​Con la guida del Premio Oscar® Jeremy Irons, l'esclusivo docu-film "Napoleone. Nel nome dell'arte" sarà in programmazione nei cinema italiani solo l’8, 9 e 10 novembre. Un evento cinematografico promosso a duecento anni dalla scomparsa di Bonaparte.

È in arrivo un nuovo appuntamento con la Grande Arte al Cinema, il progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital. A precedere l'annunciata uscita nelle sale cinematografiche italiane del documentario Pompei. Eros e mito, diretto da Pappi Corsicato e con Isabella Rossellini nel ruolo di narratrice, sarà l'imminente Napoleone. Nel nome dell'arte. L'appuntamento sul grande schermo con il docu-film, che prende in esame il rapporto fra Bonaparte e l'universo della cultura, è fissato per l’8, 9 e 10 novembre. Un vero e proprio evento cinematografico, che si svolge in concomitanza con i duecento anni dalla scomparsa dell'influente condottiero francese, avvenuta il 5 maggio 1821 sull'Isola di Sant'Elena.JEREMY IRONS RACCONTA NAPOLEONE Prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital, in partnership con Intesa Sanpaolo e Gallerie d'Italia, Napoleone. Nel nome dell'arte è diretto da Giovanni Piscaglia; autore del soggetto è Didi Gnocchi, che dell'opera firma anche la sceneggiatura con Matteo Moneta. Al Premio Oscar® Jeremy Irons è stato affidato il ruolo di condurre gli spettatori in un affascinante viaggio a ritroso nel tempo, alla scoperta delle imprese anche a "carattere culturale" di Bonaparte. Appassionato d'arte, scrittore mancato e lettore insaziabile, ispirato dalle grandi civiltà del passato Napoleone legò il proprio nome non solo a battaglie e azioni militari. Concepiva la musica, il teatro e le altre discipline artistiche come elementi centrali del suo Impero e della sua visione della società. Una convinzione che lo portò a gettare le basi per la scuola pubblica, a promuovere campagne archeologiche e di ricerca, con particolare riguardo per l'Egitto e l'Italia, a diffondere una rinnovata visione di classicismo, sintetizzata dall'ascesa del celebre Stile Impero. Diede inoltre impulso all’idea moderna di museo universale, diffondendola dal Louvre di Parigi fino alla Pinacoteca di Brera di Milano (nell'immagine in apertura una sala del museo). Ed è proprio il capoluogo lombardo uno dei poli fondamentali su cui si basa l'intera narrazione del docu-film, disponibile al cinema per soli tre giorni. NAPOLEONE ARRIVA AL CINEMA Avvenuta nel Duomo di Milano il 26 maggio 1805, l'incoronazione di Napoleone a re d’Italia rappresenta il punto di avvio del documentario. La cerimonia, passata alla storia, viene doppiamente evocata in Napoleone. Nel nome dell'arte. Oltre al racconto del restauro del manto indossato in quell'occasione da Bonaparte, che al pari degli oggetti cerimoniali è stato recuperato nell'ambito del progetto Restituzioni di Intesa Sanpaolo, è la musica a "ricostruire le atmosfere" di quel peculiare evento. La colonna sonora del film, firmata da Remo Anzovino (che così raggiunge la settima collaborazione con progetto Nexo Soundtracks di Nexo Digital), include infatti il Te Deum di Francesco Pollini, ovvero il brano che fu composto e suonato proprio per l’incoronazione. Il suo recente ritrovamento nell'archivio del Conservatorio di Milano, grazie alla docente Licia Sirch, ha permesso di includerne la riproduzione nel docu-film. A eseguirlo è l'Orchestra Fondazione “I Pomeriggi Musicali”, diretta da Marco Pace, con il mezzosoprano Giuseppina Bridelli, prima in prova generale nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, quindi direttamente nella cattedrale milanese.NAPOLEONE E L'ARTE FRA ITALIA E FRANCIA Prima capitale del regno d’Italia, Milano fa da cornice anche ad altri momenti di Napoleone. Nel nome dell'arte. Dal Duomo si passa alla Biblioteca Nazionale Braidense, dove sono conservati il manoscritto autografo de Il cinque maggio di Manzoni e i volumi della Description de l’Egypte, per poi fare tappa alla Pinacoteca di Brera, il primo “museo universale” d'Italia. Riflettori puntati anche sulla città di Roma, raccontata non solo come luogo di “estrazione” di capolavori del passato, ma anche come destinazione per ritorno di capolavori come l’Apollo del Belvedere e il Laocoonte dalla Parigi repubblicana: un complesso episodio, ripercorso dal film, avvenuto grazie all'impegno di Canova. Immancabile, la capitale francese è un altro dei luoghi topici del film, che non poteva non includere una tappa toscana: San Miniato, luogo d’origine dei Bonaparte, e l’Isola d’Elba, teatro dell’esilio dell'imperatore. Ad arricchire Napoleone. Nel nome dell'arte contribuiscono infine i numerosi interventi degli specialisti coinvolti, tra cui affermati scrittori, storici, storici dell'arte e dell'architettura, direttori di istituzioni culturali (come James Bradburne, a capo della Pinacoteca di Brera, e Jean-Luc Martinez, Presidente-Direttore del Museo del Louvre), e Charles Bonaparte, ultimo discendente della famiglia.
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