Progettato dallo studio OBR Open Building Research e aperto al pubblico dal 14 ottobre, il nuovo centro culturale bresciano ospita la più grande collezione privata di tappeti antichi: provenienti da Asia, Europa e Africa e appartenenti alla Fondazione Tassara. Ispirato all'idea di un teatro, l'edificio dona alla città uno spazio per l'arte e la socializzazione.

Nella cornice urbana di Brescia, città che quest'anno condivide con Bergamo il titolo di Capitale della Cultura, sorge un nuovo spazio culturale: il Museo Internazionale del Tappeto Antico. Inaugurato lo scorso 14 ottobre e progettato dallo studio di architettura OBR di Paolo Brescia, Tommaso Principi e Andrea Casetto, il MITA accoglie la più grande collezione privata di tappeti antichi, provenienti da Asia, Europa e Africa, di proprietà della Fondazione Tassara.APERTO A BRESCIA UN NUOVO MUSEO Concepito come un progetto urbano, il MITA rappresenta il primissimo intervento dello studio OBR a Brescia e restituisce alla città un nuovo luogo per l'arte e la socializzazione. Collocato nel quartiere Don Bosco, una delle periferie più giovani e multietniche della città, il Museo dispone in circa 1.300 metri quadrati di spazi dedicati alla collezione permanente, alle mostre temporanee e ai programmi didattici di formazione e di ricerca. Costituito da una leggera struttura metallica e rivestito con una superficie riflettente e trasparente, l'edificio regala dall'esterno un effetto cangiante e un suggestivo gioco di luci. Ispirata all'architettura di un teatro, la struttura si caratterizza al suo interno per la presenza di un ampio spazio centrale: pensato come un palcoscenico balconato, riunisce sale espositive e multimediali, una biblioteca, un laboratorio e diversi uffici. Questi spazi sono posti in relazione tra loro, così da azzerare la separazione delle tradizionali sale espositive.LA PRIMA MOSTRA DEL MUSEO DEL TAPPETO ANTICO Progettato come un sistema aperto che pone in dialogo la collezione e il pubblico, il MITA accoglierà fino al prossimo 10 dicembre l'esposizione dal titolo Masterpieces. Curata da Giovanni Valagussa, la mostra accoglie le opere più importanti della collezione, nel complesso composta da oltre 1300 opere realizzate tra il XV secolo e il XX secolo, e provenienti da Cina, India, Medioriente, Nord Africa, Caucaso e area ispano-moresca. A donarle alla Fondazione Tassara è stato l'imprenditore Romain Zaleski. [Immagine in apertura: OBR, MITA, Brescia. Photo Leo Torri Studio]
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