’eliminazione di qualsiasi agente parassitario.</p><p>In primavera, una volta terminati i lavori di restauro, lo Studiolo<em> </em>sarà rimontato nella sua sede originaria, al piano nobile del <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-5-novembre-palazzo-ducale-urbino " target="_blank">Palazzo Ducale</a>: qui il pubblico potrà presto tornare ad ammirarlo in tutto il suo splendore, anche grazie a un nuovo impianto di illuminazione.</p><p>[Immagine in apertura: Foto Claudio Ripalti. Courtesy Galleria Nazionale delle Marche]</p>

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Bologna ospita l'arte sovversiva di Ai Weiwei

Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

Addio a Rosita Missoni, cofondatrice della celebre maison

<p>Era nata nel 1931 lungo le rive del Ticino, in provincia di Varese, Rosita Missoni (all'anagrafe Rosita Jelmini). Scomparsa in data odierna all'età di 93 anni, è stata cofondatrice dell'azienda omonima, nata su impulso suo e del marito Ottavio Missoni nel secondo dopoguerra. Originaria del paese di Golasecca, era cresciuta in una famiglia legata a quel "microcosmo" di stoffe, colori e fili destinato a divenire il suo universo creativo: i nonni materni, infatti, gestivano una fabbrica di scialli e tessuti ricamati. Diplomatasi in lingue moderne, si era perfezionata nello studio dell'inglese a Londra, città teatro dell'incontro con il suo futuro coniuge.</p><h2>LA SCOMPARSA DI ROSITA MISSONI</h2><p>Al 1951 risale il matrimonio tra Ottavia e Rosita Missoni, che due anni più tardi a Gallarate stringono un sodalizio anche professionale, avviando il loro primo laboratorio di maglieria: una realtà indirizzata a una rapida e fortunata ascesa. Tra sperimentazioni, pubblicazioni su riviste specializzate, collaborazioni eccellenti, riconoscimenti di rilievo globale il brand Missoni cresce e non solo in Italia; nel corso degli anni Settanta e Ottanta arrivano anche i primi store oltre i confini nazionali. Alla base del successo internazionale dell'azienda si colloca il peculiare e inconfondibile "stile Missoni", contraddistinto dall'uso del colore e dal frequente ricorso a motivi di matrice geometrica. Decine i premi assegnati al duo nell'arco della lunga parabola professionale. Al 2003, in occasione del traguardo dei cinquant'anni, è stata promossa una "sfilata retrospettiva" presentata anche a Tokyo e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/08/londra-luniverso-a-colori-di-missoni-in-mostra" target="_blank">Londra</a>.</p><h2>LA FONDAZIONE OTTAVIA E ROSITA MISSONI</h2><p>Al 2008, infine, risale la nascita della Fondazione Ottavio e Rosita Missoni, sorta con l'obiettivo di "<em>tutelare la firma e l’opera artistica di Ottavio Missoni e la creatività applicata al lavoro svolto con la moglie Rosita</em>" e attiva in diversi campi, tra cui l'organizzazione di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/04/foto-missoni-arte-moda-vestiti-arazzi-mostra-maga-gallarate" target="_blank">mostre</a>, eventi culturali, convegni di studio, ricerche, attività didattiche ed educative. Cavaliere del Lavoro, per la categoria <em>Industria abbigliamento Lombardia</em>, dal 2014 (su nomina del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano), in anni recenti Rosita Missoni si è dedicata soprattutto alla linea home del brand, declinando la sua passione per il design anche sul fronte dell'arredamento. Tra i primi messaggi di cordoglio diffusi in seguito alla notizia della sua scomparsa si segnala quello del Museo MA*GA di Gallarate (già sede nel 2015 della retrospettiva <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/04/missoni-arte-colore-mostra-abiti-tessuti-moda-arte-contemporanea-maga-gallarate" target="_blank"><em>Missoni, L'Arte, Il Colore</em></a>), che la ricorda come "<em>indimenticabile imprenditrice, donna di grande cultura e simbolo di eleganza e creatività italiana</em>".</p><p>[Immagine in apertura: Photo by MARCO BERTORELLO / AFP) (Photo credit should read MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images]</p>

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