Una nuova istituzione culturale, dedicata alla pittura di Ottocento e Novecento, sorgerà in piazza San Michele a Bologna. Con una collezione permanente di 85 opere, il Museo Ottocento ripercorrerà la storia dei più importanti artisti bolognesi, promuovendo anche attività formative e borse di studio.

Sede di prestigiose istituzioni culturali e dotata di un importante centro storico, i cui portici sono riconosciuti come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, Bologna vedrà la nascita di un nuovissimo museo dedicato alla pittura di Ottocento e Novecento. Si chiamerà Museo Ottocento Bologna e avrà sede in piazza San Michele, davanti a Corte Isolani su Strada Maggiore. La nuova istituzione sarà ufficialmente inaugurata il 20 aprile prossimo e vanterà dodici sezioni espositive e una raccolta permanente di 85 opere. Dai dipinti a olio agli acquerelli, fino ai disegni, il museo vuole documentare le principali correnti stilistiche del “secolo lungo” dalla prospettiva degli artisti bolognesi. LE SEZIONI DEL NUOVO MUSEO OTTOCENTO BOLOGNA Patrocinata dal Comune di Bologna, la nuova istituzione ripercorrerà due secoli cruciali, dando risalto alle opere, agli stili e agli artisti più rilevanti. In questo itinerario, una sezione sarà incentrata sulla pittura di storia e di impostazione accademica, dominata ad esempio dall'opera di Andrea Besteghi, e un'altra sulla rappresentazione del vero, con i capolavori di Luigi Busi, Raffaele Faccioli e Luigi Serra. Non mancheranno le aree dedicate al Naturalismo bolognese, coevo all'esperienza dei Macchiaioli toscani, ai capolavori fin de siècle, caratterizzati da nuovi gusti in un contesto di rinascita economica per la città, e alla corrente dell'Orientalismo, che ebbe importanti echi nell'arredamento e nella moda del tempo grazie ad artisti come Alberto Pasini e Fausto Zonaro. A concludere il viaggio nella pittura bolognese saranno le sezioni dedicate al Simbolismo, con alcuni lavori di Augusto Sezanne, autore dell'effigie dell'Università di Bologna in occasione del suo ottavo centenario, alla Secessione, fase di rottura con il passato tra fine Ottocento e inizio del nuovo secolo, e infine alle opere a sfondo religioso, come l'Ecce Homo di Fabio Fabbi. IL PROGETTO DEL NUOVO MUSEO DI BOLOGNA Oltre agli Archivi Fabio Fabbi ed Emilio Oliviero Contini, il nuovo museo ospiterà anche un centro di ricerca che accoglierà gli specializzandi e promuoverà tirocini formativi con l'Università di Bologna. Un grande progetto che prevede anche l'istituzione di una borsa di studio annuale, rivolta agli studiosi del settore. [Immagine in apertura: Alfredo Savini, La raccolta delle albicocche, s.d., olio su tela, 49x65 cm]
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