Per soli tre giorni – il 21, 22 e 23 marzo – le sale italiane accolgono la pellicola "Leonardo. Il capolavoro perduto", dedicata al misterioso "Salvator Mundi", dipinto che ha scatenato dubbi e perplessità in merito alla sua attribuzione leonardesca.

Nell’ambito dell’iniziativa La Grande Arte al Cinema promossa da Nexo Digital, arriva nelle sale italiane, il 21, 22 e 23 marzo prossimi, l’atteso documentario Leonardo. Il capolavoro perduto. La pellicola, firmata da Andreas Koefoed, racconta e tenta di ricostruire l’incredibile vicenda del Salvator Mundi, il dipinto che ‒ per una cifra record di 450 milioni di dollari ‒ rappresenta l’opera più costosa mai venduta. L’INCREDIBILE VICENDA DEL SALVATOR MUNDI L’opera, inizialmente acquistata per 1.175 dollari a New Orleans, dopo aver subito vari restauri ‒ alcuni a buon mercato e quindi di bassa qualità ‒, ha restituito pennellate rinascimentali e peculiarità riconducibili allo stile e al genio di Leonardo da Vinci, riportati alla luce grazie ad accurati interventi di ripristino. Da quel momento, la storia e la fama del dipinto si intrecciano fittamente con quella degli uomini più potenti della terra, con la finanza e la politica fino ad arrivare al 2017 quando, in un’asta tenuta da Christie’s New York, l’opera fu acquistata per una cifra esorbitante. ARTE O POLITICA? Il documentario si snoda attorno a un significativo quesito: il Salvator Mundi è davvero un’opera di Leonardo o semplicemente alcuni uomini di potere vogliono che lo sia? Gli interessi che si celano dietro il misterioso quadro sembrano, infatti, essere talmente grandi da far passare in secondo piano la verità sulla sua autenticità. Come spiega il regista Andreas Koefoed, non sembra più trattarsi di storia dell’arte, ma di un potente gioco di affari: “Questa storia mette a nudo i meccanismi della psiche umana, la nostra attrazione verso il divino e i meccanismi delle società capitaliste in cui denaro e potere prevalgono sulla verità. Il dipinto diventa un prisma attraverso cui possiamo comprendere noi stessi e il mondo in cui viviamo. A oggi non ci sono prove conclusive che il dipinto sia – o non sia – di Leonardo. E finché c’è un dubbio, persone, istituzioni e stati possono di fatto ‘usarlo’ per lo scopo che risulta loro più utile”. [Immagine in apertura: © Adam Jandrup]
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