Woody Allen torna (a sorpresa) con il suo primo romanzo

Uscirà fra poco più di due mesi, esattamente il 24 settembre (in Italia e in contemporanea mondiale), il primo romanzo di <a href="https://arte.sky.it/news/2023/nuova-collana-libri-woody-allen" target="_blank">Woody Allen</a>, intitolato Che succede a Baum?. A poche settimane dal suo novantesimo compleanno, il celebre regista statunitense torna dunque in libreria con un’opera che promette di riproporre i meccanismi narrativi consolidati e ricchi di humor che da anni contraddistinguono tanto il suo cinema quanto la sua prosa.
Pubblicato nel nostro Paese da <a href="https://arte.sky.it/news/2025/ornella-vanoni-autobiografia-pacifico-nave-teseo" target="_blank">La Nave di Teseo</a>, il romanzo segna il debutto di Allen nel formato narrativo più lungo, dopo i numerosi racconti e le trascrizioni delle sue sceneggiature e dei suoi memorabili sketch cinematografici. La traduzione italiana dell’opera è stata affidata ad Alberto Pezzotta, che aveva già trasposto in italiano per la casa editrice milanese due libri di Woody Allen: la raccolta di racconti intitolata <a href="https://arte.sky.it/news/2022/libro-woody-allen" target="_blank">Zero Gravity</a> e A proposito di niente, la celebre (e discussa) <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/03/biografia-woody-allen-libro" target="_blank">autobiografia</a> del cineasta newyorkese.
<h2>"CHE SUCCEDE A BAUM?", IL ROMANZO D'ESORDIO DI WOODY ALLEN</h2>
Protagonista della nuova opera è Asher Baum, giornalista ebreo, romanziere e drammaturgo. Restando coerente all’impostazione velatamente autobiografica che ha segnato la sua fortunata produzione cinematografica, Woody Allen mette dunque al centro del suo primo romanzo un intellettuale ansioso, sull’orlo di una crisi di nervi. Mentre la carriera editoriale del protagonista sembra ormai al capolinea, anche la vita privata non va meglio, con un divorzio (il terzo) all’orizzonte e una sequela di errori e gaffe in arrivo che non faranno che peggiorare la situazione in modo tragicomico.
Pur riprendendo situazioni e toni umoristici distintivi di buona parte dei film e dei racconti firmati dal cineasta statunitense in oltre cinquant’anni, il nuovo libro rappresenta indubbiamente una sfida letteraria che Allen affronta con la consueta ironia. Il romanzo potrà contare sulla prosa pungente e raffinata che i lettori conoscono bene, e che l’autore impiega nuovamente in modo impeccabile per dipingere un quadro sferzante della New York di questi anni e, in particolare, del complesso mondo dell’editoria statunitense.
<h2>LA NUOVA OPERA LETTERARIA DEL QUASI 90ENNE REGISTA NEWYORKESE</h2>
Questo primo romanzo segna una nuova tappa del già ricchissimo percorso artistico del celebre regista, attore, sceneggiatore, compositore, musicista e scrittore. Dopo aver vinto quattro premi Oscar, un Leone d'Oro alla carriera e altri innumerevoli riconoscimenti in campo cinematografico, Woody Allen offre l’ennesima conferma del proprio poliedrico talento, dando alle stampe un’opera che rispecchia pienamente il suo stile narrativo.
In attesa della pubblicazione in autunno di Che succede a Baum?, la notizia che l’artista newyorkese continui senza sosta a lavorare ai propri progetti ha rallegrato tutti i suoi fan, ansiosi di leggere le nuove disavventure di un protagonista “destinato a entrare nel pantheon dei suoi personaggi”, nonché “nel pantheon della letteratura”, secondo l’auspicio di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/linus-60-anni-mostra-pinacoteca-brera-milanesiana" target="_blank">Elisabetta Sgarbi</a>, direttrice generale ed editoriale de La Nave di Teseo,.
[Immagine in apertura: Woody Allen. Courtesy Sergio Vanello]

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A volte anche un campo da calcio può diventare un’opera d’arte: è quello che accade con The Playmaker, l’installazione interattiva ideata dallo studio <a href="https://arte.sky.it/news/2025/wonderwoods-stefano-boeri-utrecht-premio" target="_blank">Stefano Boeri Architetti</a> per il Manchester International Festival, visitabile fino al 24 agosto. Tre moduli cilindrici si stagliano nello spazio espositivo degli <a href="https://arte.sky.it/foto/arte/yayoi-kusama-manchester-you-me-balloons-factory-international" target="_blank">Aviva Studios – Factory International</a> della città britannica come mini-aree di gioco scolpite nella materia. Le superfici sono animate dai motivi grafici dell’artista messicano Eduardo Terrazas, che evocano campi da calcio astratti e vivaci. Le pareti, invece, si aprono trasformandosi in varchi circolari, porte simboliche che collegano gli ambienti e stimolano l’interazione. 
<h2>IL TRIBUTO DI STEFANO BOERI A SANDRO MAZZOLA</h2>
Il protagonista evocato da The Playmaker è una leggenda del pallone: Sandro Mazzola, fuoriclasse della nazionale italiana e dell’Inter. Il tributo di Stefano Boeri non è casuale: “Sandro Mazzola è stato uno dei miti della mia infanzia e adolescenza. Velocissimo, imprevedibile, tecnico, univa la visione di un regista e la determinazione di un attaccante", racconta il progettista. E proprio come un architetto in campo, Mazzola ha saputo unire visione e grinta, anticipando i movimenti dei compagni e degli avversari con una combinazione di tecnica, velocità e intuito tattico. L’installazione invita i visitatori a rievocare i suoi gol, a reinterpretarne i gesti, a creare nuove traiettorie di gioco. Qui, il pubblico si trasforma in playmaker, regista e attaccante insieme, in un ambiente che richiama il dinamismo e la fluidità del calcio moderno. 
<h2>A MANCHESTER, L’ARTE E L’ARCHITETTURA CELEBRANO IL CALCIO</h2>
Inserita nella mostra Football City, Art United – curata da <a href="https://arte.sky.it/news/2023/libro-arte-hans-ulrich-obrist" target="_blank">Hans Ulrich Obrist</a>, Josh Willdigg e Juan Mata –, The Playmaker rappresenta il fulcro di un progetto che intreccia i linguaggi dell’arte contemporanea e del calcio globale. Undici artisti e undici calciatori leggendari, tra cui Eric Cantona, Edgar Davids e Ryan Gander, danno vita a un percorso immersivo che racconta il calcio come fenomeno culturale, espressione estetica e forza sociale. La struttura stessa dell’installazione è un omaggio all’identità industriale di Manchester: pareti verticali in legno lamellare e pannelli multistrato compongono un sistema modulare che richiama la meccanica del gioco e l’architettura delle fabbriche. Le aperture circolari, progettate con il contributo di calciatori professionisti, trasformano lo spazio in una scacchiera dinamica, dove il visitatore è invitato a muoversi, a decidere, a giocare.
[Immagine in apertura: Stefano Caimi, Fairy Ring, 2023, ph. credit dell’artista]

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