Dopo un anno di lavoro e l’impiego di tecnologie all’avanguardia, l’intero Fondo Manoscritti di Antonio Canova è stato finalmente digitalizzato e reso fruibile online. Patrimonio della Biblioteca Civica di Bassano del Grappa, il materiale consta di oltre 40mila pagine provenienti da circa 7mila documenti, come diari di viaggio, lettere e sonetti.

È un tesoro immenso quello che la Biblioteca Civica di Bassano del Grappa ha recentemente messo a disposizione di tutti gli studiosi e appassionati di Antonio Canova. Stiamo parlando della digitalizzazione del Fondo Canoviano: una raccolta di documenti e manoscritti che fanno luce sulle abitudini e sulle innumerevoli passioni del geniale scultore veneto. Avviato lo scorso anno per rendere fruibile online il materiale custodito dalla biblioteca bassanese, l’ambizioso progetto si è avvalso di tecnologie all’avanguardia per la sua realizzazione. Oggetto di questa poderosa scansione in alta definizione è un corpus di oltre 40mila pagine tratte da 6658 documenti diversi: lettere, diari di viaggio, sonetti ricevuti da estimatori, diplomi e riconoscimenti. E poi ancora, un prezzario delle opere, un quaderno contenente appunti di lezioni di inglese e una serie di testimonianze in prima persona degli incontri con i protagonisti del proprio tempo (uno su tutti, Napoleone Bonaparte). Materiali unici che hanno non solo un valore storico ma anche artistico, essendo spesso corredati di schizzi e bozzetti preparatori. Le parole di Stefano Pagliantini, direttore della Biblioteca, chiariscono ulteriormente gli obiettivi del progetto: “Da questa mole di documenti emerge la personalità di Canova, uomo perfettamente conscio del proprio valore e giustamente dotato di una sicura autostima. Attento a non disperdere alcuna testimonianza della sua attività, in ciò aiutato dai segretari e dal fratello Giovambattista Canova Sartori, che avevano, tra i molti altri, il compito di conservare e archiviare qualsiasi ‘creazione’ del Maestro o comunicazione a lui inviata”. ANTONIO CANOVA SCRITTORE Suddiviso per aree e temi, il monumentale archivio online rivela un aspetto non così noto dell’artista neoclassico. Nonostante amasse definirsi “omo senza lettere”, Canova era particolarmente avvezzo alla scrittura, una pratica coltivata nel tempo soprattutto dopo il raggiungimento di una certa fama (come testimonia l’epistolario immenso accumulato grazie alle relazioni con amici, collezionisti e seguaci della sua arte). Dopo il suo trasferimento a Roma la corrispondenza divenne sempre più necessaria per mantenere vivi i rapporti con il Veneto, in particolar modo con i famigliari di Possagno, in provincia di Treviso, e con la città di Venezia, territorio dal quale Canova aveva oramai preso le distanze ma con cui intendeva mantenere un legame. Sono questi i numerosi documenti che, grazie a Giovanni Battista Sartori Canova (fratellastro dell’artista), giunsero a Bassano tra il 1852 e il 1857, insieme a una raccolta di incisioni e album di disegni. IL FUTURO DEL FONDO CANOVIANO Il progetto di digitalizzazione del Fondo Canoviano non termina qui. Come dichiara infatti la direttrice dei Musei Civici, Barbara Guidi: “A essere stati digitalizzati sono, in questo caso, gli scritti, ma il progetto si allargherà in futuro anche ai disegni e al resto del patrimonio artistico canoviano di proprietà dei Musei Biblioteca Archivio di Bassano del Grappa, il Fondo vanta infatti ben 1756 disegni custoditi nel Gabinetto delle stampe e dei disegni del Museo Civico. I Musei Civici conservano inoltre i celebri monocromi, una delle più rare e singolari espressioni non solo dell’opera di Antonio Canova, ma più in generale dell’arte neoclassica, e una sessantina di sculture tra cui i preziosi bozzetti preparatori come quello per le Tre Grazie, celebri gessi quali la Venere Italica e Ebe, o, ancora, la serie dei ritratti e delle ‘teste ideali'". [Immagine in apertura: Libriccino di appunti (1777-1779). Bassano del Grappa, Biblioteca Civica]
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