Otis Redding, Isaac Hayes, Sam & Dave: sono solo alcuni dei grandi artisti della soul music lanciati nell’arco di poco meno di venti anni dalla Stax Records. Il documentario in quattro episodi intitolato Stax – The sound of Memphis, in onda su Sky Arte sabato 5 aprile, racconta la storia avvincente di una casa discografica nata negli anni Cinquanta in un piccolo negozio di dischi di Memphis, Tennessee.
Attraverso filmati d'archivio e interviste a musicisti e produttori, la <a href="https://arte.sky.it/video/stax-the-sound-of-memphis-ep1-991471">docu-serie</a> ripercorre l'incredibile storia dell'ascesa e della caduta di una delle etichette più iconiche della musica del Novecento.
La prima puntata, in onda alle ore 21:15, si intitola Cause I Love You e trasporta gli spettatori nella Memphis degli anni Cinquanta. È qui che la Stax Records nasce e si afferma in breve tempo come una delle etichette più significative nel panorama della black music. Merito del riuscito connubio di competenze, talento e passione per la musica.
Il secondo episodio, in onda alle ore 22:15, è Soul Man, possiede lo stesso titolo del brano reso immortale dal duo statunitense Sam & Dave. Proprio l’incredibile successo di questa canzone favorisce l’ascesa definitiva della Stax nel mercato discografico statunitense, anche in un momento di grandi tensioni sociali che scuotono gli Stati Uniti.
La terza puntata, Respect Yourself, in onda alle ore 23:15, si concentra su un periodo difficile per la casa discografica, dopo la tragica morte di Otis Redding e la mancata fusione con la <a href="https://arte.sky.it/news/2025/libro-atlantic-records-taschen">Atlantic Records</a>. Le sorti dell’etichetta sono risollevate dal talento di Isaac Hayes, vincitore di un premio Grammy e di un Oscar per la colonna sonora del film Shaft.
Il viaggio nella storia della musica soul si chiude con l’episodio Nothing Takes The Place Of You, in onda alle ore 00:15. Nel 1972, all’apice della sua popolarità, la casa discografica organizza Wattstax, un concerto di beneficienza a favore della comunità nera di Los Angeles. Eppure questo periodo di prosperità è destinato a concludersi bruscamente pochi anni dopo, quando la Stax è costretta a dichiarare fallimento a causa di una serie di gravi problemi finanziari.laripercorre l'incredibile storia dell'ascesa e della caduta di una delle etichette più iconiche della musica del Novecento.
[Immagine in apertura: copyright HBO]

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Nel deposito della metropolitana di Brescia un museo a cielo aperto

Sfruttare gli ampi spazi del deposito dei treni della metropolitana per dare vita a un inedito <a href="https://arte.sky.it/news/2024/metro-urban-museum-brescia" target="_blank">Metro Urban Museum</a>, il primo del suo genere in Italia. È l’idea innovativa alla base di MUM, il nuovo museo a cielo aperto di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/fertile-spazio-culturale-brescia" target="_blank">Brescia</a>. Inaugurato lo scorso 1° aprile e visitabile a partire da questo mese, il progetto nasce dalla volontà dell’ente dei trasporti pubblici bresciani di valorizzare i propri spazi tecnici attraverso il linguaggio dell'arte urbana.
L’apertura ufficiale del Metro Urban Museum coincide con la presentazione al pubblico di Explicit Dynamics, l’ultima fatica di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/04/a-hong-kong-la-street-art-parla-veneziano" target="_blank">Peeta</a>, nome d’arte di Manuel Di Rita. L’artista veneziano, noto per le sue illusioni ottiche e il suo approccio innovativo alla street art, ha decorato la facciata di uno degli edifici del deposito e un intero treno con un imponente lavoro di graffiti 3D, che saranno ora visibili da tutti i residenti e i visitatori della nuova struttura museale.
NASCE A BRESCIA MUM, IL NUOVO SPAZIO PUBBLICO (E GRATUITO) PER L'ARTE URBANA
Ideato nel 2023, quando Brescia era (insieme a Bergamo) la <a href="https://arte.sky.it/news/2022/bergamo-brescia-capitale-cultura-programma" target="_blank">Capitale Italiana della Cultura</a> e festeggiava i dieci anni dall’inaugurazione della metropolitana, il MUM mira a riportare la street art in uno dei suoi luoghi di nascita: le stazioni e i depositi delle linee del trasporto urbano. Il Metro Urban Museum si presenta inoltre come uno spazio culturale realmente aperto e accessibile, con ingresso gratuito e senza biglietto.
Attraverso un’operazione mirata ad arricchire il valore culturale di uno dei luoghi simbolo della vita urbana, il nuovo museo intende coinvolgere creativamente tutti i cittadini. Senza limitarsi alla semplice esposizione di opere, MUM promette di essere un progetto culturale in costante movimento, proprio come i treni della metropolitana attorno a cui si sviluppa. A differenza di altre proposte similari, il polo bresciano abbraccia gli spazi del deposito, trasformandoli in una galleria d'arte urbana e offrendo attraverso di essi un innovativo modello di fruizione dell’arte e degli spazi pubblici.
PEETA E GLI ALTRI STREET ARTIST PRESENTI NEL MUSEO BRESCIANO
Le opere degli artisti coinvolti nel progetto espositivo contribuiscono a trasformare l'intera infrastruttura della linea della metropolitana in una galleria d'arte dinamica. Oltre al lavoro di Peeta, fin dalla sua apertura il MUM può contare infatti su una serie di opere pittoriche realizzate nei mesi passati all'interno del deposito da altri artisti. Tra questi, spiccano i nomi di <a href="https://arte.sky.it/news/2022/street-art-luca-font-milano" target="_blank">Luca Font</a>, J. Demsky e <a href="https://arte.sky.it/news/2024/walla-street-art-treviso" target="_blank">Joys</a>, autore di YARDA, un intervento finalizzato lo scorso novembre che porta lettering e geometrie tridimensionali sulle superfici architettoniche del deposito bresciano.
Grazie a un approccio assolutamente inedito nel panorama italiano, il Metro Urban Museum di Brescia rappresenta un ponte culturale importante, che mira a condividere e collegare tra di loro i linguaggi contemporanei dell'arte, offrendo al tempo stesso una nuova modalità di fruizione pubblica dello spazio urbano.
[Immagine in apertura: credit Brescia Mobilità]

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