Nel centesimo anniversario della nascita, la celebre pittrice Carla Accardi, figura mitica della pittura-ambiente e del neo-femminismo italiano, viene celebrata al Palazzo delle Esposizioni di Roma con la più ampia retrospettiva mai dedicatale.

Nata a Trapani nel 1924, Carla Accardi, figura prominente della pittura del Novecento, membro fondatore del Gruppo Forma 1, ed esponente di spicco dell’astrattismo e dell’arte informale italiana, viene ricordata nell'ambito di una vasta retrospettiva al Palazzo delle Esposizioni di Roma. A cura di Daniela Lancioni e Paola Bonani, la monografica Carla Accardi ripercorre oltre mezzo secolo della sua produzione, a partire dagli esordi del 1946 fino alle ultime opere eseguite nel 2014. L’occasione è il centesimo anniversario della nascita: si tratta, per estensione e rilevanza, della mostra più ampia mai dedicata all’artista.CARLA ACCARDI A PALAZZO DELLE ESPOSIZIONIRiunendo circa cento opere, la rassegna – che apre i battenti il 6 marzo e resta visitabile fino al 9 giugno –  si articola in sette sezioni: l'allestimento si ispira alla “scrittura espositiva” della stessa artista (particolarmente innovativa nel ripensamento del rapporto tra opera e spazio), includendo anche degli “innesti” originali, ricostruiti a partire dalla documentazione fotografica della sala personale alla Biennale di Venezia del 1988. Tra i lavori in mostra spiccano alcuni oli su tela inediti, nonché le due tende realizzate da Accardi: Tenda (1965-1966) e Triplice tenda (1969-1971), quest'ultima in prestito dal Centre Pompidou. Ad affiancarli, altre due opere ambientali e “attraversabili”: Casa labirinto (1999-2000) e il Cilindrocono (1972-2013).LA PITTURA ASTRATTA DI CARLA ACCARDISviluppato in ordine cronologico, il percorso di visita prende avvio dalle opere giovanili meno note, con l’obiettivo di evidenziare le fasi germinali della ricerca dell'artista, per poi proseguire attraverso le fasi più sperimentali, segnate dall’approdo a un'originale definizione del segno, dalla radicalità del bianco e nero e dalla successiva apparizione del colore. E poi ancora la famosa “pittura-ambiente” degli anni Sessanta, e le opere “neo-femministe” degli anni Settanta (quando, insieme a Carla Lonzi ed Elvira Banotti fonda l'iconica rivista Rivolta femminile). Arriviamo così ai dipinti monumentali della Biennale del 1988, per chiudere con i grandi dittici degli anni Novanta e Duemila – tra cui Grande nerobianco, Movenze notturne e Grande bianconero –, caratterizzati da un'ulteriore rivisitazione del concetto di "segno" di carattere più maturo.[Immagine in apertura: Vista dell’allestimento della mostra Carla Accardi, Palazzo Esposizioni Roma, 2024. Foto © Azienda Speciale Palaexpo / Monkey VideoLab]
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