Un progetto globale permetterà ai visitatori di dodici parchi botanici in tutto il mondo di “vedere l’invisibile”, visualizzando le opere digitali di tredici artisti contemporanei sullo schermo di uno smartphone o di un tablet.

A settembre, dodici giardini in sei diversi paesi del mondo saranno teatro di una vera e propria invasione digitale. Passeggiando nel verde, i visitatori avranno l’opportunità di ammirare i lavori di tredici artisti internazionali del calibro di Ai Weiwei e Isaac Julien, esposti in contemporanea nell’ambito di Seeing the Invisible, una mostra senza precedenti organizzata dall’Outset Contemporary Art Fund e dai Jerusalem Botanical Gardens.  La particolarità dell’iniziativa? Si tratta di opere d’arte in realtà aumentata, che andranno a sovrapporsi alla flora locale e alle bellezze naturali ospitate stabilmente dai parchi, e potranno essere visualizzate su smartphone o tablet attraverso un’app dedicata.UNA MOSTRA PHYGITAL  Il progetto si sviluppa sul crinale tra mondo fisico e digitale, in una dimensione ibrida chiamata “phygital” che diventa sempre più spesso terreno di ricerca per gli artisti. “In seguito a una pandemia, durante la quale le esperienze all’aperto e la natura hanno assunto un nuovo significato e un peso diverso nelle nostre vite, questa esposizione rappresenta un nuovo modo di interagire simultaneamente con l’arte e l'ambiente naturale”, ha spiegato al New York Times il curatore Tal Micheal Haring, affiancato in questa operazione da Hadas Maor.  Oltre ai giardini botanici di Gerusalemme, le opere d’arte “colonizzeranno” altri celebri spazi verdi localizzati soprattutto nel mondo anglofono, dai Royal Botanic Gardens Victoria di Melbourne e Cranbourne, in Australia, al Kirstenbosch Botanical Garden in Sud Africa e all’Eden Project in Cornovaglia. Oltre ai già citati Ai Weiwei e Isaac Julien, tra gli artisti coinvolti, in alcuni casi alla loro prima esperienza di creazione digitale, ci sono El Anatsui, Pamela Rosenkranz, Timur Si-Qin, Mohammed Kazem, Sigalit Landau e Sarah Meyohas.  [Immagine in apertura: Mohammed Kazem, Directions (Zero), 2010. Project for a situated work in public space, Studies Copyright: Mohammed Kazem]
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