Autore di oltre settanta libri tra romanzi, racconti e poesie, Charles Bukowski è protagonista di un nuovo fumetto a colori. Uno sguardo sulla vita al limite di uno degli scrittori più amati del Novecento americano.

“Sono Bukowski. Charles o Hank, come preferite. Sì, sono quello: lo scrittore, il poeta, l’ubriacone, il puttaniere, non necessariamente in quest’ordine. La mia vita? La mia vita è un rubinetto che perde, qualcosa che non ha mai funzionato per il verso giusto”. Con queste parole l'autore americano, protagonista del nuovo fumetto edito da BeccoGiallo, si presenta ai suoi lettori. A dargli voce e forma sono Michele Botton, Letizia Cadonici e Francesco Segala, che hanno deciso di unire le forze mettendo a segno un inedito ritratto biografico del “cantore” statunitense: un'immersione nella vita fuori dagli schemi di uno degli scrittori che più di tutti ha segnato la letteratura oltreoceano del secolo scorso. IL RITRATTO DI CHARLES BUKOWSKI Illustrata interamente a colori, in oltre 140 pagine finemente curate, la vita dell'autore di Factotum e Hollywood, Hollywood! si palesa agli occhi del pubblico in tutta la sua crudezza. Dagli anni giovanili passati a Baltimora (dove Bukowski emigrò nel 1923 insieme alla famiglia tedesca) ai primi scritti adolescenziali; dal decennio passato a lavorare come impiegato presso l'ufficio postale di Los Angeles al debutto come scrittore professionista (segnato dal primo romanzo autobiografico Post Office, pubblicato per l'editore Black Sparrow nel 1969). E poi ancora il noto rapporto morboso con l'alcol, le esperienze sessuali, l'amore per l'ippica (“I cavalli non scommettono sugli uomini. E neanche io”) e quello per Linda – compagna di vita a partire dal 1976 fino alla morte dell'autore. UNA VITA AL LIMITE “L’approccio alla vita di Bukowski è interessante per svariati motivi”, racconta Francesco Segala, coautore del volume (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina). “Da una parte potevamo parlare, in generale, della disillusione americana nella società degli anni Sessanta e Settanta, dall’altra soffermarci su una figura che ha avuto una parabola decisamente non canonica, vissuta quasi sempre allo sbando, tra alcool e pessime scelte sentimentali”.
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