Dopo 36 anni Milano ospita un'ampia retrospettiva su Felice Casorati
ARTE
Felice Casorati “torna” a Milano dopo 36 anni. Nella retrospettiva in apertura a Palazzo Reale, tra le mostre più attese del 2025, saranno esposte oltre 100 opere: un itinerario dai primi lavori alle ultime nature morte, tra figure sospese, rigore formale e poetici silenzi.
Noto per il suo stile pittorico simbolista e metafisico, che unisce un rigoroso senso geometrico e spaziale a una forte carica emotiva e simbolica, Felice Casorati “torna” a Milano dopo 36 anni di assenza. L'occasione è una straordinaria retrospettiva a Palazzo Reale, visitabile dal 15 febbraio al 29 giugno 2025, che rientra tra le mostre più attese del 2025. Esposte oltre 100 opere – dai primi lavori simbolisti alle celebri grandi tempere, fino alle sperimentazioni delle ultime nature morte – che si distinguono per atmosfere sospese, figure statiche e composizioni che suggeriscono un senso di silenzio e mistero.A MILANO LA MOSTRA DI FELICE CASORATI A cura di Giorgina Bertolino, Fernando Mazzocca e Francesco Poli, la rassegna "è stata pensata per trasportare i visitatori all’interno dell’universo poetico di Casorati, invitandoli a immergersi nei suoi ambienti (gli interni e lo studio, teatro concettuale della sua intera poetica)", sottolineano i curatori, "conducendoli tra le figure pensose e malinconiche, emblemi riflessivi di un’umanità partecipe e di una profonda filosofia esistenziale”.Il percorso espositivo si apre con le opere giovanili, come il celebre Ritratto della sorella Elvira (1907) e Le ereditiere (1910), che rivelano una forte inclinazione al Realismo. Prosegue poi con un focus sugli anni veronesi, caratterizzati da un’affinità con il simbolismo e la Secessione, influenzati dall’ambiente culturale di Ca' Pesaro a Venezia. Qui emergono capolavori come Una Donna (1918-19) e Bambina con scodella (1919), che incarnano il linguaggio stilistico unico di Casorati: un equilibrio unico tra metafisica, introspezione e rigore formale.DOPO 36 ANNI FELICE CASORATI TORNA A MILANOIn mostra si ritrovano anche le opere esposte alla Biennale di Venezia del 1924, tra cui Meriggio e Natura morta con manichini, che sottolineano il successo internazionale dell’artista, trasportando il visitatore in un universo di pause e silenzi, dove ogni dettaglio racconta una storia di malinconia e bellezza. La parte finale della mostra esplora l’evoluzione di Casorati verso un’estetica più intima e contemplativa, come testimoniano i dipinti Daphne a Pavarolo (1934) e Le sorelle Pontorno (1937). Un capitolo affascinante è infine dedicato alla sua attività come scenografo per il Maggio Musicale Fiorentino e la Scala di Milano, con bozzetti che rivelano un Casorati poliedrico e visionario. L’esposizione si chiude con le nature morte degli anni Cinquanta, dove uova, limoni e cimieri diventano simboli di un’arte sempre in bilico tra rigore e poesia.[Immagine in apertura: Felice Casorati, Annunciazione, 1927, olio su tavola, 151 x 100 cm. Milano, collezione privata. Photo credit Giuseppe e Luciano Malcangi]