Ripercorre il tragitto compiuto da Piet Mondrian per raggiungere l'astrazione il catalogo della mostra intitolata all'artista dal MUDEC di Milano. Una lettura affascinante che svela i lati meno noti di un pittore entrato nella storia.

Quando il pensiero si sofferma sulla pittura di Piet Mondrian, le immagini che balzano subito alla mente sono griglie di linee geometriche intervallate da ampie campiture di colori primari. Esponente per eccellenza del filone astratto novencentesco, Mondrian in realtà affonda le radici della sua ricerca artistica nel terreno della figurazione, partendo da un soggetto "tradizionale" come il paesaggio per poi approdare ai nuovi espedienti visivi che ne hanno decretato il successo globale. A far luce sugli esordi della carriera di Mondrian e su un capitolo fondamentale, seppur poco noto, della sua produzione pittorica, è la mostra allestita al MUDEC di Milano fino al 27 marzo, che segue la parabola percorsa dall'artista per raggiungere le vette dell'astrazione. Curata da Benno Tempel, la rassegna milanese è accompagnata dal catalogo targato 24 ORE Cultura, uno strumento indispensabile per conoscere un "altro" Mondrian e l'evoluzione della sua poetica.MONDRIAN DALLA FIGURAZIONE ALL'ASTRAZIONE Curato a sua volta da Tempel, storico dell'arte e direttore del Kunstmuseum dell’Aja, museo che custodisce la più vasta collezione di opere realizzate da Mondrian, il volume prende le mosse dalle vicende della Scuola dell'Aja, un gruppo di artisti attivi nella città dei Paesi Bassi fra il 1860 e il 1890. Caratterizzata dal rifiuto dei dettami romantici e da un deciso ritorno a un impronta realistica, la pittura della Scuola dell'Aja tratteggiava il paesaggio olandese con sobrietà, ricorrendo soprattutto ai toni del grigio. Questo esempio influenzò senza dubbio Mondrian, che esordì con una tavolozza cromatica molto simile per definire i suoi primi paesaggi, mettendo anche a frutto la formazione artistica di tipo tradizionale compiuta presso la Rijksakademie van Beeldende Kunsten.MONDRIAN E DE STIJL A partire dal 1900, tuttavia, Mondrian iniziò a incamminarsi verso l'astrazione, selezionando dapprima gli elementi del paesaggio su cui focalizzare il proprio sguardo ‒ mulini a vento, fiori, scorci ‒ e riducendo via via i suoi soggetti a linee perpendicolari e colori piatti. Il catalogo dà anche spazio all'avventura di De Stijl, il movimento sviluppatosi nei Paesi Bassi nel 1917 su impulso dello stesso Mondrian e di Theo van Doesburg, intenzionati a rivoluzionare l'approccio all'arte, al design e all'architettura, e sull'influenza del Neoplasticismo teorizzato da Mondrian nei confronti degli ambiti più vari, dalla moda alla grafica all'arredamento. [Immagine in apertura: Piet Mondrian, Mulino Oostzijdse con cielo blu, giallo e viola, 1907-08 ca. Olio su tela, 67,5 x 117,5 cm. Kunstmuseum Den Haag lascito di Salomon B. Slijper 0334233 © Kunstmuseum Den Haag]
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