I grandi artisti del rock insieme per un concerto di beneficenza

Prenderà il via il prossimo 23 marzo l’edizione 2026 della serie di concerti di beneficenza per il Teenage Cancer Trust (TCT), l’associazione senza scopo di lucro a sostegno dei giovani pazienti malati di cancro. Come consuetudine, gli spettacoli si svolgeranno all’interno di un tempio della musica come la <a href="https://arte.sky.it/news/2023/david-gilmour-programmi-tv-23-agosto" target="_blank">Royal Albert Hall</a> di Londra. Curatore d’eccezione di questa 23esima edizione dell’evento sarà <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/06/canzone-robert-smith-cure-chvrches" target="_blank">Robert Smith</a>, frontman dei <a href="https://arte.sky.it/news/2025/cure-disco-remix-lost-world" target="_blank">Cure</a>, che sostituisce da quest’anno Sir Roger Daltrey, storico cantante dei <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/01/il-2019-degli-who-portera-ai-fan-un-nuovo-album-e-un-tour" target="_blank">The Who</a> e patrono onorario dell’ente no profit britannico.
Fino al 29 marzo la Royal Albert Hall accoglierà una line-up di artisti straordinaria. Sul palco londinese saliranno infatti band e musicisti di livello internazionale, per dare vita a quella che lo stesso Smith ha definito “una settimana davvero imperdibile e indimenticabile”. Obiettivo della serie di concerti è la raccolta fondi per il supporto specializzato e l'assistenza infermieristica dei giovani pazienti oncologici.
<h2>ROBERT SMITH CURATORE DEI CONCERTI PER IL “TEENAGE CANCER TRUST 2026”</h2>
Da un punto di vista strettamente artistico, il compito per il nuovo curatore non è stato affatto semplice. Le precedenti edizioni dei concerti di beneficenza per la TCT hanno infatti sempre proposto una selezione di band e musicisti di primissimo piano. Dal 2000 a oggi, sul palco della Royal Albert Hall sono saliti artisti del calibro di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/pearl-jam-dark-matter-nuovo-disco" target="_blank">Eddie Vedder</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/2025/noel-gallaghers-high-flying-birds-programmi-tv-26-luglio" target="_blank">Noel Gallagher</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/2021/programmi-tv-14-aprile-new-order" target="_blank">New Order</a>.
La selezione curata da Robert Smith rispecchia gli elevati standard della manifestazione, con eventi come il concerto dei Manic Street Preachers di giovedì 26 marzo, che sarà il 150esimo show della storia del TCT alla Royal Albert Hall. Band storiche come i Garbage e i Placebo hanno annunciato che per l’occasione offriranno una performance particolarmente intima, mentre gruppi come Mogwai e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2014/12/manchester-rock-dai-joy-division-agli-oasis-mostra" target="_blank">my bloody valentine</a>, rispettivamente alfieri dei generi <a href="https://arte.sky.it/news/2022/programmi-tv-26-marzo-massimo-volume" target="_blank">post-rock</a> e shoegaze, promettono di portare sul palco della leggendaria sala da concerti londinese tutta l’energia del rock.
<h2>MOGWAI, GARBAGE E PLACEBO ATTESI ALLA ROYAL ALBERT HALL</h2>
La settimana dedicata alla musica sarà intervallata da una serata speciale: il 24 marzo infatti interverranno nove protagonisti della stand-up comedy britannica, inclusi attori di spicco come Jack Dee e Stewart Lee. L’insolita unione di musica rock e commedia graffiante renderà la manifestazione londinese uno degli eventi più attesi dell’anno.
Il fine ultimo è quello di promuovere e supportare economicamente il lavoro del Teenage Cancer Trust, che da oltre 35 anni offre un sostegno concreto ai giovani malati oncologici e alle loro famiglie. I proventi dei concerti serviranno infatti a finanziare l’assunzione di infermieri specializzati e altri operatori del servizio sanitario britannico. 
In questi anni, la manifestazione ha raccolto complessivamente oltre 40 milioni di euro, grazie alla collaborazione di sponsor prestigiosi e alla partecipazione attiva di un pubblico sempre più coinvolto. L’iniziativa non manca di favorire l’accessibilità e l’inclusività di tutti i partecipanti, anche attraverso un programma dedicato ai giovani supportati dal TCT, consentendo loro di assistere agli spettacoli da postazioni esclusive.
[Immagine in apertura: Robert Smith of The Cure CREDIT PHOEBE FOX]

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La docu-serie Moda – Una rivoluzione italiana accompagna il pubblico alla scoperta dello stile Made in Italy e della sua evoluzione nell’arco dell’ultimo secolo. Le quattro puntate, in onda su Sky Arte domenica 14 dicembre, offrono l’occasione di viaggiare nel tempo, tra tendenze, linee e colori, illustrando come gli abiti e gli accessori che indossiamo rispecchino le trasformazioni del tessuto sociale di cui facciamo parte.
Pur seguendo le varie tappe di questa “rivoluzione italiana”, la serie non si limita a un semplice racconto cronologico della storia del <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-origini-made-in-italy-firenze-palazzo-pitti">Made in Italy</a>, puntando piuttosto a coinvolgere il pubblico in una riflessione ampia sull’importanza della moda nella vita di ciascuno. Su questi stessi temi sono così interpellati storici ed esperti, tra cui spiccano Benedetta Barzini (professoressa di antropologia della moda, già modella), lo stilista Roberto Capucci e il compianto <a href="https://arte.sky.it/news/2025/addio-fotografo-oliviero-toscani">Oliviero Toscani</a>.
Il primo episodio, in onda alle ore 21:15, spazia dai primi anni del Novecento fino al termine della Seconda guerra mondiale. Un lasso di tempo piuttosto esteso, segnato da importanti innovazioni in termini di stile. Un percorso tematico di grande interesse è quello dedicato alla “liberazione” del corpo femminile, con la moda che si fa portavoce dei movimenti femministi attraverso creazioni che abbandonano le limitazioni tipiche di abiti ottocenteschi come il corsetto. Così, anche sotto la dittatura fascista, stiliste come Luisa Spagnoli ed <a href="https://arte.sky.it/video/io-e-lei-elsa-schiaparelli-815028">Elsa Schiaparelli</a> conquistano un posto di assoluto rilievo nell’immaginario della moda.
È la consacrazione dello stile italiano nel mondo il tema centrale della seconda puntata, in onda alle ore 22:15. Con la fine della guerra e la seguente ricostruzione del Paese che porterà al boom economico, l’attenzione degli stilisti si sposta su nuove figure femminili, come la donna maggiorata in voga negli anni Cinquanta. Nello stesso periodo, è Roma ad assumere un ruolo centrale nell’evoluzione della moda, grazie anche al successo dell’industria del cinema di Cinecittà. Nel corso del decennio successivo, i profondi cambiamenti sociali spostano il focus della moda su modelli diversi, prestando maggiore attenzione al pubblico dei giovani. Ed è proprio negli anni Sessanta che la moda italiana elegge Milano come sua capitale.
Nel corso del terzo episodio, in onda alle ore 23:15, il panorama di riferimento del mondo della moda cambia in modo irreversibile. Con i moti studenteschi del ‘68, gli abiti assumono una dimensione politica fino a quel momento sconosciuta. Nasce lo stile unisex: per la prima volta nella storia, uomini e donne possono indossare gli stessi capi. La docu-serie non manca di esplorare l’affermazione definitiva della figura dello stilista, grazie a personaggi come <a href="https://arte.sky.it/news/2024/walter-albini-moda-mostra-prato">Walter Albini</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/2025/valentino-garavani-libro-illustrato-taschen">Valentino</a>, capaci di coniugare raffinatezza estetica e attenzione alle logiche di mercato. Lo stile italiano continua così a essere protagonista indiscusso sulle passerelle di tutto il mondo anche negli Ottanta e Novanta, con i trionfi registrati da maison e stilisti del calibro di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-giorgio-armani-milano-pinacoteca-brera">Armani</a>, Versace e <a href="https://arte.sky.it/news/2024/libro-moda-monica-bellucci-dolce-gabbana">Dolce&Gabbana</a>.
Il viaggio nella storia della moda italiana si chiude con la quarta e ultima puntata, in onda alle ore 00:15. Il racconto spazia dagli anni Novanta ai giorni nostri, un periodo di tempo relativamente breve ma segnato da continue innovazioni. L’estetica internazionale cambia infatti con grande rapidità, passando da figure di riferimento androgine alla celebrazione degli stili vintage e nostalgici. Si arriva così alle ultime tendenze, sempre più legate alle esigenze di inclusività sociale e sostenibilità ambientale anche nel settore dell’haute couture. La serie si conclude idealmente con una serie di domande aperte, tanto sul futuro dello stile, quanto sul ruolo delle nuove tecnologie nel settore della moda.

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