
Chi era Raffaello? L'intervista allo storico dell'arte Vincenzo Farinella
Cinema
17 giugno 2021

Chi era Raffaello? L'intervista allo storico dell'arte Vincenzo Farinella
Cinema
17 giugno 2021
Mancano ormai pochi giorni all'arrivo nella sale cinematografiche del docu-film "Raffaello. Il giovane prodigio". A ripercorrere la vicenda dell'Urbinate è lo storico dell'arte Vincenzo Farinella, invitato a descrivere le imprese dell'artista nella pellicola diretta da Massimo Ferrari.
Sale l'attesa per l'arrivo nella sale cinematografiche italiane del docu-film Raffaello. Il giovane prodigio, nelle giornate del 21, 22 e 23 giugno.
Prodotta da Sky e diretta da Massimo Ferrari, la pellicola si inserisce nel programma di Nexo Digital La Grande Arte al Cinema e ripercorre la storia del celeberrimo Urbinate, a poco più di 500 anni dalla scomparsa. Il docu-film cede la parola a esperti di fama internazionale, chiamati a descrivere le imprese del "divin pittore". Fra questi c'è Vincenzo Farinella, docente di storia dell'arte moderna e consulente scientifico durante la realizzazione della pellicola. Lo abbiamo intervistato per conoscere qualche dettaglio in più sulla carriera di Raffaello.
INTERVISTA A VINCENZO FARINELLA
La figura femminile, come esplicitato dal docu-film Raffaello. Il giovane prodigio, è un soggetto ricorrente nella produzione pittorica dell'artista. Quali sono i tre capolavori che, a suo parere, nella storia artistica di Raffaello, simboleggiano al meglio questo legame?
Per me, i tre capolavori "femminili" potrebbero essere la Dama col liocorno della Galleria Borghese, la Velata di Palazzo Pitti e la Fornarina di Palazzo Barberini.
Fin da giovane Raffaello dialogò con committenti di altissimo rango. Quale approccio ebbe l'artista al mecenatismo del suo tempo?
Già i contemporanei, come Paolo Giovio (c. 1525), lodavano la capacità di Raffaello di avere rapporti armonici con i committenti più diversi, la sua "amabilità", il suo essere un perfetto artista cortigiano, al contrario dello scontroso e burbero Michelangelo.
Il talento di Raffaello emerse fin dall'adolescenza, complice anche il supporto del padre, Giovanni Santi, a sua volta pittore. In quale maniera l'artista assorbì la lezione di maestri del calibro di Leonardo e Michelangelo? E come riuscì a farla propria pur sviluppando uno stile autonomo?
Penso che il ruolo del padre, come esempio di artista-intellettuale, sia stato importante. Nei confronti di Leonardo, Raffaello ha sempre mostrato una vera e propria devozione per l'uomo e per la sua opera; con Michelangelo, invece, i rapporti sono stati burrascosi, pur senza mettere in crisi l'ammirazione dell'Urbinate per le opere del "nemico". Comunque, quello che sempre sorprende è la capacità di Raffaello di assimilare ogni influsso esterno senza traumi, senza scosse, con sovrana capacità di sintesi.
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