Con il restauro della Torre Velasca, a Milano arriva una nuova piazza

Milano ritrova uno dei suoi simboli più amati. Con il completamento dell'articolato intervento di riqualificazione della <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/10/la-torre-velasca-da-milano-a-lisbona" target="_blank">Torre Velasca</a>, è stata restituita alla città un'architettura storica, oggi con una nuova "veste" che ne conferma la centralità e ne rilancia il ruolo urbano. Progettata originariamente alla fine degli anni Cinquanta, la torre ha subito un restauro profondo ma rispettoso, che ne ha riattivato la funzione sociale; a svilupparlo è stata la società globale di investimento, sviluppo e gestione immobiliare Hines. <a href="https://arte.sky.it/news/2022/restauro-torre-velasca-milano" target="_blank">Asti Architetti</a> ha condotto l’intervento adottando una filosofia chiara: non musealizzare l’edificio, ma restituirgli vitalità, aggiornandone gli spazi secondo le esigenze contemporanee.
<h2>MILANO RITROVA LA TORRE VELASCA (E UNA NUOVA PIAZZA)</h2>
Le facciate sono state recuperate con una sapiente attenzione al colore originario, ottenuto attraverso un innovativo intonaco capace di mutare al variare della luce; gli interni sono stati rigenerati con un approccio che ha fuso autenticità storica e comfort moderno. Cuore del progetto è la nuova Piazza Velasca, un’area completamente pedonalizzata che ricollega la torre al suo contesto urbano, trasformandola da corpo isolato a nodo di relazioni. La piazza è pensata come un’estensione dello spazio interno: una soglia tra la città e la vita che si sviluppa nei 29 piani dell’edificio. Pochi elementi di arredo, tanto verde – caratterizzato da essenze mediterranee come ulivi e magnolie – e un’illuminazione studiata per creare zone di sosta e incontro. Anche l’interno è stato profondamente trasformato, ma sempre nel segno della continuità: le pavimentazioni in linoleum, le boiserie in mogano, i lampadari d’epoca e le storiche segnaletiche di piano sono stati conservati e valorizzati, dialogando con nuove tecnologie e materiali sostenibili. La torre si insedieranno ristoranti panoramici, negozi, uffici, residenze e ambienti dedicati al benessere, con una visione polifunzionale che la trasforma in una sorta di “città verticale”.
<h2>LA STORIA DELLA TORRE VELASCA DELLO STUDIO BBPR</h2>
Per comprendere la portata di questa trasformazione, bisogna partire dalla genesi dell’edificio. La Torre Velasca è stata costruita tra il 1956 e il 1958, in soli 292 giorni, su progetto dello Studio BBPR – acronimo di Banfi, Belgioioso, Peressutti e Rogers. Rappresenta una delle architetture più riconoscibili del secondo dopoguerra su scala nazionale. La sua inconfondibile forma, ispirata alle torri medievali lombarde, rompeva con la rigidità del razionalismo in auge all'epoca per abbracciare un’idea di modernità radicata nel contesto storico milanese. Alta 106 metri, vincolata dalla Soprintendenza dal 2011, la Torre Velasca ha ospitato per decenni una commistione di funzioni che l’ha resa un organismo urbano a sé stante.
[Immagine in apertura: Milano, Torre Velasca. Photo ©Albo]

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Le architetture italiane diventate iconiche grazie al cinema

In Umbria la nuova edizione del festival dedicato alle arti teatrali

Mancano pochi giorni all’inizio di Narni Città Teatro 2025, il festival multidisciplinare che porta dal 6 all'8 giugno nel cuore dell’Umbria una vasta selezione di spettacoli teatrali, musicali e coreografici. Giunta alla sua sesta edizione, a partire da quest’anno la rassegna sarà arricchita da una nuova programmazione legata al mondo dell’arte contemporanea. La sezione, curata da Antonella Liuzzi, esplorerà le molteplici connessioni tra le arti performative e quelle visive, focalizzandosi sul tema del festival: Giocare la vita.
Tra i numerosi ospiti attesi nella cittadina in provincia di Terni durante il festival, spiccano i nomi di autori e interpreti del calibro di Alessandro Bergonzoni, <a href="https://arte.sky.it/news/2025/salone-del-libro-2025-torino" target="_blank">Roberto Saviano</a>, Nicola Piovani, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/12/mostra-fotografia-fondazione-bevilacqua-la-masa-venezia" target="_blank">Concita De Gregorio</a>, Erica Mou e del collettivo finlandese Wauhaus. Alle loro interpretazioni, si affiancheranno da questa edizione le riflessioni artistiche sul potere trasformativo del “gioco”, inteso come simbolo di cambiamento e speranza. Il programma della nuova sezione accoglierà le opere di due protagonisti dell’arte contemporanea: l’artista visivo albanese <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-adrian-paci-mudec-milano" target="_blank">Adrian Paci</a> (che presenterà a <a href="https://arte.sky.it/news/2023/umbria-museo-street-art" target="_blank">Narni</a> tre videoinstallazioni e una performance inedita), e il giornalista e documentarista Shafiur Rahman (autore di un reportage fotografico sui rifugiati Rohingya).
<h2>SAVIANO, BERGONZONI, PIOVANI E GLI ALTRI PROTAGONISTI DEL FESTIVAL UMBRO</h2>
Dopo l’anteprima in programma per il 4 giugno al Teatro Secci di Terni, con lo spettacolo di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/09/festival-comicita-livorno" target="_blank">Alessandro Bergonzoni</a> intitolato Arrivano i Dunque, la rassegna occuperà diversi spazi allestiti in tutta la città di Narni. Tra i principali appuntamenti in programma spicca lo spettacolo inaugurale al Teatro Manini: Storia di un cinghiale. Qualcosa su Riccardo III interpretato da Francesco Montanari. Il palco dello storico teatro narnese ospiterà poi il premio Oscar <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/04/la-musica-e-pericolosa-nicola-piovani-spettacolo-teatro-vicenza-pianoforte-colonne-sonore" target="_blank">Nicola Piovani</a>, protagonista di un racconto musicale autobiografico intitolato Note a margine, in programma sabato 7 giugno.
Ampio spazio sarà dedicato al racconto della storia del nostro Paese, come nel caso del monologo che porterà in scena <a href="https://arte.sky.it/news/2023/festival-teatro-voci-umane-lombardia" target="_blank">Andrea Pennacchi</a>, e alle performance musicali e coreografiche, come lo spettacolo Fiers à cheval della Compagnie des Quidams: una parata di cavalli luminosi e creature oniriche che coinvolgerà il pubblico, muovendosi per le vie della città. Domenica 8 giugno, in chiusura di festival, il palco di Ala Diruta ospiterà un reading speciale: lo spettacolo, in programma alle 5:30 del mattino, si intitola Roberto Saviano all’alba e punta a unire letteratura e impegno civile nelle parole del noto giornalista e scrittore.
<h2>ANCHE UNA NUOVA SEZIONE DI ARTE CONTEMPORANEA A "NARNI CITTÀ TEATRO"</h2>
La grande novità dell’edizione 2025 di Narni Città Teatro è indubbiamente il suo programma parallelo dedicato alle arti visive. Per tale occasione, arriverà in Umbria l'artista albanese Adrian Paci, protagonista di una retrospettiva diffusa che presenterà alcune delle sue iconiche videoperformance, realizzate tra il 2002 e il 2019: Vajitojca, The Encounter e Prova. Le tre opere, allestite rispettivamente negli spazi della Chiesa di Santa Maria Impensule, di Ala Diruta e dell’Auditorium San Domenico, esplorano temi come la solitudine, l’incomunicabilità e il destino, riletti attraverso l’uso performativo del corpo. Tale chiave di lettura anima anche Chords, performance inedita che andrà in scena nel Chiostro di Sant’Agostino il 6 giugno.
Il programma dedicato all’arte contemporanea sarà completato da Oltre quel confine è la mia casa, esposizione fotografica che racconta le peregrinazioni dei rifugiati Rohingya attraverso gli scatti raccolti dal documentarista e reporter Shafiur Rahman. La mostra documenta l’esilio, la diaspora e la speranza di un gruppo di persone costrette quasi dieci anni fa a fuggire dal Myanmar. Le fotografie restituiscono un quadro intenso sulle condizioni di vita di questa minoranza perseguitata, vista attraverso gli occhi degli stessi rifugiati, autori di tutte le immagini esposte al Digipass di Narni. 
[Immagine in apertura: Fiers. Narni Città Teatro]

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