Il leggendario concerto dei Cure diventa un film

È trascorso esattamente un anno da uno dei concerti rock più memorabili degli ultimi tempi: era infatti il 1° novembre 2024 quando i <a href="https://arte.sky.it/news/2025/the-cure-graphic-novel-feltrinelli-comics" target="_blank">Cure</a> si esibirono a Londra davanti a 3mila spettatori entusiasti. Proprio in questi giorni, la band capitanata da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/06/canzone-robert-smith-cure-chvrches" target="_blank">Robert Smith</a> ha annunciato sui propri canali social la prossima uscita nelle sale cinematografiche di The Cure: The Show of a Lost World, il film-concerto che celebra quella leggendaria performance sul palco del teatro Troxy.
In quell’occasione, il gruppo suonò per la prima (e finora unica) volta l’intera scaletta di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/cure-nuovo-disco-2024" target="_blank">Songs of a Lost World</a>, l’album uscito in quello stesso giorno e che aveva segnato il loro ritorno discografico dopo ben sedici anni di assenza. Il nuovo film musicale arriverà in un numero selezionato di sale il prossimo 11 dicembre, con l’obiettivo di portare sul grande schermo tutta la magia di quella incredibile esibizione dal vivo.
<h2>IL DOCUMENTARIO SULLA STORICA ESIBIZIONE DAL VIVO DEI CURE A LONDRA</h2>
A firmare la regia del film è Nick Wickham, regista britannico già vincitore del premio BAFTA e candidato a due Grammy, che per i Cure aveva già diretto un documentario celebrativo in occasione del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/12/i-primi-40-anni-di-the-cure-in-un-grande-concerto-a-londra" target="_blank">40esimo anniversario</a> della band. Della supervisione audio e del mix in formato Dolby Atmos si è invece fatto carico lo stesso Robert Smith, intenzionato a ricreare la stessa esperienza musicale ipnotica che aveva avvolto per oltre tre ore gli spettatori intervenuti a Londra.
La scaletta completa del documentario include oltre trenta brani, rispecchiando fedelmente la setlist dell’esibizione al Troxy e la sua suddivisione netta in due sezioni. Il concerto si apre così con l’esecuzione integrale delle otto canzoni di Songs Of A Lost World, per poi proseguire con altri 23 grandi classici della band, inclusi Pictures of You, A Forest, <a href="https://arte.sky.it/news/2022/disco-ristampa-wish-cure" target="_blank">Friday, I’m in love</a> e Boys Don't Cry. Il risultato è un viaggio unico nella storia del rock contemporaneo, tra le sfumature gotiche e malinconiche che segnano da sempre la produzione musicale della band britannica.
<h2>L’INARRESTABILE SUCCESSO DELLA BAND DI ROBERT SMITH</h2>
Il concerto londinese di un anno fa ha segnato un importante momento di rinascita artistica per Robert Smith e compagni. Dopo l’incredibile successo del loro album in studio e la contemporanea esibizione dal vivo (seguita in diretta streaming da oltre un milione di spettatori), il gruppo ha lavorato a diversi progetti connessi a tali eventi. Tra questi, vale la pena ricordare il disco dal vivo pubblicato un anno fa, i cui proventi erano stati interamente donati in beneficenza a War Child UK, e il più recente <a href="https://arte.sky.it/news/2025/cure-disco-remix-lost-world" target="_blank">Mixes of a Lost World</a>, l’album contenente i remix del LP di un anno fa.
I biglietti per assistere alla proiezione limitata di The Cure: The Show of a Lost World potranno essere acquistati in anteprima a partire dal prossimo 20 novembre. Dopo l’uscita nelle sale, il film in versione masterizzata 4K sarà pubblicato anche in formato fisico ad alta risoluzione e in digital download.

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Una mostra per scoprire il Paolo Conte pittore

Apre al pubblico oggi, 5 novembre, l’esposizione Paolo Conte. Original, che si presenta come la più ampia retrospettiva mai dedicata ai dipinti realizzati dal grande musicista italiano. In programma fino al prossimo 1° marzo nelle sale di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-escher-palazzo-mazzetti-asti" target="_blank">Palazzo Mazzetti</a>, ad Asti, la mostra raccoglie oltre 140 opere su carta firmate dal noto cantautore, gran parte delle quali mai esposte prima.
Il progetto espositivo, a cura di Manuela Furnari, rivela già dal suo titolo il carattere assolutamente originale che contraddistingue l’approccio di <a href="https://arte.sky.it/news/2023/paolo-conte-concerto-milano-teatro-arcimboldi" target="_blank">Paolo Conte</a> alle arti visive. Lo chansonnier astigiano ha coltivato questa passione per quasi settant'anni, avendo iniziato a cimentarsi con la pittura anche prima di scoprire il pianoforte. La mostra invita così il pubblico a esplorare un aspetto meno conosciuto della creatività di Paolo Conte, indagando al tempo stesso i punti di contatto tra i diversi linguaggi artistici impiegati dall’artista, classe 1937.
<h2>LA PIÙ AMPIA RETROSPETTIVA MAI DEDICATA A PAOLO CONTE</h2>
“Il disegno è uno dei miei due vizi capitali, più antico di quello per la musica e le canzoni”. Così Paolo Conte ha voluto sottolineare il peso delle <a href="https://arte.sky.it/news/2023/mostra-paolo-conte-uffizi-firenze" target="_blank">arti visive</a> nell’evoluzione del proprio percorso creativo. La mostra a Palazzo Mazzetti rivela come queste passioni abbiano sempre viaggiato a braccetto, realizzando un’inedita forma di sinestesia tra musica e pittura. Nella visione dell’artista, la tavolozza cromatica vive infatti in perfetto accordo con lo spartito, e “ogni tonalità ha un suo colore specifico”.
Tale armonia tra diverse tecniche e discipline artistiche è ben documentata lungo il percorso espositivo, che include opere mai esposte prima, tra cui Higginbotham, ispirata a uno dei più celebri trombonisti jazz della storia. Una sezione significativa raccoglie poi un’importante selezione delle 1800 tavole dedicate a <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/12/libro-razmataz-paolo-conte" target="_blank">Razmataz</a>, la celebre opera jazz scritta e musicata dallo stesso Conte. L’ultimo segmento della mostra presenta infine le opere a pastello su cartoncino nero realizzate dall’artista dal 2013 a oggi, che ben esemplificano quella ricerca dell’espressività nel disegno che caratterizza la sua intera produzione artistica.
<h2>IN MOSTRA AD ASTI OLTRE 140 OPERE REALIZZATE DAL CANTAUTORE</h2>
All’interno dell’universo artistico di Paolo Conte ricorre spesso una serie di elementi chiave, che rafforzano quel legame immediato tra musica e pittura già teorizzato da <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-wassily-kandinsky-amsterdam" target="_blank">Vasilij Kandinskij</a>: tra di essi, spiccano l’umorismo, il gusto per il paradosso e l’omaggio visivo alla <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/07/monfortinjazz-quarantanni-di-musica-nelle-langhe" target="_blank">musica jazz</a>. L’esposizione documenta inoltre la profonda influenza sul suo stile dell'<a href="https://arte.sky.it/news/2025/catalogo-espressionismo-italiano-silvana-editoriale" target="_blank">Espressionismo</a> e di molte avanguardie di inizio Novecento.
L’intero corpus di opere raccolto per l’allestimento di Paolo Conte. Original è stato concesso in prestito per l’occasione dalla collezione personale del grande musicista, custodita dalla Fondazione Egle e Paolo Conte ETS. Oltre a tutelare il patrimonio artistico e musicale del maestro, la fondazione si distingue per la promozione e la valorizzazione di progetti culturali di grande respiro, incluse campagne di solidarietà e beneficienza nell’ambito della ricerca medica.
[Immagine in apertura: Supercharleston al piano, da “Razmataz”, 1996 Matite colorate, inchiostro, tempera e tecnica mista su carta, 21x29,5 cm Archivio Paolo Conte, Asti]

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