Segantini – Ritorno alla natura

Domenica 27 febbraio – ore 21:15

Giovanni Segantini è stato uno dei più grandi divisionisti italiani, un pittore straordinario dal carattere selvaggio e irruento eppure poetico e scrupoloso. A lui è dedicato il docu-film Segantini ‒ Ritorno alla natura, diretto da Francesco Fei, con la partecipazione speciale di Filippo Timi, in onda su Sky Arte domenica 27 febbraio. La pellicola approfondisce la storia singolare e straordinaria di Giovanni Segantini e della sua innata capacità di intendere la natura come fonte d'ispirazione creativa e spirituale. A fare da “bussola” sono capolavori quali La ragazza che fa la calza della Kunsthaus di Zurigo, Le due madri, L’amore alla fonte della vita e L’Angelo della Vita della Galleria d’Arte Moderna di Milano, Mezzogiorno sulle Alpi e il celebre Trittico della Natura custodito a St. Moritz. Nato ad Arco di Trento e di umili origini, Segantini riuscì ad affermarsi come uno dei pittori più talentuosi dell’Ottocento italiano, nonostante la prematura scomparsa a soli 41 anni. L’interpretazione di Filippo Timi, che dà voce e volto a Segantini in alcune ricostruzioni storiche realizzate appositamente per questa pellicola, descrive l'intensità delle lettere autografe del pittore e del suo sentire. Tra gli interventi d’eccezione spicca quello della nipote Gioconda Segantini, di Annie-Paul Quinsac, massima esperta dell’arte segantiniana, di Franco Marrocco, direttore dell’Accademia di Brera, e di Romano Turrini, storico di Arco. Emblematiche le parole del regista Francesco Fei: “Ho scoperto e amato fin da subito l’arte di Segantini visitando la Galleria d’Arte Moderna di Milano, perché possiede una sua personale e unica forza generatrice. Nei suoi dipinti si percepisce l’energia della natura nella sua più intima essenza e la presenza dell’uomo è colta nel confronto totalizzante con essa. Il suo messaggio è al tempo stesso classico ed estremamente contemporaneo. Anche la vita di Segantini possiede la medesima potenza, lo stesso fascino. Nato poverissimo, orfano a cinque anni, analfabeta, rinchiuso in un riformatorio a dieci, apolide per tutta la vita, riuscì, con la sua volontà e le sue capacità, a diventare uno dei pittori più importanti del simbolismo europeo. Inoltre con la sua compagna, Bice Bugatti, diede vita ad una storia bellissima d’amore; come si legge nel piccolo cimitero di Maloja, dove riposano per sempre insieme, ‘arte e amore vincono il tempo’”.
PUBBLICITÀ