A Roma arriva una app che porta l’utente alla scoperta del patrimonio botanico della Capitale: accessibile a tutti, il “Museo degli Alberi” è un progetto digitale, gratuito e diffuso in tutto il territorio urbano, che valorizza un tesoro spesso sottovalutato.

Roma è una città millenaria che conserva, oltre al rinomato patrimonio archeologico senza eguali, anche un vario ecosistema botanico urbano, che si fonde indissolubilmente con l’identità dei diversi quartieri della Capitale. Per valorizzare questa ricchezza, il progetto EMoT – European Museum of Trees, ideato dall’associazione non profit BlueCheese Project, porta gli appassionati e i curiosi alla scoperta degli alberi storici della Città Eterna.L’APP PER CONOSCERE GLI ALBERI DI ROMAPresenze silenziose eppure familiari, parte integrante del paesaggio, gli alberi – dal cipresso del Circo Massimo alla Phytolacca di piazza del Campidoglio, passando per il cedro dell'Himalaya del Portico d'Ottavia al tiglio e alla quercia di piazza Benedetto Cairoli – sono i protagonisti delle dodici appassionanti tappe di questo “museo digitale” accessibile tramite app. Coniugando natura, cultura e scienza, il progetto si avvale dei contributi di botanici, storici dell’arte, astrofisiche, artisti, giornaliste, filosofi e antropologi, con l’obiettivo di far comprendere all’osservatore come la presenza delle essenze arboree nel contesto urbano sia centrale per il benessere dell’individuo e i dei territori.IL CURIOSO MUSEO DEGLI ALBERI DI ROMA“Ha senso parlare di museo in riferimento agli alberi? Questa domanda ci viene sollevata spesso”, confessano Lara De Angelis e Pierpaolo Fabrizio, ideatori e curatori del progetto. “La nostra risposta”, spiegano, “è che non si tratta di 'musealizzare' gli alberi ma di 'alberizzare' il museo; intendendo con questo il processo di creazione di un luogo che sia aperto, inclusivo, connesso, ramificato, sostenibile, mutevole e che permetta pratiche di attraversamento. Ecco quindi che il Museo degli Alberi apre le sue porte immaginarie tracciando un percorso che è strutturato ma libero, dove inaspettatamente ci si può incontrare davanti all’avocado di Piazza Sant’Egidio ad ammirare la sua sua capacità di inventare soluzioni d’esistenza che non sappiamo decifrare, soluzioni che ci meravigliano per il loro legame con qualcosa che ci manca. Questi alberi sono i nuovi obelischi che ci guidano in città, custodi di storie da raccontare e altre da scrivere”.[Immagine in apertura: foto di Dennis van den Worm su Unsplash]
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