La più importante istituzione museale scandinava è pronta a esporre la sua ultima preziosa acquisizione: un capolavoro di Artemisia Gentileschi realizzato a Londra tra il 1638 e il 1640.


Giuditta e la sua ancella con la testa di Oloferne è il titolo del raro dipinto di Artemisia Gentileschi recentemente acquisito dalla fondazione filantropica DNB Savings Bank Foundation per il nuovo National Museum of Art, Architecture and Design di Oslo dove è previsto il suo debutto. Il capolavoro, in occasione della mostra dedicata alla celebre pittrice alle Gallerie d’Italia, in programma dal prossimo 1° dicembre, sarà, a breve, trasferito a Napoli per poi far ritorno, definitivamente, nella sua nuova casa norvegese.A OSLO IL PREZIOSO DIPINTO DI ARTEMISIA GENTILESCHI Il dipinto, finora noto solo attraverso una fotografia in bianco e nero, rappresenta un’opera unica in quanto si tratta, insolitamente, di un lavoro di sicura datazione e attribuzione ad Artemisia Gentileschi. La firma della pittrice romana è, infatti, ben visibile sulla spada impugnata dalla figura di Giuditta ritratta sulla parte sinistra del quadro. Poiché la grana della tela risulta troppo fine per essere stata tessuta in Italia, si può inoltre dedurre che il dipinto sia stato realizzato durante il periodo trascorso da Artemisia Gentileschi presso la corte di Londra tra la fine del 1638 e il 1640 per assistere il padre malato, il pittore Orazio Gentileschi, che lavorava per il re Carlo I.I CAPOLAVORI DI ARTEMISIA GENTILESCHI IN NORVEGIA Con l’acquisizione di Giuditta e la sua ancella con la testa di Oloferne, il National Museum di Oslo diviene, così, il museo non italiano con il maggior numero di opere della Gentileschi. Oltre a una versione precedente del quadro appena entrato nella raccolta, a opera del padre Orazio, ma a cui la pittrice aveva lavorato all'epoca della formazione nel suo studio, il museo custodisce anche un altro dipinto giovanile intitolato Santa Caterina d'Alessandria e datato 1614-15, e la tela La Maddalena penitente del 1640. [Immagine in apertura: Judith and her Maidservant with the Head of Holofernes (1639 or 1640). Photo The National Museum / Børre Høstland]
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