L'inondazione di luce che accende i riflettori sui cambiamenti climatici

Dopo il tour mondiale, il grande intervento di public art Waterlicht dello Studio Roosegaarde torna nei Paesi Bassi a “illuminare” il vulnerabile sito del castello di Loevestein, patrimonio mondiale dell'UNESCO. L’installazione di poetiche ‒ ma minacciose ‒ onde blu, visibile il 25 e 26 marzo prossimi dalle 19 alle 24, sarà accompagnata dall’ascolto di un podcast scaricabile dal sito del progetto sulla potenza dell'elemento acquatico e sul suo impatto. L’INSTALLAZIONE LUMINOSA WATERLICHT Vincitrice di premi internazionali come l'IESNYC Lumen Award New York nel 2020, il Global Future Design Award nel 2019, il LIT 2017 Lighting Designer of the Year USA e il The Best Lighting Environment Design China, Waterlicht è un’inondazione virtuale in continua evoluzione creata mediante un mix di LED, lenti e software che creano un flusso di luce blu influenzato da vento e pioggia. L’intervento vuole richiamare l’attenzione sull’innalzamento del livello del mare a causa dei cambiamenti climatici e mostrare, in modo tangibile, l’altezza che potrebbe raggiungere l’acqua in molti siti internazionali che rischiano di essere sommersi. LO STUDIO ROOSEGAARDE E L’IMPEGNO AMBIENTALE Alcune aree del nostro pianeta, anche densamente abitate, si trovano infatti al di sotto del livello del mare. E questo delicato equilibrio, minacciato da surriscaldamento globale, dalla noncuranza ambientale e dalla cattiva gestione della problematica, comincia a incrinarsi. Gli effetti previsti sarebbero devastanti, tanto da sommergere intere città. Così, a partire dal 2015, l’innovativo studio guidato dall’artista Daan Roosegaarde, da sempre impegnato nel mettere in evidenza le peculiarità e le esigenze del paesaggio del futuro, della connessione tra uomo e natura e della ricerca artistica su scala ambientale, ha trasformato l’installazione site specific Waterlicht in un’opera itinerante capace ‒ attraverso la creatività ‒ di risvegliare le coscienze. [Immagine in apertura: Waterlicht, Amsterdam. Credit Daan Roosegaarde]