La storia d’amore a fumetti ambientata nella Berlino di fine anni Novanta
LETTERATURA
Torna in libreria uno dei fumettisti più amati della scena italiana e non solo, Manuele Fior. Il suo nuovo “Hypericon” è una storia d’amore dai contorni onirici.
“Abbiamo vent’anni e il nuovo
millennio è alle porte. E con lui la sensazione che il meglio debba
ancora venire”. Pochi artisti sono in grado di raccontare le
vibrazioni e le inquietudini della giovinezza come Manuele Fior,
autore trasversale e tra i più apprezzati della scena fumettistica
contemporanea.
A partire dal 2011, anno del debutto in
libreria del capolavoro Cinquemila chilometri al secondo –
libro che ne ha consacrato il nome anche oltre i confini nazionali –,
l’artista di Cesena si è imposto come uno dei più raffinati
disegnatori del presente. Poesia e intensità, sintesi linguistica ed
estetica sono alcune delle peculiarità che contraddistinguono la
sua ricerca. Qualità che si ritrovano, ora più che mai, all'interno del nuovo volume recentemente pubblicato da Coconino.
IL NUOVO FUMETTO DI MANUELE FIOR
Si intitola Hypericon ed è una
storia d'amore ambientata nella Berlino di fine anni Novanta.
Protagonisti del graphic novel (nell'immagine in apertura un
dettaglio della copertina) sono Ruben – giovane e velleitario
artista italiano – e Teresa – ragazza di successo, italiana anche
lei, che nella città tedesca persegue sogni e ottiene
gratificazioni.
Le loro strade, per quanto differenti e
all'apparenza inconciliabili, si incontrano e incrociano quella di
Howard Carter, l’archeologo britannico che nel 1922 portò alla
luce la tomba di Tutankhamon. Un crossroads che cambierà per
sempre la traiettoria delle esistenze dei due ragazzi.
LO STILE ONIRICO DI MANUELE FIOR
Pubblicato a tre anni dall'ultimo
doppio volume Celestia (il fumetto ispirato a una Venezia
distopica recentemente trasformato in spettacolo teatrale), il nuovo
lavoro scorre come la partitura di una canzone new-wave labirintica e
a tratti oscura, in cui perdersi è facile e divertente.
Il calore intenso del deserto egiziano,
e le ambientazioni algide di una Berlino in trasformazione, si
incontrano fra le pagine del libro confermando tutta l’eleganza
dello stile di Fior, a partire dal colore pastoso e armonioso delle tavole. I
dialoghi tra i due ragazzi, poi, sono poesia. “Il nuovo
millennio è alle porte. Il meglio deve ancora venire”, dice
Ruben a Teresa in uno dei passaggi più intensi del libro. “Rimarremo
soltanto noi. I nostri corpi nudi. Finalmente liberi”.