Luigi Ontani e Andreas Angelidakis hanno realizzato due installazioni luminose per Torino, che si aggiungono al “museo a cielo aperto” creato in questi anni dall’iniziativa "Luci d’Artista". Dal 1988, la rassegna invita nomi di spicco della scena internazionale a creare il proprio intervento, illuminando la città.

Ideato a Torino nel 1988 per volere dell’allora assessore Fiorenzo Alfieri, il progetto Luci d’Artista ha visto, nel corso degli ultimi tre decenni, la partecipazione di alcuni dei più grandi artisti della scena creativa italiana e internazionale: nomi del calibro di Giulio Paolini, Alfredo Jaar, Joseph Kosuth, Piero Gilardi, Gilberto Zorio, Mario Merz, Daniel Buren. L’idea alla base dell’iniziativa è quella di portare l’arte nelle strade, con delle installazioni luminose disseminate in tutta la città.DUE NUOVE INSTALLAZIONI PER "LUCI D'ARTISTA" A TORINOAl “museo a cielo aperto” torinese, curato da Antonio Grulli, si aggiungono altre due opere urbane, selezionate da un comitato che da quest’anno si arricchisce della presenza di Chiara Bertola e Francesco Manacorda (rispettivamente direttrici della GAM di Torino e del Castello di Rivoli). Prima tra queste è VR Man di Andreas Angelidakis, che sorge nella vivace cornice di Piazza Vittorio Veneto, testimoniando un incontro tra passato e presente. La monumentale silhouette umana, ispirata alla statuaria greca e romana, si eleva non solo attraverso la sua forma, ma anche con un capitello ionico posto al centro del volto, suggerendo una cariatide futuristica (ma anche ricordando un visore per la realtà virtuale). Attraverso quest'installazione, Angelidakis esplora la dualità tra corpo e mente evocata nei giochi olimpici dell'antichità: VR Man incarna non solo il vigoroso simbolismo dell'atletismo classico, ma anche un invito alla riflessione sul presente, accostando tecnologia e storia in un dialogo continuo.LUIGI ONTANI E IL TRIBUTO ALLE TRADIZIONI MAGICHE DI TORINONei Giardini Sambuy, il maestro Luigi Ontani presenta invece Scia’Mano, un’installazione luminosa che fonde magia e storia. Ontani, con la sua capacità di trascendere i confini culturali attraverso innovativi linguaggi artistici, offre una riflessione intensa sulla relazione tra forma, storia e narrazione personale: attraverso una lightbox lenticolare che consente alle immagini di cambiare e animarsi in risposta alla presenza dell'osservatore, l'artista si trasforma in sciamano. Ontani, che ha sempre prediletto la fotografia per esplorare identità e reinterpretare la storia dell'arte, crea qui un dialogo con la tradizione occulta di Torino e la ricca eredità letteraria della città. La posizione della sua opera nei Giardini Sambuy, vicino alla storica libreria Fogola, aggiunge una dimensione sentimentale al progetto (un riferimento personale dell'artista alla casa editrice Fogola, da lui frequentata in passato, di cui resta soltanto l’insegna). Scia’Mano diventa così un ponte tra la memoria collettiva della città e l'evoluzione continua dell'arte contemporanea.[Immagine in apertura: Andreas Angelidakis, VR Man, FIAF]
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