Con una serie di oltre quaranta oli su tela, l'esposizione del pittore padovano dal titolo "Amniotica" restituisce un esaustivo e affascinante resoconto della sua produzione artistica. Attraverso ritratti di animali, paesaggi montani e nature morte, Bettio riflette sul tema del tempo e della connessione tra gli esseri viventi.

Una profonda riflessione artistica sulla natura e sul tempo, attraverso minuziosi ritratti di animali, incantevoli paesaggi montani e nature morte: è questa l'essenza della personale di Marco Bettio, dal titolo Amniotica, allestita nella suggestiva cornice della Chiesa di San Lorenzo ad Aosta.  Visitabile dal prossimo 4 novembre fino al 24 marzo 2024, l'esposizione raccoglie una serie di oltre quaranta oli su tela di varie dimensioni realizzati dal pittore padovano, facendo luce sul suo particolare linguaggio caratterizzato dalla rappresentazione artistica della connessione tra tutte le creature viventi.LE OPERE DI MARCO BETTIO AD AOSTA Curata da Daria Jorioz e Gianluca Marziani, la mostra raccoglie una selezione di dettagliati ritratti di animali: gli asini, i topolini e le scimmie che popolano i dipinti di Bettio non solo racchiudono una forte valenza simbolica, ma interagiscono anche tra loro attraverso un affascinante gioco di sguardi, dando vita a una sorta di unica grande installazione.  Alla riflessione sulla natura, l'artista contrappone anche una riflessione sul tempo e sulla bellezza della quotidianità, attraverso una raccolta di minuziose nature morte (riunite nel ciclo di opere Desiderio) che ripercorrono i momenti più significativi della vita del pittore, molti dei quali condivisi insieme alla compagna e artista Sarah Ledda. Ad arricchire il percorso espositivo aostano saranno anche la poesia, il teatro e la musica, grazie alla proiezione di un video diretto da Luca Bich, che descrive la genesi di una creazione di Bettio, e a un evento musicale che vedrà protagonista il compositore Christian Thoma.L'ARTISTA MARCO BETTIO Nato a Padova nel 1974, Marco Bettio studia al liceo artistico, specializzandosi in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 2002 si trasferisce a Milano, dove rimane fino al 2014: lì avvia importanti collaborazioni professionali con diverse gallerie e spazi indipendenti, affermandosi come una delle personalità più interessanti del panorama contemporaneo. I suoi capolavori oggi trovano spazio in molte collezioni pubbliche e private: dal Museo dei Profughi di Salonicco al The Bank Contemporary Art Collection di Bassano del Grappa, fino all'Elenk'Art di Palermo. [Immagine in apertura: Marco Bettio, Una Natura malinconica, 2022, olio su lino, cm 35x50]
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