Arte, architettura e utopia. Sono questi i tre ingredienti della ricerca sperimentale di Haus-Rucker-Co, il collettivo viennese attivo a partire dagli anni Sessanta. Una nuova rassegna in Danimarca ne celebra la storia, ricreando una delle più note opere del gruppo: un enorme "biliardo umano".

Quando parliamo del gruppo Haus-Rucker-Co è difficile riferirsi esclusivamente all'ambito dell'architettura. Nonostante i tre membri fondatori del collettivo – Laurids Ortner, Günther Zamp Kelp e Klaus Pinter, ai quali si aggiunse successivamente Manfred Ort – siano degli artisti con la passione per la progettazione (o dei progettisti con il vizio dell'arte), le opere da loro prodotte nei venticinque anni di attività travalicano i confini di questa disciplina, per farsi piuttosto riflessione aperta sui limiti e sulle possibilità dello spazio fisico. L'ARTE UTOPISTA DEL GRUPPO HAUS-RUCKER-CO Fondato a Vienna alla fine degli anni Sessanta, e operativo nel corso dei Settanta anche a Düsseldorf e a New York, il gruppo ha prodotto (fino al 1992, anno della sua scissione definitiva) scenografie e allestimenti collocati in spazi urbani impensabili. Utopia, filosofia e critica sociale sono alla base di questa sperimentale ricerca, tradotta attraverso sculture e interventi in grande formato, pensati con l'intento di mettere in crisi i valori fondativi del mondo contemporaneo. Seppure siano passati due decenni dallo scioglimento del gruppo, molte delle opere di Haus-Rucker-Co continuano a confermarsi attuali, in grado di fornire risposte (o sollevare dubbi) sui dibattiti – ancora evidentemente non risolti – tra uomo e reale, tra natura e artificio. IL “GIANT BILLIARD” DI HAUS-RUCKER-CO Fra le opere di maggior successo del collettivo, Giant Billiard occupa senza dubbio un posto di primo piano. Il titolo del lavoro, realizzato originariamente nel 1970, restituisce il senso stesso del progetto. Si tratta infatti di un enorme biliardo gonfiabile, sul quale tre giganti palle ruotano come sfere impazzite, spinte grazie alla partecipazione del pubblico. Come in molti interventi di Haus-Rucker-Co, gli “attori” principali del progetto sono infatti le persone, chiamate a stabilire le regole del gioco (subendole di conseguenza), in una coinvolgente staffetta di azioni e reazioni tra i partecipanti. LA MOSTRA IN DANIMARCA Con l'obiettivo di dimostrare l'attualità del progetto, e in senso più ampio la valenza degli ideali sociali alla base del collettivo, l'ARKEN – Museum of Modern Art di Ishøj, in Danimarca, ha recentemente realizzato un fedele remake di quello storico lavoro (proposto per la prima volta più di cinquant'anni fa al Museum of the 20th Century di Vienna). Realizzato su una superficie di 225 metri quadrati, Giant Billiard si presenta nuovamente come un enorme campo di battaglia (o meglio, di divertimento) aperto al pubblico di tutte le età fino al prossimo 16 aprile. [Immagine in apertura: Giant Billiard, reconstruction, 2019. Exhibition view: Alfred Schmeller. The museum as a Flashpoint. Haus-Rucker-Co (Laudris Ortner, Günter Zamp Kelp, Klaus Pinter). Photo: Klaus Pichler © mumok]
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