La Galleria del Futurismo riapre finalmente al pubblico dopo quattro anni di lavori, inaugurando così il nuovo allestimento negli spazi del Museo del Novecento. Ad arricchire la collezione capolavori inediti di Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Giorgio de Chirico e Mario Sironi.

Dopo quattro anni di lavori, che hanno interessato soprattutto gli ultimi due piani dell’edificio, il Museo del Novecento di Milano chiude finalmente l’ambizioso riallestimento del suo percorso espositivo cominciato nel 2017. A sancire la fine di questo progetto è l’attesa riapertura di uno degli spazi più iconici dell'istituzione, ovvero la Galleria del Futurismo. Da ieri, 1° ottobre, è infatti possibile addentrarsi nuovamente nelle atmosfere di uno dei movimenti artistici italiani più importanti del secolo scorso. Interamente ridisegnata grazie alla collaborazione di Italo Rota e Alessandro Pedretti, la "nuova" Galleria del Futurismo definisce un confronto inedito con l’architettura dell’Arengario, presentando una serie di sorprendenti trasformazioni: prima fra tutte, l’eliminazione dei vecchi tramezzi in corian e della tappezzeria alle pareti, a favore di un innovativo sistema di illuminazione che restituisce monumentalità a tutto l’ambiente. LA "NUOVA" GALLERIA DEL FUTURISMO A introdurre lo spettatore all’interno dello spirito futurista è un’esposizione di manifesti allestiti all’interno della saletta all’ingresso, un tempo dedicata alle avanguardie europee del primo Novecento: una collezione di grafiche particolarissime, tra le quali spiccano alcuni lavori su carta di Giacomo Balla e Antonio Sant’Elia, spalleggiate da una video installazione che rimanda ad alcuni estratti del cinema avanguardista.  L’itinerario espositivo, che già contava la presenza di importanti opere di artisti quali Carlo Carrà e Umberto Boccioni, si arricchisce adesso di sei capolavori, mai esposti prima d’ora, provenienti dalla Collezione Antognini Pasquinelli. Tra questi Paesaggio toscano di Gino Severini, Crepuscolo di Boccioni, Velocità di automobili + luci di Giacomo Balla, un ritratto di Mario Sironi e La sala di Apollo di Giorgio de Chirico. Con l’intenzione di creare un dialogo inaspettato tra le opere stesse, il nuovo percorso mette a confronto l’approccio più sperimentale dei futuristi (caratterizzato soprattutto dal fascino nei confronti del movimento e delle macchine) con uno prettamente tradizionalista, per concludersi con l’emblematica Forme uniche della continuità nello spazio di Umberto Boccioni. LE NOVITÀ DEL MUSEO DEL NOVECENTO Ma le novità del Museo del Novecento non finiscono qui. Grazie al comodato della Collezione Gianni Mattioli, entro il 2022 saranno infatti visibili anche altri capolavori futuristi: una proposta culturale che si affianca al progetto di ampliamento del museo alla seconda torre dell’Arengario, fornendo così ulteriori spazi polifunzionali all’intera struttura museale. [Immagine in apertura: Galleria del Futurismo. Museo del Novecento. Ph Margherita Gnaccolini]
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