Personalità influente sia nella cultura che nella politica del Cinquecento, Eleonora di Toledo è protagonista della nuova rassegna inaugurata a Palazzo Pitti. Un progetto che sottolinea il carisma e l'eredità della duchessa, moglie di Cosimo I de' Medici.

Protagonista della Firenze del Cinquecento, Eleonora di Toledo è riconosciuta come una delle figure che più hanno segnato la cultura del suo tempo, accelerando e direzionando gli sviluppi del Rinascimento. Amante del lusso e della moda, mecenate e sostenitrice degli artisti della sua città, la nobildonna spagnola – moglie di Cosimo I de' Medici – contribuì attivamente agli sviluppi della celebre casata, assumendo spesso ruoli organizzativi e decisionali atipici per il sistema dell'epoca. Una nuova mostra celebra la vita e l'impatto culturale di questa straordinaria figura femminile, rievocandone il mito a cinque secoli dalla nascita. LA STORIA DI ELEONORA DI TOLEDO Organizzata dalle Gallerie degli Uffizi e curata dallo storico dell’arte e docente della New York University Florence Bruce Edelstein, la rassegna si intitola Eleonora di Toledo e l’invenzione della corte dei Medici a Firenze, ed è un omaggio a tutto tondo a questa figura decisamente fuori dagli schemi e in anticipo sui tempi. Visitabile a partire dal 7 febbraio, fino al prossimo 14 maggio, il progetto espositivo prende forma negli eleganti spazi del Tesoro dei Granduchi, al piano terreno della reggia di Palazzo Pitti. È qui che si dipanano le sette sezioni della mostra, ognuna delle quali dedicata a un frangente biografico della protagonista e a un aspetto della sua personalità. ELEONORA DI TOLEDO DA NAPOLI A FIRENZE Sono cento in totale le opere allestite nel palazzo fiorentino, tra gioielli, dipinti, sculture, disegni antichi e abiti; a cominciare dal Ritratto di Pedro de Toledo come cavaliere dell’ordine di Santiago di Tiziano Vecellio, dipinto chiave della prima sezione espositiva, dedicata all'infanzia della duchessa presso la corte di Napoli. È qui, all'ombra del Vesuvio, che Eleonora trascorse buona parte della sua giovinezza – figlia di don Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga e della marchesa María Osorio y Pimentel. Il trasferimento a Firenze risale al 1539, quando andò in sposa a Cosimo I de' Medici, entrando ufficialmente nelle dinamiche della famiglia più in vista del capoluogo toscano. Le sfarzose decorazioni appositamente realizzate per il matrimonio tra i due sono parte del secondo capitolo del percorso espositivo, ricco di disegni, bozzetti, spartiti musicali e rievocazioni dell'evento nunziale. LA MOSTRA A PALAZZO PITTI L'itinerario di visita continua con il focus dedicato agli undici figli di Eleonora e Cosimo e con l'approfondimento relativo al rapporto tra la duchessa e gli artisti. Vero è, infatti, che nel corso della sua breve ma intensa esistenza, Eleonora di Toledo dialogò fittamente con gli artisti del suo tempo: da Bronzino a Bachiacca, da Vasari a Stradano. Moltissime delle opere da lei commissionate decorarono la sede della famiglia ducale, al punto che la stessa dimora signorile divenne in qualche modo il riflesso dei suoi gusti e delle sue predilezioni stilistiche. Un aspetto, quest'ultimo, che emerge anche dalle sezioni conclusive della mostra, dedicate all'impatto di Eleonora nella trasformazione della moda a Firenze e degli spazi verdi in città (l'opera più importante tra le committenze della duchessa fu senza dubbio il Giardino di Boboli, ancora oggi ritenuto uno degli esempi più illustri di giardino all'italiana del XVI secolo). LE PAROLE DI EIKE SCHMIDT “Com'è ben noto la storia dei Medici a Firenze finì con una grande donna, Anna Maria Luisa de' Medici, che il 31 ottobre 1737 firmò il Patto di Famiglia, affinché i tesori artistici e culturali della dinastia non fossero venduti e dispersi nel mondo ma rimanessero in città e in Toscana”, ha dichiarato Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi. “Non meno importante fu la sovrana che nel Cinquecento gettò le basi del principato, Eleonora di Toledo, il cui impegno ancor oggi determina il volto di Firenze: si pensi solo a Palazzo Vecchio riadattato e decorato da alcuni dei maggiori pittori dell'epoca per ospitare i suoi appartamenti e dove andò a vivere nel 1540; al Giardino di Boboli e a Palazzo Pitti, acquistati nel febbraio 1550 dalla duchessa con le proprie finanze e trasformati secondo i suoi personali ideali progettuali e da lei amministrati attivamente, da vera e propria manager del patrimonio. Insieme a Vittoria Colonna, Eleonora fu altresì una delle grandi mecenati donne, non solo di artisti ma anche di letterati e filologi. Non solo. Come la duchessa di Mantova Isabella d'Este, anche la spagnola trapiantata a Firenze aveva un debole per l'abbigliamento e fu una vera e propria arbitra elegantiarum, quasi una Anna Wintour del periodo”. [Immagine in apertura: Courtesy Gallerie degli Uffizi]
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