Roma si prepara al suo weekend dedicato all'arte contemporanea

Ben 34 gallerie disseminate nei diversi quartieri della Capitale, con aperture straordinarie e un fitto programma di mostre, progetti site-specific, performance e incontri: dal 9 all’11 maggio Roma si trasforma in un grande laboratorio dell’arte del presente grazie a Contemporanea – Roma Gallery Weekend.
Giunta alla sua terza edizione, la rassegna vuole presentarsi come un atto collettivo, una mappatura in tempo reale dell’energia creativa che attraversa Roma e le sue molteplici geografie culturali. Il nome stesso è un omaggio a Contemporanea, la mostra-manifesto curata da <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-transavanguardia-san-marino" target="_blank">Achille Bonito Oliva</a> nel 1973 nel parcheggio di Villa Borghese: oggi, a oltre cinquant’anni di distanza, quell’eredità si rinnova in una città che torna a proporsi come luogo vivo, aperto e soprattutto vissuto.
A ROMA TRE GIORNI DEDICATI ALLE GALLERIE D’ARTE CONTEMPORANEA
Passeggiare per la città durante il weekend di Contemporanea significa attraversare una mappa viva del "fare arte oggi", in cui ogni quartiere diventa spazio espositivo diffuso. A est, fra Trieste e San Lorenzo, troviamo la personale Ship of Theseus di Asger Dybvad Larsen da Rolando Anselmi, e una densa collettiva da SALES, con nomi come Wolfgang Tillmans e Flavio Favelli. Matèria propone la visione sospesa tra pittura e scrittura di Francisca Valador, mentre da Monitor torna <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/12/gli-artisti-arredano-le-stanze-di-villa-deste-a-tivoli-in-cui-visse-liszt" target="_blank">Thomas Braida</a>. Nel percorso che si snoda tra Flaminio, Campo Marzio e Colonna, si incrociano linguaggi diversi: la fotografia poetica di <a href="Giovanni%20Ozzola" target="_blank">Giovanni Ozzola</a> alla Galleria Continua, la ricerca di Gaia Fugazza sul rapporto corpo-natura alla Richard Saltoun Gallery, fino ai volumi silenziosi di Italian Days di Richard Avedon alla <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-gerhard-richter-gagosian-roma" target="_blank">Gagosian Gallery</a>. E c’è spazio anche per il design, con la mostra collettiva da Giustini / Stagetti, con progettisti del calibro di Luca Cipelletti, Formafantasma, Francesco Faccin e Umberto Riva. 
IL PERCORSO DIFFUSO TRA LE GALLERIE DELLA CAPITALE
Il cuore pulsante del centro storico, fino a Trastevere e Ostiense, vibra di nuovi sguardi, grandi nomi e giovani promesse: la pittura evocativa di Lorenza Boisi alla Galleria Richter, le tensioni visive di Caterina Silva nello spazio di Eugenia Delfini, l’energia materica di Turiya Magadlela da Anna Marra. A Trastevere, la chiesa sconsacrata di Sant’Andrea de Scaphis ospita un dialogo potente tra il maestro dell'Arte Povera <a href="https://arte.sky.it/news/2022/mostra-jannis-kounellis-minneapolis" target="_blank">Jannis Kounellis</a> e Richard Prince, mentre ADA dà spazio all’intensità plastica di Lulù Nuti. A Testaccio, <a href="https://arte.sky.it/video/pillole-alfabeto-del-contemporaneo-cesare-pietroiusti-915312" target="_blank">Cesare Pietroiusti</a> esplora la figura paterna in una personale profonda e politica da The Gallery Apart. A pochi passi da Ponte Sisto, è doverosa una visita alla Galleria Lorcan O’Neill, dove Gianni Politi presenta la personale Ruins and Revelations: una riflessione sull'eterna tensione tra classico e contemporaneo. Nella fitta rete di gallerie romane, ogni mostra è un tassello che racconta un frammento del nostro tempo, tra riflessioni intime e visioni sociali, tra installazioni immersive e immagini che si trasformano in racconto.
 [Immagine in apertura: Spazio Nuovo. Matias Ercole, Senza titolo, 2024]

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A Parigi il Musée Yves Saint Laurent chiude e si rinnova

Dopo sette anni di attività intensa, in cui ha accolto quasi un milione di visitatori e presentato oltre 2.000 opere, il <a href="https://arte.sky.it/news/2023/mostra-yves-saint-laurent-parigi" target="_blank">Musée Yves Saint Laurent di Parigi</a> chiude temporaneamente le sue porte e intraprende un ambizioso progetto di ristrutturazione. Ospitato nella storica sede della maison di alta moda, al 5 di Avenue Marceau, il museo – che custodisce una collezione unica, presentando al pubblico un viaggio nel genio creativo dello stilista – si prepara così a entrare in una nuova era. L'intervento, voluto dalla Fondation Pierre Bergé–Yves Saint Laurent e affidato agli studi <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/12/miami-rubell-museum" target="_blank">Selldorf Architects</a> di New York e Studio La Boétie di Parigi, mira a raddoppiare gli spazi espositivi accessibili al pubblico e a rendere visitabili luoghi finora inaccessibili, come l’ufficio di Pierre Bergé. 
IL RESTYLING DEL MUSÉE YVES SAINT LAURENT DI PARIGI
Responsabile dell’intervento è Annabelle Selldorf, architetta tedesca di fama internazionale nota per il suo approccio raffinato e sensibile, capace di coniugare innovazione e rispetto del patrimonio storico. Tra i suoi progetti più celebri figurano la ristrutturazione della <a href="https://arte.sky.it/news/2023/ritratto-moroni-frick-collection-new-york" target="_blank">Frick Collection</a> a New York e della Sainsbury Wing alla <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/02/bando-design-architettura-national-gallery-londra" target="_blank">National Gallery di Londra</a> (in apertura il prossimo 10 maggio). Anche per il museo parigino, Selldorf ha scelto una linea che valorizza l’identità della casa di moda, migliorando l’esperienza dei visitatori e le condizioni di conservazione delle opere. Parte delle collezioni sarà trasferita in un deposito esterno, liberando spazi per nuove funzioni, tra cui un innovativo Centro di Documentazione e Ricerca. Ma soprattutto, il nuovo polo culturale offrirà un accesso privilegiato a ricercatori, studenti e appassionati di moda, mettendo a disposizione un patrimonio di documenti, archivi, fotografie e materiali raccolti negli anni: un tassello fondamentale per capire a fondo l’impatto culturale di Yves Saint Laurent e Pierre Bergé.
IL PROGRAMMA ESPOSITIVO DURANTE LA CHIUSURA MUSÉE YVES SAINT LAURENT 
Durante la chiusura, però, il museo non cesserà la sua attività culturale, che proseguirà fuori dalle mura storiche. A partire dal 7 luglio 2025, infatti, la città di Arles ospiterà la mostra Yves Saint Laurent and Photography, organizzata nell’ambito del rinomato festival <a href="https://arte.sky.it/news/2023/arles-festival-fotografia-les-rencontres" target="_blank">Rencontres d’Arles</a>, tra le kermesse fotografiche più prestigiose al mondo. Curata da Simon Baker con Elsa Janssen, l’esposizione esplorerà il rapporto profondo tra il couturier e la fotografia, con uno sguardo privilegiato su come le immagini abbiano plasmato la sua visione e la sua identità pubblica. La prima sezione presenterà oltre 80 scatti iconici firmati da giganti come <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/06/mostra-fotografia-irving-penn-stoccolma" target="_blank">Irving Penn</a>, Richard Avedon e William Klein, mentre la seconda sarà un “gabinetto delle meraviglie”, con quasi 300 oggetti d’archivio: provini, cataloghi, riviste e scatti personali che rivelano il ruolo centrale della fotografia nella narrazione visiva della maison. Una tappa espositiva fondamentale, in attesa del grande ritorno del museo, previsto per l’autunno 2027, con una veste completamente rinnovata e ancora più internazionale.
[Immagine in apertura: © Sophie Carre]

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