Dal 3 dicembre 2022 riaprirà l'Art Gallery of New South Wales di Sydney. Tante le novità, a partire dagli spazi progettati dallo studio di architettura giapponese SANAA. Nel rinnovato complesso sarà accessibile anche un'ex cisterna per lo stoccaggio del carburante: al suo interno l'artista Adrián Villar Rojas presenterà l'installazione "The End of Imagination".

Procede a grandi passi il conto alla rovescia per l'apertura a Sydney dell'Art Gallery of New South Wales. Ad alimentare l'attesa non c'è solo la curiosità per la rinnovata identità architettonica dell'istituzione australiana, che come noto dal 3 dicembre accoglierà i visitatori negli spazi progettati dallo studio SANAA. Del complesso museale faranno parte sia i volumi appositamente concepiti dagli architetti Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, vincitori del Premio Pritzker, sia gli ambienti "storici", fra cui quelli in stile neoclassico di fine Ottocento. L'arte sarà presente ovunque, inclusi i giardini fronte mare, e la sorprendente galleria sotterranea conosciuta come Tank. A SYDNEY UN EX SERBATOIO NEL NUOVO MUSEO Situata nel livello più basso del nuovo edificio, rappresenta il "tesoro nascosto" dell'Art Gallery of New South Wales. Risalente alla Seconda Guerra Mondiale e riconvertito in area espositiva all'interno del programma di rinnovamento del museo, questo spazio ospitava in origine un serbatoio di carburante per il rifornimento della flotta navale: l'area portuale sorge infatti nelle vicinanze. I 2200 metri quadrati di questa ex cisterna presto saranno accessibili ai visitatori, che in occasione dell'apertura si troveranno faccia a faccia con un'opera inedita. The End of Imagination è il titolo dell'installazione appositamente concepita dall'artista argentino-peruviano Adrián Villar Rojas, scelto per la commissione inaugurale di questo luogo. Noto per le sculture collaborative e site specific, come quella collocata sul tetto del Metropolitan Museum of Art di New York nel 2017, l'autore ha lavorato a questo intervento per quattro anni; la sua prima visita al museo australiano risale al 2018. Proprio la "componente" tempo viene oggi indicata da Villar Rojas come essenziale per lo sviluppo del progetto, che lui stesso ha descritto come "il prodotto di molte mani, molte menti, molte conversazioni, molte domande e molti mezzi inclusi il virtuale e fisico. E uno dei mezzi più importanti è stato il tempo: il tempo per abitare in uno spazio, per parlare con tutti, dagli archivisti ai curatori indigeni ai conservatori, per spingere idee e tecnologie...".IL PROGRAMMA DI APERTURA DELL'ART GALLERY DI SYDNEY Saranno nove, inclusa quella citata, le opere site specific svelate dal 3 dicembre prossimo: realizzate su commissione, saranno allestite nel nuovo edificio e porteranno la firma, fra gli altri, di Francis Upritchard, Jonathan Jones, Lisa Reihana, Richard Lewer e Yayoi Kusama. In particolare, dell'autrice giapponese verrà presentata Flowers that bloom in the cosmos, cui è stato riservato uno spazio sulla terrazza a gradoni del museo con vista sulla Woolloomooloo Baia. "Molte delle commissioni si occupano di questioni sociali urgenti: migrazione, rimozione, valore del lavoro e cambiamento climatico. Sono tanto esteticamente varie quanto rigorose, e annunciano con forza nuove storie d'arte da scrivere da qui", ha anticipato Maud Page, deputy director e director of collections dell'Art Gallery. Oltre 900 gli artisti australiani e internazionali che saranno esposti nelle rinnovate sale. Promettente anche il palinsesto espositivo, che prevede, nell'ingresso, una mostra sull'arte aborigena e degli isolani dello Stretto di Torres, e fra le altre le collettive Dreamhome: Stories of Art and Shelter, sulle molteplici declinazioni del concetto di casa, Making Worlds e Outlaw. [Immagine in apertura: The Tank space in the new building at the Art Gallery of New South Wales, photo © Art Gallery of New South Wales, Jenni Carter]
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