La nuova opera d'arte per viaggiare nel proprio inconscio
ARTE
Chiudere gli
occhi e lasciarsi condurre nel proprio inconscio, vivendo
in maniera intima e personale mondi fatti di impulsi visivi e sonori.
Succede con “Dreamachine”, la nuova opera d'arte ispirata agli
esperimenti psichedelici di Brion Gysin.
Nonostante il suo nome risulti
probabilmente sconosciuto ai più, Brion Gysin è stata una figura
tra le più influenti della controcultura europea del secondo
dopoguerra. I suoi esperimenti nell'ambito della pittura, della
scultura e della letteratura tra gli anni Cinquanta e Settanta hanno
contribuito a formare un'intera generazione di artisti – tra questi
William S. Burroughs, David Bowie e Genesis P-Orridge.
Una delle creazioni più straordinarie
di Gysin fu certamente la Dreamachine, il primo oggetto d'arte
concepito per essere “guardato” a occhi chiusi. Realizzata nel
1959, l'opera consiste in un cilindro perforato posto su di un
giradischi e illuminato dall'interno. La rotazione della struttura
permette alla luce di lampeggiare a una frequenza tra le otto e le
tredici pulsazioni al secondo, che corrisponde al tasso di onde alfa
prodotte dal cervello umano quando quest'ultimo si trova in stato di
rilassamento e dormiveglia. Il lampeggiamento della Dreamachine
consente di avere delle vere e proprie visioni "proiettate"
dietro le palpebre, che danno a chi l'utilizza l'impressione di stare
sognando in maniera cosciente.
LA “NUOVA” DREAMACHINE
A oltre sessant'anni da quella
creazione (ideata da Brion Gysin con la speranza di soppiantare
definitivamente la televisione, regalando a ogni persona la
possibilità di vivere un'esperienza cinematica nelle proprie case in
maniera attiva e stimolante), la Dreamachine si prepara a un
nuovo debutto grazie alla collaborazione tra il collettivo Assemble
(vincitore del Turner Prize nel 2015), il musicista e compositore
inglese Jon Hopkins, e una folta squadra di scienziati, filosofi,
architetti ed esperti di nuove tecnologie e neuroscienze.
TRA ARTE E PSICHEDELIA
Coordinati dal team di Collective Act
(nell'ambito del più ampio progetto UNBOXED: Creativity in the
UK), artisti e tecnici coinvolti nel progetto hanno realizzato
una versione più moderna dell'invenzione di Gysin.
Facendo riferimento agli studi
dell'artista inglese, la “nuova” Dreamachine (più estesa
nelle dimensioni e immersiva rispetto all'originale) nasce con
l'obiettivo di condurre il pubblico in un universo onirico del tutto
personale. Chiudendo gli occhi, ogni individuo chiamato a vivere
questa esperienza riceve una serie di impulsi luminosi e sonori,
adatti a stimolare visioni rilassanti e psichedeliche. L'opera, che
si preannuncia unica nel suo genere, sarà ufficialmente presentata a Londra,
Cardiff, Belfast ed Edimburgo tra i mesi di maggio e ottobre.
[Immagine in apertura: Dreamachine.
Photographer credit: Brenna Duncan]